LITORALE
. È propriamente la zona, ora più ora meno larga, e generalmente foggiata a ripiano, che separa la parte permanentemente emersa del declivio costiero da quella permanentemente sommersa (v. coste). La zona litoranea che, se sabbiosa, prende anche il nome di spiaggia) è perciò ora coperta, ora scoperta dalle acque; essa è pertanto caratterizzata da una fauna e anche da una flora peculiari (v. sotto). Più genericamente, ma impropriamente, la voce litorale si usa come sinonimo di costa.
Fauna litorale.
Secondo molti biologi, si può chiamare "fauna litorale" dei mari il complesso degli animali che popolano le rive e i fondi marini dal più alto livello al quale si trovano specie d'acqua salsa, anche al disopra della linea d'alta marea, fino a una profondità di circa 200 m la quale coincide press' a poco col limite più basso raggiunto, nelle più favorevoli condizioni, dalle radiazioni luminose indispensabili alla vita delle alghe. Tale quota corrisponde a un dipresso alla "platea continentale", riconoscibile molto spesso intorno alle terre emerse.
La parte più superficiale di questo "dominio litorale", fino a una cinquantina di metri di profondità (regione litorale propriamente detta o "eulitorale"), offre condizioni biologiche propizie allo sviluppo di una fauna eccezionalmente ricca. Anzitutto la tenue profondità lascia penetrare in copia le radiazioni sfruttate nella funzione fotosintetica dei vegetali e consente lo sviluppo di una flora varia e rigogliosa, fertilizzata dai detriti delle prossime terre, favorendo così la vita degli animali erbivori e dei carnivori che da questi dipendono. Si aggiunga che un abbondante rifornimento di ossigeno è assicurato dal movimento delle acque, soprattutto nelle zone battute dalle onde. Inoltre nessun altro ambiente acquatico presenta condizioni tanto favorevoli a un molteplice differenziamento delle faune. Infatti la distribuzione delle specie viene regolata soprattutto dalla natura del fondo (fattore, entro certi limiti, più importante della profondità) e si osservano quindi, anche in breve spazio, faune molto diverse a seconda che abitano fondi rocciosi, arenosi, melmosi, madreporici, rivestiti di alghe oppure di zosteracee, ecc., fondi tutti rappresentati, con determinata successione, nel litorale marino. Non si ammira in nessun altro ambiente tanta vivacità di colori e tanta varietà di adattamenti, varietà che si esprime non soltanto nelle forme e nei costumi individuali, ma anche nelle relazioni tra specie e specie, quali sarebbero i fenomeni di mimetismo, di simbiosi, ecc. Finalmente nessun'altra regione dell'ambiente marino presenta, al pari dell'eulitorale, condizioni fisiche tanto variabili nei riguardi della temperatura, della salsedine, dei gas disciolti nell'acqua. Si deve a tale circostanza se, anche prescindendo dalla natura dei fondi, si aggiungono a quello sopra accennato altri fattori di differenziamento delle faune e se l'ambiente eulitorale comprende gran copia di animali più o meno euritermi ed eurialini. Nella parte inferiore del dominio litorale, la cosiddetta regione "sublitorale", i fondi sono in grande prevalenza melmosi, la vegetazione è molto ridotta o manca del tutto e le condizioni fanno graduale passaggio a quelle del dominio abissale. La fauna è spesso copiosa, assai più uniforme di quella che vive sui fondi eulitorali.
Nel Mediterraneo, partendo dalla scogliera o dalla spiaggia e scendendo fino alle melme sublitorali, si osserva una determinata successione di fondi e di faune, che indichiamo qui appresso per sommi capi.
A) Facies di scogliera: 1, fauna "sopramarina" soprastante al livello dell'alta marea: p. es., il crostaceo isopodo Ligia italica, che corre sulle rocce inumidite dallo spruzzo marino; 2, fauna "intercotidale" propria cioè della zona situata fra il livello dell'alta e quello della bassa marea: p. es., il pomodoro di mare (Actinia equina), celenterato antozoo che apre la corona dei tentacoli nei periodi di emersione e la richiude in quelli di sommersione; 3, fauna della "scogliera sommersa", alla quale la ricca vegetazione di alghe sommerse che riveste il fondo roccioso fornisce sostegno, nascondiglio, nutrimento: p. es., il granchio Maia verrucosa, che si maschera attaccandosi dei frammenti d'alga ai minuscoli uncini dei quali è armato il dorso; 4, fauna dei fondi detritici. Questi risultano costituiti da frammenti rocciosi divelti dall'impeto del mare alla scogliera soprastante, isolati o cementati da alghe incrostanti (coralline): p. es., la stella di mare Astropecten aurantiacus. Da questa fauna si giunge, per gradi, a quella dei fondi melmosi sublitorali.
