liquefazione
liquefazióne [Der. del lat. liquefatio, -onis, da liquere "esser liquido" e facere "fare"] [FML] L'operazione del rendere liquido o del divenire liquido, che è termine proprio per un aeriforme che diviene liquido ed è usato impropr. per un solido che diventa liquido, cioè come sinon. di fusione. La l. di un aeriforme può avvenire, qualunque sia il valore della pressione, soltanto se la temperatura è minore di una temperatura (temperatura critica, alla quale corrisponde una pressione critica) propria di ogni sostanza (ciò spiega perché certi aeriformi, con temperatura critica molto bassa e molto difficile da realizzare, come azoto, idrogeno, ossigeno, furono a lungo ritenuti gas permanenti, cioè non liquefacibili). Nella tab. sono dati i valori della temperatura critica e della pressione critica di alcune sostanze. Qualunque sia la temperatura, purché inferiore a quella critica, la l. è sempre accompagnata da sviluppo di calore; il calore che a una data temperatura si libera dall'unità di massa di un aeriforme, allorché questa si trasforma nell'unità di massa liquida, si chiama calore di l. (alla temperatura considerata); il calore di l. è uguale al calore di evaporazione. ◆ [TRM] Impianti di l. di gas: v. refrigerazione: IV 768 f.