Ventura, Lino
Nome d'arte di Angelo Borrini, attore cinematografico, naturalizzato francese, nato a Parma il 14 luglio 1919 e morto a Saint-Cloud (Hauts-de-Seine) il 22 ottobre 1987. Esordì nel ruolo di un gangster in Touchez pas au grisbi (1954; Grisbi) di Jacques Becker e si impose subito come caratterista di spicco del noir francese, in parti di bandito o poliziotto. Tra gli anni Cinquanta e i Sessanta fu uno dei volti più amati, protagonista di alcuni grandi successi, come Le gorille vous salue bien (1958; Il gorilla vi saluta cordialmente) di Bernard Borderie e Les tontons flingueurs (1964; In famiglia si spara) di Georges Lautner. Negli anni successivi fu intenso interprete di alcuni film d'autore, come L'armée des ombres (1969; L'armata degli eroi) di Jean-Pierre Melville, La bonne année (1973; Una donna e una canaglia) di Claude Lelouch, Cadaveri eccellenti (1976) di Francesco Rosi fino a Garde à vue (1981; Guardato a vista) di Claude Miller, una delle sue prove più mature.
Emigrato nel 1927 a Parigi con la famiglia, il giovane V. si appassionò di arti marziali e divenne professionista nella lotta greco-romana. Superati i trent'anni, decise di abbandonare il ring per lavorare come organizzatore di incontri, ma il produttore E. Cassuto gli propose un provino per la parte del gangster 'cattivo' di Touchez pas au grisbi e V. convinse il regista. In questo film, come nei successivi, fece della naturalezza, nonché di un'intensità non costruita attraverso tecniche di recitazione, la sua cifra stilistica diventando l'interprete perfetto per caratterizzare i personaggi del polar (il noir francese): criminali come il Davos di Classe tous risques (1960; Asfalto che scotta) di Claude Sautet o il Gu Minda di Le deuxième souffle (1966; Tutte le ore feriscono… l'ultima uccide) di J.-P. Melville, oppure poliziotti come l'ispettore Chérier di Ascenseur pour l'échafaud (1957; Ascensore per il patibolo) di Louis Malle o l'ispettore Le Goff del grande successo Le clan des siciliens (1969; Il clan dei siciliani) di Henri Verneuil. Nel definire i suoi personaggi, l'attore preferì seguire sempre l'istinto piuttosto che affidarsi alla tecnica, accettando esclusivamente ruoli che considerava dotati di spessore umano, o comunque di un codice morale, senza disdegnare le figure comiche. Non a caso, i primi riconoscimenti e la conseguente popolarità arrivarono con due commedie, Le gorille vous salue bien e soprattutto Les tontons flingueurs, sceneggiato da una delle più brillanti penne dell'epoca, Michel Audiard.
Negli anni Settanta V. privilegiò parti da sconfitto, come il commissario Leonetti di Dernier domicile connu (1970; Ultimo domicilio conosciuto) di José Giovanni o il poliziotto vittima della strategia della tensione di Cadaveri eccellenti: uomini d'ordine il cui idealismo è minacciato, se non addirittura annientato, dai compromessi della politica e dalla corruzione della vita sociale. Fu ancora nel ruolo di un poliziotto malinconico in Garde à vue, esempio magistrale di cinema da camera dove l'attore seppe confrontare la propria ruvida autenticità interpretativa con l'aristocratica eleganza di Michel Serrault e con la tormentata raffinatezza di Romy Schneider. Negli anni successivi, diradò gli impegni professionali, insoddisfatto delle sceneggiature propostegli, e si allontanò sempre più dal cinema. Accettò però con entusiasmo di interpretare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel film Cento giorni a Palermo (1984) di Giuseppe Ferrara, il cui insuccesso avrebbe contribuito al suo definitivo isolamento.
M. Gervasini, Cinema poliziesco francese, Recco 2003, passim; G. Durieux, Lino Ventura, Paris 2001; C. Ventura, Lino, tout simplement. Souvenirs d'enfance et recettes de famille, Paris 2003.