Lisbona
Capitale del Portogallo. Al censimento del 2001 la popolazione risultava di 564.657 abitanti. Il territorio della città, prevalentemente collinare, è adagiato per circa 20 km sulla riva destra del fiume Tago, con un'area di 84 km2. Assai più vasta è l'Área Metro-politana de Lisboa (ÁML), che, con i suoi 18 comuni, si estende su entrambe le rive del Tago per 2.962 km2 e, a una stima del 2006, aveva raggiunto i 2.900.000 abitanti.
La struttura urbanistica di L., risalente alla ricostruzione successiva al terremoto del 1755, è basata su di una scacchiera neoclassica, cui si sono nel tempo aggiunte parti diverse. L'ingresso del Paese nella Comunità europea, avvenuto nel 1986, ha spinto L. verso un programma di modernizzazione che ha attirato nuovi flussi turistici, ma anche critiche per la perdita dell'antica qualità urbana.
Il 24 agosto 1988 un incendio ha distrutto gran parte del Chiado, storico quartiere che ha sempre funzionato come centro civico e collegamento fra la Baixa Pombalina, la città bassa, e il Bairro Alto. Subito dopo, l'amministrazione municipale ha incaricato della redazione di un piano di recupero uno dei più influenti architetti portoghesi, Á. Siza Vieira. Questi ha cercato di mantenere l'immagine edilizia della zona attraverso il ripristino delle facciate preesistenti danneggiate o distrutte. Fra i nuovi interventi da lui proposti si ricorda, in particolare, quello per la stazione della metropolitana Baixa-Chiado, le cui volte sono rivestite con piastrelle decorate dal pittore A. de Sousa.
Gli anni Novanta hanno portato altre significative realizzazioni quali, per es., la Escola Superior de Comunicação Social (1994) di J.L. Carrilho da Graça. Il Centro Cultural de Belém (1993), dell'italiano V. Gregotti e di M. Salgado, costituisce una vera e propria cittadella della cultura in una delle zone monumentali più belle della città: offre 100.000 m2 di spazi dedicati ai congressi, allo spettacolo e alle attivi-tà espositive, e comprende, fra l'altro, un museo, un auditorium e un teatro. Grazie a esso, L. è stata in grado di svolgere con successo il ruolo di capitale europea della cultura 1994.
Negli stessi anni, la città si è dotata di una efficace strumentazione urbanistica, con il Plano Estratégico prima (1992) e il Plano Director Municipal poi (1994).
L'esposizione internazionale del 1998 (Expo '98) ha poi offerto l'occasione per la realizzazione di una serie di nuovi interventi architettonici. Un'area di circa 340 ha lungo l'estuario del Tago è stata oggetto nel 1993 di un piano di urbanizzazione di N. Portas (con M. Graça Dias ed E.J. Vieira), di un piano delle infrastrutture di V. Rosa, e di sei piani particolareggiati redatti da gruppi diversi: per il recinto dell'Expo (Salgado), per le zone Central (T. Taveira), Norte (D. Cabral de Mello e M. de Almeida), Sul (T. Real) e Sacavém (M. Cruz e R. Parrinha), e per il Parque do Tejo e do Trancão (J. Nunes e lo studio statunitense Hargreaves Associates). Tra le singole fabbriche spiccano: l'Oceanário, uno degli edifici più visitati di L., progettato dallo statunitense P. Chermayeff e dotato di una vasca di oltre 5000 m3; il Pavilhão Atlântico, di R. Cruz e dello studio statunitense SOM (Skidmore, Owings & Merrill); il Pavilhão do Conhecimento dos Mares, di Carrilho da Graça; il ristorante self-service, di G. Sousa Byrne; il Teatro Luís de Camões-Sala Júlio Verne, di Salgado e M. Fei. Fra gli interventi più vistosi dal punto di vista strutturale si segnala la stazione Oriente, realizzata dallo spagnolo S. Calatrava: vera porta d'ingresso all'area espositiva, l'edificio ospita, oltre alla stazione ferroviaria, un terminal per autobus e un parcheggio. Interessanti le sistemazioni esterne, curate da Salgado utilizzando una pavimentazione in pietre bianche e nere nota come calçada portuguesa, e le aree verdi come i giardini Garcia de Orta, di J. Gomes da Silva, e il giardino Cabeço das Rolas, di G. Ribeiro Telles. Il padiglione portoghese, fra i più riusciti, realizzato da Siza Vieira, è caratterizzato da un sobrio volume orizzontale, disposto lungo le rive del fiume, e da uno spazio esterno coperto da un'ardita superficie in cemento tesa da cavi in acciaio; gli allestimenti interni sono stati progettati da E. Souto de Moura. Nel 1998 l'area dell'Expo è stata collegata alla riva opposta del Tago mediante il ponte Vasco da Gama (progettato da A. Rito, con la consulenza del francese M. Virlogeux), che con i suoi 17.200 m è il più lungo d'Europa.
Di notevole qualità sono inoltre alcuni interventi residenziali, fra i quali si ricorda l'essenziale casa unifamiliare Ruela-Maltês (1995), realizzata da M. e F. Aires Mateus. Tra gli edifici pubblici, i più si-gnificativi sono: l'Ismaili Centre (2000), un complesso religioso, culturale e sociale realizzato dall'indiano R. Rewal (con F. Valsassina) e finanziato dall'Aga Khan Development Network per la comunità musulmana ismailita; la Direzione dei servizi di documentazione e archivio del palazzo di Belém (2000), progettato da Carrilho da Graça con grande attenzione alle sistemazioni esterne; il rettorato della Universidade Nova de Lisboa (2003), opera di M. e F. Aires Mateus.
La rete ferroviaria metropolitana è stata quasi raddoppiata tra il 1988 e il 2004, fino a raggiungere 35,6 km e 44 stazioni (spesso firmate da noti architetti portoghesi), ed è stata integrata a un sistema di autobus, tram, traghetti (lungo il Tago e tra le due sponde) e ascensori pubblici che consentono di superare i ripidi dislivelli fra le diverse parti della città. Un ampio piano di sistemazione delle aree portuali, che si sviluppano linearmente per oltre 15 km, è stato infine redatto dall'inglese T. Farrell; al loro interno spicca la torre per il controllo marittimo, di G. Sousa Byrne, i cui ultimi tre piani si trasformano, di notte, in un luminoso faro che segnala l'ingresso nel porto alle navi (2002).
bibliografia
R. Collovà, Lisbona 1998: Expo, Torino 1998; Á. Siza, A reconstrução do Chiado, Lisboa, Porto 2000; C. Land, K.J. Hucking, L. Trigueiros, Arquitectura em Lisboa e sul do Portugal desde 1974, Lisboa 2005.