LIVIABELLA, Lino
Nacque a Macerata il 7 apr. 1902 da Oreste e Iraide Zamponi, in una famiglia di musicisti da almeno due generazioni nella quale ricevette una solida istruzione musicale.
Compiuti gli studi liceali a Macerata, il L. si recò a Roma per frequentare la facoltà di lettere, senza tuttavia conseguire la laurea; ammesso al conservatorio di S. Cecilia, in pochi anni conseguì i diplomi di pianoforte con L. Cozi (1923), organo con R. Renzi (1926) e, decisivo per la sua formazione, composizione con O. Respighi (1927). Durante la permanenza a Roma conobbe Lidia Morozzo della Rocca, che sposò nel 1929.
Le sue prime composizioni si collocano tra il 1919 e il 1923: l'operetta Il sei e il bozzetto melodrammatico Santina, pagine per pianoforte, qualche brano sacro, liriche per canto e pianoforte (tra cui Primavera, su testo proprio, pubblicata a Napoli nel 1921), poemi sinfonici di particolare concezione (come Al di là delle stelle e della morte, che prevede anche parti cantanti) e il primo tempo della prima sonata per violino e pianoforte (completata nel 1928).
La carriera didattica del L. ebbe inizio nel 1928 a Pescara, come insegnante di pianoforte e armonia e direttore del locale liceo musicale. Dopo una breve parentesi presso l'istituto musicale di Teramo, dal 1931 insegnò armonia e contrappunto nel liceo musicale di Venezia. Nel 1940 fu nominato titolare della cattedra di contrappunto, fuga e composizione nel conservatorio di Palermo; nel 1942 ottenne il trasferimento presso quello di Bologna (ne fu vicedirettore dal 1947), città in cui stabilì la sua residenza. Fu direttore dei conservatori di Pesaro (1953-59), Parma (1959-63) e Bologna (1963-64).
Negli anni Trenta varie composizioni del L. ottennero importanti premi e segnalazioni: le liriche Canzone di bimbo (1929) e La gondola (1937), il poema sinfonico Il vincitore (premiato con l'argento nel 1936 alle Olimpiadi di Berlino e diretto dall'autore davanti a ventimila spettatori), la Sonata ciclica in un tempo per violoncello e pianoforte (1931; premiata a Verona nel 1938). Altre composizioni di quegli anni furono prescelte per l'esecuzione in prestigiose sedi concertistiche, come l'Augusteo a Roma, o trasmesse alla radio: Suite per una fiaba, la cantata Manina di neve, il poema sinfonico Monte Mario (in memoria di Respighi, premiato nel 1937 dall'omonima fondazione). A Palermo compose il poema sinfonico La mia terra (premiato al concorso A. Scarlatti di Napoli nel 1943), con impiego di motivi popolari marchigiani raccolti e pubblicati in quegli anni dal folclorista G. Ginobili, al quale il L. fu legato da fraterna amicizia.
Il teatro lirico vide il L. impegnato a più riprese. A Parma ebbe luogo la prima di Antigone (teatro Regio, 1942), su libretto di E. Mucci. L'opera, che propone cauti elementi di modernità nel solco della tradizione lirica italiana contaminata dagli esiti tardoromantici del sinfonismo mittel-europeo, fu accolta in modo discorde dalla critica; ripresa a Roma e a Milano negli anni Cinquanta, fu poi ridotta in un solo atto (Bologna, teatro Comunale, 1960). La vagabonda (Mucci, da I miserabili di V. Hugo), quasi portata a termine tra il 1945 e il '46, andò perduta con il furto di una valigia subìto dal L. nella stazione di Ancona. È del 1952, ma rappresentata nel 1955 al Maggio musicale fiorentino, la novella drammatica in due atti La conchiglia (Mucci, da R.L. Stevenson), un'opera fantastica in veste quasi cameristica, in cui s'agita l'eterno conflitto tra bene e male. Risale al 1961-62 l'opera in un atto Canto di Natale (E.L. Murolo, dall'omonimo racconto di Ch. Dickens), che ebbe la sua prima rappresentazione non in teatro - fu data postuma al Comunale di Bologna - ma in televisione, la vigilia di Natale del 1963.
