Lippo
Nome del destinatario del sonetto Se Lippo amico (Rime XLVIII); a lui D. invia una pulcella nuda, cioè la stanza Lo meo servente core (cfr. Rime XLIX) perché egli la rivesta non è ben chiaro se di note musicali, di commento, o di altro. Il Casini osserva al proposito che le ipotesi son " tutte parimenti plausibili ", sebbene la più probabile resti la prima. Invero non si ha notizia di alcun L. musicista, né tanto meno di un L. amico di D.; cosa per cui non è fuor di luogo il dubbio dello Scherillo (La Vita nova e il Canzoniere, Milano 1921, 395) che ritiene autore del sonetto, anziché D., il suo omonimo da Maiano. È probabile che il destinatario del sonetto sia il rimatore L. Pasci (o Paschi) de' Bardi di Firenze (T. Casini, in " Giorn. stor. " II [1883]) del quale sia il codice Vaticano 3214, sia la Raccolta Bartoliniana contengono qualche componimento, e del quale si hanno notizie in documenti degli anni 1292 e 1312 (è comunque citato come defunto solo nel 1332. Cfr. Barbi-Maggini, Rime 173-174). Il Di Benedetto attribuisce poi a L. anche l'Intelligenza, il Fiore, il Detto d'Amore, nonché il cosiddetto Trattato d'Amore già assegnato al Cavalcanti (cfr. Contini, Rime 20). Purtroppo l'assoluta carenza di notizie non consente di definire la personalità poetica e storica di questo contemporaneo e amico di Dante.