Scrittore spagnolo (Siviglia 1775 - ivi 1848). Virtuoso della tecnica, buon versificatore, scarsamente dotato di vera ispirazione lirica, riuscì spesso a fondere una certa compostezza classica con il pathos romantico. Fra i migliori saggi delle sue Poesías (1822-37): A la muerte de Jesús; Himno del desgraciado; La providencia; La beneficencia, e altre che si ispirano a Rousseau e alle idee del sec. 18º. Nelle poesie d'amore non mancano galanterie di tipo calderoniano. Tradusse Petrarca, Tasso, Delille. Le Lecciones de literatura dramática española (1835) e gli Ensayos literarios y críticos (1844) rivelano l'eclettismo della sua formazione.