Sul fronte della musica strumentale e sinfonica, il decennio 1950-60 fu particolarmente fecondo, con opere come Tema, variazioni e fuga (1950, per pianoforte ma subito orchestrato, poi anche adattato all'organo), il Poema per pianoforte e orchestra (1952), la suite pianistica di canti popolari marchigiani Rapsodia picena (1955), il concerto per violino e orchestra (1956). Alle grandi cantate sinfonico-vocali già composte (Sorella Chiara, 1943 e Caterina da Siena, 1947) si aggiunsero O Crux, ave! (1950) e Le sette parole di Gesù sulla croce (1957); queste cantate, tutte su testo di Mucci, sono tra le opere migliori del L., variamente premiate e trasmesse alla radio e alla televisione.
Nei primi anni Sessanta il L. ottenne vari riconoscimenti; particolarmente importante il diploma d'onore del Comitato internazionale per l'unità e l'universalità della cultura (Roma 1962).
Il L. morì a Bologna il 21 ott. 1964.
Nell'ultimo anno di vita aveva composto il tripartito Concerto per orchestra e la Sinfonia in quattro tempi, per soprano (o tenore) e orchestra su testo di T.S. Eliot, che può considerarsi il suo testamento artistico e spirituale; interpretata dal soprano Irma Bozzi Lucca e diretta da A. Basile, ebbe la prima esecuzione all'auditorium della RAI di Torino il 17 apr. 1964. L'incontro con i Four quartets di Eliot fu estremamente proficuo per il L., che colse subito l'intima struttura musicale del ciclo poetico nelle singole quarte sezioni di ciascun Quartetto, le sole da lui musicate sia nel testo originale, sia nella traduzione italiana di F. Donini. Ne derivò una struttura quadripartita, cui il L. diede il titolo di Sinfonia "a significare - scrisse lui stesso - il susseguirsi dei quattro tempi più per legge di contrasto […] che per la struttura formale di ogni singolo tempo". La necessaria integrazione tra contenuti e forma determinò lo schema seguente: I, Preludio. Adagio misterioso. Il giardino della fanciullezza (I ricordi e l'umiltà); II, Andante angoscioso. La notte oscura e Gesù (Il venerdì santo); III, Scherzo luminoso. La vergine e il mare (La speranza); IV, Il fuoco (La consumazione). Fatto eccezionale all'interno della sua produzione, il L. impiegò nella Sinfonia anche la serie dodecafonica, come tale annotata sul frontespizio dell'inedita partitura; ma in modo molto libero e personale, cioè nella sola dimensione melodica (serie originale retta e retrograda, traduzione musicale del concetto eliotiano "finire è cominciare", scelto anche come motto), limitatamente alla parte orchestrale e non in tutti i movimenti: il secondo non ne reca tracce. La contaminazione dodecafonica fa della Sinfonia l'opera più "espressionista" del L., che specialmente nel finale vuole esprimere "l'angoscia dell'eternità contemplata con i nostri occhi terreni", tuttavia fiducioso che il senso ultimo dell'esistenza umana è insito in Dio e nei suoi misteriosi disegni provvidenziali.
L'elenco delle opere del L. (un vero e proprio catalogo non esiste e le composizioni non hanno numero d'opus) comprende più di 270 lavori, tra piccoli e grandi. Oltre ai titoli già ricordati, si segnalano: quattro quartetti per archi, l'ultimo dei quali, La melanconia (1955), ispirato al saggio Ritratto della malinconia (1954) è di R. Guardini; sei sonate per strumento solista e pianoforte: tre per violino (1920-28; 1932; 1934), due per viola (1950; 1957), una per violoncello (1931); oltre cento liriche per voce e pianoforte su testi propri e d'autore (D. Valeri, S. Corazzini, A. Palazzeschi, A. Prandi, ecc.); musica sacra liturgica, tra cui una Messa funebre a due voci e organo (1944, in memoria del fratello Lauro); molti brani per pianoforte (Tre preludi, 1926-29; Il presepio, 1943; Sonata breve, 1949; Tre giorni, 1955, ecc.), anche a quattro mani (tra cui Riderella, 1927, fiaba musicale con voce recitante) e destinati all'infanzia; brani corali sacri e profani; pezzi cameristici strumentali per organici diversi, dal duo alla piccola orchestra; composizioni per organo (Preludio e fuga in do minore, 1932; Tre intermezzi, 1959; Tre canti per la morte di un fanciullo, 1961, ecc.) e altri strumenti solisti (arpa, fisarmonica, violino); inoltre alcune trascrizioni e le revisioni critiche di musiche rossiniane commissionategli dalla Fondazione Rossini (Sei sonate a quattro per archi, 1954; sinfonie dette "di Bologna" e "di Odense" e Le chant des Titans, 1959).
