LIQUIDITÀ
La l. assume, nel linguaggio economico, significati diversi e presenta una diversa problematica a seconda che ci si riferisce ai singoli individui che fanno parte del sistema economico oppure al sistema economico visto nel suo insieme come un tutt'uno a sé stante.
Dal primo punto di vista la l. viene intesa, nelle moderne economie di mercato, quale disponibilità di mezzi liquidi e cioè di beni suscettibili di essere rapidamente convertiti, attraverso il mercato, in altri beni di qualsiasi specie. Come tali vengono in prima linea (quali l. primarie) i mezzi di pagamento, e cioè la moneta, che oggi è prevalentemente creditizia sotto forma di banconote e di depositi bancarî in conto corrente. E naturalmente rientrano tra le l. primarie anche le monete auree tesoreggiate, la cui importanza per altro non è più quella di un tempo. Vengono poi in seconda linea (quali l. secondarie) i cosiddetti depositi fiduciarî o a risparmio e i buoni del tesoro ordinarî, a breve scadenza, e talvolta finanche le obbligazioni di prossima maturazione e di larga negoziabilità. Nel suo insieme, quindi, la provvista di mezzi liquidi in mani del pubblico (a prescindere dalle monete tesoreggiate e dalle obbligazioni) corrisponde ad altrettanto indebitamento da parte dell'istituto di emissione e del sistema bancario e da parte del Tesoro. Tale indebitamento, per quel che riguarda l'istituto di emissione e il sistema bancario, viene fronteggiato, in misura più o meno ampia, dalle disponibilità in oro e in divise nei confronti dell'estero, in massima parte accentrate presso l'istituto di emissione o organismi ad esso collegati (in Italia: Ufficio Italiano per i Cambî), mentre per la parte non coperta da oro o da divise è fronteggiato da crediti verso il settore privato e verso il Tesoro. A sua volta l'indebitamento del Tesoro, sia nei diretti confronti del pubblico, sia nei confronti dell'istituto di emissione e del sistema bancario, viene (o almeno dovrebbe essere) fronteggiato da investimenti pubblici più o meno produttivi, piuttosto che da spese a fondo perduto (come invero si verifica anche su larga scala in guerra o in altri casi di emergenza).
La provvista di mezzi liquidi serve per fronteggiare non solo le esigenze dei pagamenti correnti, ma anche le incertezze dell'avvenire e ciò tanto per premunirsi contro ogni evento sfavorevole, quanto per essere in grado di cogliere al giusto momento ogni evento favorevole. Appunto per questi diversi motivi i singoli individui sentono più o meno intensamente, a seconda delle circostanze, la preferenza per la l. Ora, tanto più sentita è la preferenza per la l. che si manifesta attraverso una maggiore domanda di mezzi liquidi, tanto minore viene ad essere la domanda di beni e servizî. E, inversamente, tanto maggiore è la domanda di beni e servizî, tanto minore viene ad essere la domanda di mezzi liquidi, quale manifestazione di una minore preferenza per la liquidità. Le variazioni nel volume dei mezzi liquidi disponibili per il pubblico influenzano perciò decisamente, a seconda dell'andamento della preferenza per la l., la domanda effettiva di beni e di servizî da parte del pubblico e vengono così ad influenzare, da un canto, il processo di formazione del reddito e del risparmio e, d'altro canto, l'andamento del livello dei prezzi e del tasso d'interesse. Pertanto la politica monetaria e creditizia viene, in definitiva, ad essere impegnata nel governo della l., al fine soprattutto di contenere le fluttuazioni congiunturali. Per altro l'andamento della l. si ricollega anche all'andamento della bilancia dei pagamenti con l'estelo. Basti ricordare che una eccedenza attiva della bilancia dei pagamenti comporta per il pubblico maggiori disponibilità di divise, le quali, man mano che vengono cedute all'istituto di emissione, tramite il sistema bancario, si risolvono in una maggiore provvista di l. primarie.
