Generale macedone (360-355 circa - 281 a. C.). Ottenuta la Tracia nella suddivisione tra i diadochi dell'impero di Alessandro Magno, ne assunse il titolo di re nel 306-305. Dopo una lunga lotta prima con Antigono Monoftalmo poi con suo figlio Demetrio Poliorcete, ampliò notevolmente i suoi possedimenti, comprendendo gran parte dell'Asia Minore, la Macedonia e la Tessaglia. Scontratosi con Seleuco I, un tempo suo alleato, morì nella battaglia di Curupedio. Nell'amministrazione dei suoi domini si dimostrò eccellente ordinatore, così come fu ottimo politico e stratega.
Seguì Alessandro Magno nell'impresa d'Asia (334-323), segnalandovisi per il valore. Alla morte del sovrano gli fu assegnata la Tracia coi paesi contermini (323), assegnazione confermata al convegno di Triparadiso (321). Con altri diadochi avversò Perdicca ed Eumene, che volevano mantenere l'unità dell'impero, poi Antigono Monoftalmo, che pure desiderava ricostituirla, ma a proprio vantaggio. La guerra contro quest'ultimo si concluse con la pace generale (311) che garantì nuovamente a L. i suoi possessi; del 309-308 è la fondazione della nuova capitale Lisimachia, a cui seguì tre anni dopo l'assunzione da parte di L. del titolo di re. La lotta contro Antigono riprese e si concluse con la morte di lui nella battaglia di Ipso (301); il regno di L. ebbe notevoli ingrandimenti nella parte occidentale e settentrionale dell'Asia Minore, ma il pacifico possesso di essi fu ostacolato da una lunga guerra contro il figlio di Antigono, Demetrio Poliorcete, iniziata nel 297. L., con l'aiuto di Pirro, Seleuco e Tolomeo, riuscì ad avere la meglio ma suscitò i sospetti dei suoi stessi collegati che si staccarono da lui avversandolo: il regno di L. infatti, che si stendeva dal Danubio al Tauro e comprendeva Macedonia (dapprima, nell'estate 287, spartita con Pirro, poi, forse nel 286, assoggettata per intero al suo dominio), Tessaglia, Tracia e gran parte dell'Asia Minore, era divenuto uno dei maggiori allora esistenti. Intrighi familiari amareggiarono i suoi ultimi anni (la terza moglie Arsinoe gli fece mettere a morte nel 283 il figlio Agatocle, avuto da Euridice) e furono fra le cause della guerra scoppiata tra lui e Seleuco. La rivolta divampò in Asia Minore mentre Seleuco avanzava rapidamente verso il cuore dell'impero di L.; questi accorse nella Frigia, ma a Curupedio (281) perdette la vita; tutti i suoi dominî passarono nelle mani del vincitore Seleuco.