La critica ha generalmente considerato il L. un conservatore, perché non aderì ai più radicali linguaggi delle avanguardie musicali e fu avverso alla dodecafonia; non rifiutò né le forme consegnate dalla tradizione né la tonalità, sebbene temperata dai correttivi impiegati anche da altri compositori dell'epoca (tensione diatonia/cromatismo, modalità, politonalità, ecc.). Particolarmente stigmatizzante fu il giudizio categorico di M. Mila: "Dei numerosi allievi di Respighi si sono formate due correnti, una progressista, che è andata a cercare presso altri maestri - Casella e Malipiero - più fecondi stimoli di modernità, l'altra, reazionaria, che ristagna nel colorito pittoresco d'un regionalismo strapaesano"; insieme con E. Porrino, G.L. Tocchi e A. Pizzini, il L. fu ascritto "alla seconda, ed autentica, corrente respighiana" (M. Mila, Breve storia della musica, Torino 1977, p. 437). Un simile giudizio, espressione di un contesto ideologico-critico precisamente connotato, deve oggi lasciare il posto a una più equanime valutazione storica ed estetica: non si può infatti non riconoscere nel L. un impegno tutto personale nella ricerca del nuovo, al di là delle etichette e tendenze codificate. Perciò la varietà di tecniche e linguaggi finalizzata alla creazione di una "novità" mai gratuita o compiaciuta di sé, non va confusa con un superficiale eclettismo.
Tutte le composizioni musicali del L. (edite e inedite), insieme con il suo carteggio e altri documenti, sono conservate nell'archivio privato del figlio, Lucio (Pino Torinese); composizioni isolate sono a Macerata, presso la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, e nelle biblioteche dei conservatori di Bologna, Parma, Pesaro, Roma, Venezia. Delle opere del L. sono stati pubblicati elenchi completi: C. Bagnoli, Elenco delle composizioni musicali di L. L., in L. L.: la sua vita, la sua musica, Macerata 1966, pp. 59-75; Lucio Liviabella, Elenco delle composizioni musicali di L. L., in Annuario del Conservatorio G. Rossini di Pesaro a.s. 1988-89, Pesaro 1990, pp. 41-65.
Tra gli scritti editi del L. si segnalano: Note sulla musica, in E. Mucci, "Antigone" tragedia lirica in tre atti. Musica di Lino Liviabella, Roma 1942, pp. 12-16; L'insegnamento del canto gregoriano nei conservatori, in Laus decora, 1957, n. 8, pp. III s.; Prefazione a Canti popolareschi piceni (V raccolta), a cura G. Ginobili, s.l. né d. [ma Firenze 1959]; La cattedra di composizione nei conservatori musicali, in Gazz. di Parma, 14 apr. 1959, p. 3; Dove va la musica?, ibid., 1° ott. 1959, p. 3; Il Terzo programma. Lettera aperta al dott. C. Lupo, ibid., 13 sett. 1961, p. 3; Antonio Certani, in La Famèja bulgnèisa, 1963, n. 11, pp. 1, 4; Bologna musicale e le sue gloriose tradizioni, in Conservatorio di musica G.B. Martini - Bologna, Annuario 1963-64, Bologna 1964, pp. 11-33; Sentir musica. Educazione musicale per la scuola media, ibid. 1964 (con R. Monterosso).