La provvista di l. non è tuttavia l'unico elemento da considerare agli effetti del soddisfacimento delle esigenze di l. del pubblico e quindi agli effetti della politica monetaria e creditizia. Va, infatti, tenuto presente che la disponibilità di mezzi liquidi ha diverso significato per i singoli individui a seconda che se li procurino mediante utilizzo dei proprî risparmi oppure mediante indebitamento e cioè mediante utilizzo dei risparmî altrui. Solo nel primo caso il detentore dei mezzi liquidi può fare pieno assegnamento su di essi per l'immediato soddisfacimento di ogni propria esigenza. Quel che più conta, quindi, è l'ammontare delle disponibilità liquide al netto dei debiti liquidi che eventualmente le fronteggiano: la l. netta, più che la l. lorda. Sotto questo aspetto, sebbene le posizioni dei singoli individui possano presentare profonde differenze, tuttavia le posizioni dei diversi settori nei quali può scomporsi l'insieme del sistema economico presentano caratteristiche tipiche per ciascuno di essi. Presentano, cioè, delle eccedenze di l. il settore delle famiglie (nelle quali si immedesimano i risparmiatori) e per lo più anche quello delle imprese, in contrapposto al settore bancario, istituto di emissione compreso, ed al settore pubblico, rappresentato dal Tesoro. Infatti - come si è inizialmente avvertito - sono questi due settori i principali creatori della provvista di l. per gli altri, mediante proprio indebitamento a vista o a breve, cui non sempre si contrappongono crediti pur essi a vista o a breve, o altri averi liquidi (quali oro o divise). Sicché la l. per gli uni può avere un andamento inverso a quello della l. per gli altri.
Per altro la posizione di l., piuttosto che in senso statico, va vista in senso dinamico, con riferimento, cioè, al flusso delle disponibilità che maturano nel decorso del tempo. Sotto questo altro aspetto, la nozione di l. ed i problemi connessi assumono un diverso significato, poiché allora entra in gioco la cosiddetta l. naturale o, in altri termini, la maturazione o autoliquidazione delle attività non liquide. Entra, cioè, in gioco il fatto che gli investimenti e i capitali in genere, oltre a dare un reddito netto, lasciano maturare man mano, nel loro reddito lordo, una quota più o meno elevata di capitale da rinnovare (o "ammortizzare") che si rende disponibile per ogni altro impiego. In relazione a ciò ogni attività non liquida può essere considerata quale un aggregato di diverse quote scaglionate nel tempo, in relazione alla loro durata, e che appunto col decorrere del tempo vengono a rendersi liquide. Gli imprenditori vengono così ad essere in grado di soddisfare i loro impegni in scadenza attraverso il realizzo di dette quote: utilizzando, cioè, il flusso dei ricavi che derivano con l'andar del tempo dalle attività non liquide, piuttostoché il fondo delle loro disponibilità liquide. E di riflesso ciò si verifica anche nei riguardi del settore bancario per i suoi crediti verso gli imprenditori. Inoltre i singoli individui, e attraverso di essi i singoli settori, possono fare assegnamento, non solo sulla l. naturale, ma anche sulla cosiddetta l. artificiale (o istituzionale), che si crea nelle economie di mercato attraverso il trasferimento di attività non liquide (beni in corso di lavorazione, strumenti di produzione), dall'uno all'altro individuo, trasferimento che dà modo agli uni di farsi sostituire dagli altri nell'"immobilizzo" inerente ad ogni investimento. E nelle sostituzioni degli uni con gli altri entra in pieno il gioco del credito, che comporta essenzialmente, nelle sue svariate forme, con o senza ricorso al mercato finanziario, un trasferimento di disponibilità, anche liquide, sia nel senso intertemporale, sia nel senso interpersonale, come appunto occorre per quelle sostituzioni.
