LIPPO di Dalmasio degli Scannabecchi (o Filippo)
Pittore bolognese, documentato a Pistoia e a Bologna dal 1377 al 1410.Numerosi documenti consentono di seguire la prestigiosa carriera di L. (Filippini, Zucchini, 1947); con un atto del 7 agosto 1377 al quale assiste in qualità di testimone lo zio materno, il pittore Simone di Filippo dei Crocifissi, L., di minore età e residente a Bologna nella cappella di S. Domenico ma abitante a Pistoia, vende una casa facente parte dell'eredità paterna. Nell'aprile 1383 esegue per la cappella di S. Benedetto in S. Maria dei Servi di Pistoia un trittico con la Madonna e i Ss. Benedetto e Andrea, Giovanni Battista e Paolo, ora perduto. L. risulta ancora abitante a Pistoia in vari atti del 1383-1385 e del 18 gennaio 1389, quando nomina due procuratori per le incombenze che gli restano in quella città. Il 30 luglio 1391 è a Bologna, teste in una vendita; il 26 e il 30 novembre dello stesso anno è eletto podestà di Zappolino e di Medicina. Nel 1392 ricopre a Bologna la carica di notaio al dazio dei mulini; nel 1393 quella di esattore del Comune pro fumantibus extrahactis. Il 14 marzo 1393 è pagato insieme a Giovanni di Ottonello per un'ancona su tela, ora perduta, per l'altare maggiore di S. Petronio a Bologna; il 24 aprile 1394 firma e data l'anconetta con l'Incoronazione della Vergine (Bologna, Pinacoteca Naz.) e dà avvio all'ancona della cappella di S. Cecilia in S. Giacomo Maggiore a Bologna, terminata nel 1408 e in seguito smarrita; ancora il 21 maggio 1394 è pagato per l'ancona di S. Giorgio in S. Petronio, ora perduta. Ricopre svariate cariche pubbliche nel 1394 (vicario di Tossignano), 1395 (vicario di Budrio) e 1398 (castellano di Castelfranco). La data 1397 compare sulla Madonna con il Bambino nella chiesa bolognese della Misericordia. Il 25 ottobre 1389, sempre a Bologna, L. sporge denuncia per essere stato insultato mentre dipingeva sulla parete esterna di S. Maria dei Galluzzi. L'8 luglio 1404 L. acquista una casa. Le date 1404, 1405 e 1407 si sarebbero lette rispettivamente sull'affresco con il Redentore fra i ss. Pietro e Paolo nel catino absidale di S. Pietro a Bologna, su una tela con la Madonna allattante dipinta per la cappella privata di Lotto Guidalotti e su una Madonna con il Bambino affrescata su di un pilastro di S. Petronio (Malvasia, 1678). Il 9 maggio 1409 è pagato per avere colorito e dorato un crocifisso ligneo per S. Petronio. La data 1409 compare sulla ridipinta Madonna con il Bambino in trono (Norton Hall, Potter Coll.; Berenson, 1968). L'11 ottobre 1410 fa testamento nominando erede universale il figlio Sinibaldo; il 5 marzo 1421 risulta già morto.Come si desume dalla ricca documentazione superstite, L. abbinò una brillante carriera, segnata da commissioni prestigiose, a un pronunciato impegno civile. Lo stereotipo di 'pittore cristiano e devoto della Madre di Dio', inaugurato in epoca di Controriforma da Cavazzoni nel 1603 (Varese, 1969) ed esemplarmente argomentato da Malvasia (1678), che fornisce notizie di numerose opere firmate e datate ora perdute e dunque inverificabili, ha determinato la sopravvivenza di numerosi dipinti, effigianti, salvo poche eccezioni, la Madonna con il Bambino; ma la messa a punto del suo catalogo, gravato in passato di numerosissime attribuzioni spurie, data ad anni recenti (Berenson, 1968; Boskovits, 1975; Benati, 1992).La formazione di L. dovette avvenire accanto al padre: sull'identità di questi con l'autore del nutrito gruppo di opere raccolte da Longhi (1973) sotto il suo nome sono state formulate di recente legittime riserve (v. Dalmasio di Iacopo). La parentela con Simone di Filippo di Benvenuto induce a ritenere che L. abbia in certa misura condiviso l'atteggiamento conservatore con cui questi sottopose a costante 'normalizzazione' i modi immaginosi di Vitale da Bologna (v.). In direzione di una composta accademia doveva indurlo anche l'ambiente pistoiese, dove ottenne le prime commissioni importanti, come il perduto polittico per la chiesa di S. Maria dei Servi a Bologna. Deve però cadere l'attribuzione tradizionale della Madonna dell'Umiltà fra quattro angeli affrescata nel palazzo Comunale bolognese, alla quale si riferisce una delibera comunale del 1407 (Chiti, 1912). La sua attività nota si esplica dunque a Bologna. Una data abbastanza precoce, entro la fine degli anni ottanta, potrebbe spettare al polittico