Fonti e Bibl.: Voci aggiunte a un dizionario dei musicisti italiani contemporanei. L. L., in La Rassegna musicale, IX (1936), pp. 240-242; V Rassegna nazionale di musica contemporanea…, Firenze… 1939, Roma 1939, pp. 131, 143-148, 161 s.; G. Ginobili, Musicisti piceni. L. L., in Nuova Aurora, III (1952), 17-18 p. 4; L. Gambara, Il maestro L. L., in Parma nel mondo, II (1963), 7, pp. 19-21; S. Ubaldi, L. L. uomo e cristiano, in Annali dell'Acc. dei Catenati, Macerata 1965, pp. 35-38; L. L.: la sua vita, la sua musica, a cura di A. Adversi, Macerata 1966; La Rassegna musicale. Antologia, a cura di L. Pestalozza, Milano 1966, p. 679; A. Adversi, L. L., in Storia di Macerata, II, Macerata 1972, pp. 206-238; E. Mucci, L. L., Macerata 1974; L. Pinzauti, Musicisti d'oggi. Venti colloqui, Torino 1978, p. 135; R. Meloncelli, Sul rinnovamento della vita musicale romana, in Musica italiana del primo Novecento. "La generazione dell'Ottanta". Atti del Convegno,… 1980, Firenze 1981, p. 253; G. Radole, Sette secoli di musica per organo, Padova 1983, p. 359; F. Nicolodi, Musica e musicisti nel Ventennio fascista, Fiesole 1984, p. 287; Q. Principe, Un contemporaneo che non tradì le muse, in Il Sole 24 ore, 16 ott. 1984, p. 37; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, Busto Arsizio 1985, ad ind.; A. Barbadoro, L. L. direttore a Pesaro, in Annuario del Conservatorio G. Rossini di Pesaro a.s. 1988-89, cit., pp. 25-40; Lucio Liviabella, L. L. e la sua Macerata, in La città sul palcoscenico, a cura di F. Torresi, I, Macerata 1991, pp. 245-262; L. Paci, A. Ariani, un grande musicista tra rigore e poesia, ibid., pp. 227-242; S. Martinotti, Scoprire il pianoforte di L., in Il Giornale della musica, aprile 1995, n. 104 p. 25; Musica in scena, a cura di A. Basso, II, Torino 1996, pp. 504, 525; P. Peretti, "L'iridata sorgente", ovvero La musica popolare marchigiana nell'opera di L. L., in Atti del XXXI Convegno di studi,… Abbadia di Fiastra… 1995, Macerata 1997, pp. 657-714; Italia millenovecentocinquanta, a cura di G. Salvetti - B.M. Antolini, Milano 1998, ad ind.; F. Sabbadini, La breve stagione bolognese di L. L. (1963-64): direzione del conservatorio, concerti e critica musicale, in Quaderni musicali marchigiani, VII-VIII (2000-01), pp. 137-144; C. Mezzasalma, La preghiera della musica. Omaggio a L. L. nel centenario della nascita, in Feeria, n.s., IX (2002), 21, pp. 54-58; P. Peretti, L. L. nella cultura musicale italiana del Novecento, in Atti del XXXVII Convegno di studi,… Abbadia di Fiastra… 2001, Macerata 2003, pp. 397-457; L'artista, la lampada e l'ombra. Atti del Convegno… "L. L. e il suo tempo",… 2002, a cura di P. Peretti - C. Lo Presti, Macerata 2005; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., pp. 478 s.; Baker's Biographical Dict. of musicians, p. 673; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, II, p. 245; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, pp. 685 s.; Enc. dello spettacolo, VI, col. 1567; Enc. della musica, III, pp. 30 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 465; Who's who in Europe, 1964-65, p. 1609; A. Caselli, Catalogo delle opere liriche pubblicate in Italia, Firenze 1969, p. 252; L'enc. della musica De Agostini, Novara 1995, p. 534; Enc. della musica Vallardi, Milano 1995, p. 285; Diz. dei compositori del '900, Milano 1999, p. 159; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 21.