La l. artificiale si ricollega così alle istituzioni della economia di mercato: dipende, cioè, dal grado di evoluzione man mano raggiunto dalle istituzioni stesse nel loro continuo perfezionamento. Come tale non entra in gioco allorquando trattasi di considerare la l. del sistema economico visto nell'insieme della sua struttura, come un tutt'uno a sé stante, prescindendosi allora dai rapporti tra i singoli individui o i singoli settori. Da questo punto di vista la l. si ricollega essenzialmente alla durata degli investimenti: tanto maggiore è la durata del processo produttivo, ossia quanto maggiore è, per unità di prodotto, l'impiego di capitali in genere e la prevalenza di quelli fissi, tanto più lenta è la maturazione degli investimenti in essere attraverso le quote dei beni capitali da rinnovare, che si rendono disponibili per nuovi impieghi, anche diversi dai preesistenti. E tanto minore viene così ad essere la l. dell'insieme del sistema economico, che in definitiva viene ad essere determinata soltanto dalla l. naturale.
La funzione della l. artificiale è tuttavia di fondamentale importanza nelle economie di mercato a regime individualista, in quanto attraverso di essa si rende possibile contemperare il contrasto tra le esigenze di l. dei singoli individui e gli immobilizzi dell'insieme del sistema economico, pur lasciando ad ognuno piena libertà di scelta non solo quanto a risparmiare o a consumare il proprio reddito e il proprio patrimonio, ma anche quanto alla destinazione dei proprî risparmî e alla durata degli impieghi prescelti. Mentre infatti, le necessità di immobilizzi per l'insieme del sistema economico si rendono sempre più pressanti, agli effetti soprattutto dello sviluppo delle regioni e dei paesi meno progrediti, nel contempo le esigenze di l. dei singoli individui portano ad abbreviare la durata degli impegni presi da ognuno nell'impiego dei proprî risparmî. E siffatta influenza abbreviatrice è divenuta sempre più marcata man mano che le esigenze di l. si sono rese più diffuse e più sentite per i singoli individui tanto da pervadere la vita economica in ogni suo elemento e in ogni suo aspetto: non come vicenda occasionale, ma come persistente tendenza della nostra epoca sulla quale si proiettano tante ombre di incertezza per l'avvenire. Appunto il contrasto tra le opposte esigenze di immobilizzi per l'insieme e di l. per i singoli viene contemperato dalla creazione della l. artificiale, attraverso la quale, in ultima analisi, si rende possibile la trasformazione di attività non liquide, per l'insieme in attività liquide per i singoli, il che vuol dire realizzare, per l'insieme del sistema economico, investimenti che impegnano l'avvenire senza un corrispondente impegno dei singoli individui. La l. artificiale finisce così con l'essere il ponte attraverso cui si ricollegano le opposte esigenze di immobilizzi e di l., pur lasciando sussistere quella libertà di scelta che sta a base delle economie di mercato a regime individualista.
La l. va considerata anche nei rapporti internazionali, rispetto ai quali ogni sistema economico, visto quale singolo paese, viene a rappresentare quel che i singoli individui rappresentano nell'ambito di ciascun sistema. Può riproporsi allora quel che si è innanzi detto in merito alla provvista e alla posizione di l. dei singoli individui, avvertendosi però che la l. nei rapporti internazionali va intesa in senso più ristretto di quello invalso nei rapporti interni. Infatti nei rapporti internazionali si può far valere, quale provvista di disponibilità liquida per i singoli paesi, solo le monete fiduciariamente accettate quali divise nei conti valutarî (oggi in prevalenza dollari e sterline), nonché l'oro monetato o in barre: solo, cioè, le riserve valutarie e le riserve auree. Inoltre l'andamento della provvista e più precisamente della posizione di l. di ciascun paese si ricollega, ben più strettamente di quanto non sia nei rapporti interni, all'andamento della bilancia dei pagamenti con l'estero. Il che rende maggiormente avvertita la necessità di considerare anche in sede internazionale (come generalmente avviene presso il Fondo Monetario Internazionale) i problemi di l. internazionale che si pongono, fra l'altro, in relazione alle alterne vicende delle posizioni dei singoli paesi.
Bibl.: J. M. Keynes, The general theory of employment interest and money, Londra 1936; F. A. Hayek, The pure theory of capital, Londra 1941; A. Berle e V. Pederson, Liquid claims and national wealth, New York 1934; Atti del primo Convegno internazionale del credito, voll. II, III, IV, Roma 1954.