firmato di Bologna (Pii Ist. Educativi), dove Longhi (1950, p. 20) notava ancora accenti "nardeschi" e che appare segnato in parte da un corposo neogiottismo, lo stesso che improntò poi la piccola anconetta con l'Incoronazione della Vergine, datata 1394 (Bologna, Pinacoteca Naz.), e il busto di S. Andrea affrescato in S. Giacomo Maggiore (Benati, 1992), a vario titolo debitori nei confronti di Jacopo di Paolo e di Giovanni di Ottonello. Con quest'ultimo L. era in sicuro rapporto nel 1393, allorché insieme riscuotevano il pagamento per la pala su tela del provvisorio altare maggiore di S. Petronio, in seguito distrutta. Ancora entro il Trecento dovrebbe cadere la lunetta (Madonna con il Bambino tra i ss. Sisto e Benedetto) sulla porta della facciata di S. Procolo, ultimata nel 1397.Limitata a immagini di Madonne con il Bambino, sovente di qualità eccellente (Madonna dell'Umiltà, ad affresco, in S. Maria della Misericordia, 1397; Madonna del Velluto, su tavola, in S. Domenico; Madonna dell'Umiltà, su tela, Londra, Nat. Gall.) e comunque contrassegnate da un'accattivante comunicativa (per es. Madonna della Pace in S. Giovanni in Monte, ripetuta pressoché identica nella Madonna dell'Umiltà del collegio di Spagna in S. Martino), l'attività di L. non è facilmente scalabile nel tempo; la Madonna in trono di Norton Hall, firmata e datata 1409, conferma l'impressione di una certa immobilità e mancanza di aggiornamento. Nel primo decennio del Quattrocento potrebbero cadere anche il finto polittico ad affresco in S. Maria dei Servi e i tre santi già a Torino (Coll. Gallo; Boskovits, 1975).
Bibliografia
Fonti. - F. Filippini, G. Zucchini, Miniatori e pittori a Bologna, I, Documenti dei secoli XIII e XIV, Firenze 1947, pp. 153-161; G. Vasari, Le Vite de' più eccellenti pittori scultori ed architettori, a cura di G. Milanesi, II, 1878, p. 15; R. Varese, Una guida inedita del seicento bolognese. 3, CrArte, s. IV, 16, 1969, 108, pp. 23-34: 32; C.C. Malvasia, Felsina pittrice. Vite de' pittori bolognesi, I, Bologna 1678 (rist. a cura di G. Zanotti, 1841, pp. 33-36); L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, III, 5, Bassano 1796, pp. 15-16.
Letteratura critica. - J.A. Crowe, G.B. Cavalcaselle, Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI, IV, Firenze 1887, pp. 61-66; L. Frati, Dalmasio e Lippo de' Scannabecchi e Simone de' Crocifissi, Atti Memorie Romagna, s. III, 27, 1908-1909, pp. 209-224 (rist. in id., Varietà storico-artistiche, Città di Castello 1912, pp. 21-42); id., La cappella Bolognini in S. Petronio, L'Arte 13, 1910, pp. 214-216; A. Chiti, Cronaca. Arte, Bullettino storico pistoiese 14, 1912, p. 97; Van Marle, Development, IV, 1924, pp. 452-463; M. Salmi, Per la storia della pittura a Pistoia ed a Pisa, RivA 13, 1931, pp. 451-476: 456-458; P. Bacci, Documenti e commenti per la storia dell'arte. Notizie sui pittori bolognesi Dalmasio di Jacopo Scannabecchi e Lippo di Dalmasio, a Pistoia (1359-1389), Le Arti 4, 1941-1942, pp. 106-112; R. Longhi, Guida alla mostra della pittura bolognese del Trecento, Bologna 1950; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, III, 1, Central and North Italian Schools, London 1968, pp. 214-215; R. Longhi, Il tramonto della pittura medioevale nell'Italia del nord (1935-1936), in id., Opere complete, VI, Lavori in Valpadana, Firenze 1973, pp. 91-153: 99; M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze 1975, pp. 151-152, 252 n. 271; P.G. Castagnoli, 'Lippo di Dalmasio', in Pittura bolognese del '300. Scritti di Francesco Arcangeli, Bologna 1978, pp. 228-232; M. Lucco, Lippo di Dalmasio e Biagio Pupini nel Collegio di Spagna, in El Cardenal Albornoz y el Colegio de España, a cura di E. Verdera y Tuells, V, Bologna 1979, pp. 55-60; M.P. Manini, in Museo Civico di Pistoia, a cura di M.C. Mazzi, Pistoia 1982, pp. 33-34; C. Volpe, La pittura gotica. Da Lippo di Dalmasio a Giovanni da Modena, in La Basilica di San Petronio in Bologna, I, Cinisello Balsamo 1983, pp. 213-294: 218-222, 288-289 n. 16; Il tramonto del Medioevo a Bologna. Il cantiere di San Petronio, a cura di R. D'Amico, R. Grandi, cat., Bologna 1987, pp. 60-62, 91-96; M. Davies, D. Gordon, The Early Italian Schools before 1400 (National Gallery Catalogues), London 1988, pp. 56-58; D. Benati, Jacopo Avanzi nel rinnovamento della pittura padana del secondo Trecento, Bologna 1992, pp. 120, 129 n. 107.