VANNI, Lippo
Pittore e miniatore senese di cui si hanno notizie dal 1341 al 1372. Di lui restano poche opere sicure per documentazioni precise: cioè le miniature eseguite nel 1345 per lo Spedale della Scala a Siena e ora nel museo dell'Opera del duomo; il trittico nella chiesa dei Santi Domenico e Sisto a Roma (firmato e datato 1358); frammenti di un'Annunciazione ad affresco nel vecchio chiostro di San Domenico (1372) e un affresco con la Battaglia di Val di Chiana in Palazzo Pubblico (1372), ambedue a Siena. Partendosi da queste opere, la critica recente (specialmente G. De Nicola, F.M. Perkins e B. Berenson) gli ha attribuito numerose miniature (codici al museo dell'opera del duomo di Siena; un cod. già proprietà Berry, ora al Fogg Art Museum; miniature staccate nella coll. Hoepli, ad Amsterdam, in America, ecc.); varie tavole (una Madonna nella Galleria di Perugia; Madonna, due S11Jrti e un trittico nella collezione. Lehman di New York; una storietia al Louvre; una Natività a Berlino; un trittico nella collezione Valters a Baltimora; una Dormizione ad Altenburg; un altarolo nella rollezione Friedsam a New York; una Madonna a Le Mans, ecc.); e diversi affreschi (politico nella cappella del seminario di Siena; ciclo di affreschi in San Leonardo al Lago, ecc.).
La numerosa produzione così raccolta (alla quale altre opere possono essere aggiunte, come, a Siena, parte degli affreschi recentemente scoperti nell'orfanotrofio, e un codice al seminario), serve a dare un'idea abbastanza compiuta di L.V.: il quale ebbe, come giustamente osserva il Berenson, una costante fedeltà verso i modelli di Simone Martini, sovrapponendo ad essi in un certo momento quelli dei Lorenzetti, ma tuttavia rivestendo anche questi delle preziose tinte del maestro primo. La disinvolta facoltà di ben comporre le scene, la dolcezza del colorito, la sicurezza nel presentare le varie figure, gli derivarono (Berenson) dalla pratica della miniatura; nella quale diede prodotti fra i migliori della decorazione senese di codici nel Trecento. Negli affreschi il colore non ha la purezza delle miniature e dei suoi dipinti a tempera, ma si incupisce alquanto, pur con bellissimi toni profondi. L. V., forse allievo diretto di Simone e di Lippo Memmi, osservatore acuto dell'arte dei Lorenzetti, è fra i minori senesi del Trecento uno dei più significativi e dotati.
Bibl.: I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, Pistoia 1649, p. 341; G. Milenesi, Docum. per l'arte senese, Siena 1854, I; Cavalcaselle e Crowe, Hist. of Ital. Painting, ediz. a cura del Langton Douglas, Londra 1908, III, p. 89; P. D'Ancona, La miniat. alla mostra d'arte senese, ecc., in L'Arte, VII (1904), p. 377; F. Mason Perkins e G. De Nicola, Alcuni dip. di L. V., in Rass. d'arte senese, 1910, pp. 39-41; G. De Nicola, Arte ined. senese, in Vita d'arte, 1912, p. 12; F. Mason Perkins, in Rass. d'arte, 1914, p. 98; B. Berenson, Essays in Sienese painting, New York 1918, pp. 37-41; G. De Nicola, Studii sull'arte senese, in Rass. d'arte, 1919, p. 95; F. M. Perkins, Some sienese painting, ecc., in Art in America, VIII (1920), p. 278; R. Van Marle, Simone Martini et les peintres de son école, Strasburgo 1920; id., The development of Ital. schools of painting, L'Aia 1924, II, p. 452; B. Berenson, Un antiphonaire..., par L. V., in Gaz. des beaux-arts, LXVI (1924), p. 269; R. Van Marle, un candelabro dipinto da L. V., in La Diana, III (1928), pp. 59-62; id., Cinque miniature di L. V., ibid., IV (1929), pp. 159-60; P. Toesca, La Coll. Hoepli, Milano 1930; B. Berenson, Studies in Medieval Painting, New Haven 1930, p. 39 segg.; G. H. Edgell, A history of Sienese painting, New York 1932; B. Berenson, italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932, edizione italiana, 1936.