B) Facies di spiaggia: 1, fauna delle "arene litorali". La vita animale, assente nelle spiagge a grandi ciottoli per l'attrito troppo intenso, ricompare oltre il battente del mare, ove ai ciottoletti e poi alle ghiaie fanno seguito i fondi arenosi, popolati dai gamberetti delle sabbie (Crangon), dalle sepiole, ecc.; 2, fauna delle praterie sottomarine vegetanti a distanza variabile dalle rive, ove la sabbia è commista a piccole quantità di melma, e composta di fanerogame marine (soprattutto Posidonia e Zostera); caratteristici certi crostacei isopodi verdi (Idotea) che riposano immobili sulle foglie, i cavallucci marini (Hippocampus) e i pesci-ago (Sygnathus) dai curiosi atteggiamenti mimetici, ecc. Dalle praterie si passa alle melme sublitorali, spesso attraverso tratti di fondo ghiaioso ricco di briozoi viventi e di conchiglie vuote di molluschi.
Anche nei laghi, si distinguono una regione e una fauna litorali che si suddividono in zone faunistiche successive (v. lago: Fauna).
Bibl.: G. Pruvot, Essai sur les fonds et la faune de la Manche occid. comparés à ceux du Golfe du Lion, in Arch. de Zool. expérim. et gén., V (1897).
Flora e vegetazione.
La vegetazione e la flora del litorale, nella parte emersa che costituisce la zona costiera, variano a seconda della natura, della costituzione e dell'aspetto del litorale medesimo e presentano le forme e le associazioni più diverse.
Rientra nel litorale quella fascia costiera sommersa ove vivono in quantità maggiore o minore alghe verdi, brune e rosse insieme con alcune fanerogame acquatiche: così nei mari del Nord troviamo le Zostera, nel Mediterraneo la Cymodocea nodosa Aschs. e la Posidonia oceanica Del., nei mari tropicali invece alcune Potamogetonacee dei generi Cymodocea e Halodule e alcune Idrocaritacee dei generi Halophila, Enhalus e Thalassia.
Quando la costa è rocciosa e scende più o meno a picco sul mare, vi è una zona che alcuni autori (M. Sernander e E. Hayrèn) chiamano "Spritzgürtel", che è quella bagnata dagli spruzzi delle onde marine: quivi si trovano associazioni caratteristiche di alghe e licheni crostosi. Questo si osserva specialmente su molti punti delle coste settentrionali dell'Europa. E se le condizioni del tecreno lo permettono troviamo, al di sopra di questa zona, alcune Fanerogame alofile: Matricaria maritima, Aster tripolium, Statice con parecchie specie, Silene maritima, alcune Atriplex, Plantago coronopus, frammiste a muschi e a licheni caratteristici.
In quelle zone litoranee frequentate o abitate da uccelli marini, dove perciò abbondano gli escrementi di questi animali, si sviluppa una vegetazione coprofila con associazioni caratteristiche di licheni e di piante superiori. Sulle coste adriatiche noi osserviamo licheni crostosi e, negli interstizî delle rocce, alofite carnose come Crithmum maritimum, Statice cancellata, Inula crithmoides, Arthrocnemum glaucum, Mesembrianthemum.
Le spiagge e le dune sabbiose presentano associazioni caratteristiche costituite da Graminacee (Psamma arenaria, Elymus arenarius, Sporolobus pungens, Agropyrum repens), Chenopodiacee, Crucifere (Crambe maritima, Alyssum maritimum, Cakile maritima, Matthiola, Malcolmia e, nell'isola di Helgoland, la Brassica oleracea spontanea che costituisce sulle coste la specie dominante), Euforbiacee (Euphorbia paralias, E. pinea ecc.), Glaucium flavum, Convolvulus soldanella, Pancratium maritimum e, se vi sono zone umide, parecchie specie di Carex, Cyperus, Juncus, Cladium mariscus, ecc. Sulle spiagge tropicali invece vi sono altre associazioni come la formazione "pes caprae" che si osserva nelle Indie Occidentali, costituita dall'Ipomoea pes caprae con Cenchrus echinatus, Euphorbia buxifolia, Sporolobus virginicus, Canavalia obtusifolia.
Sulle dune, oltre parecchie delle specie suaccennate, vi è una vegetazione di piante legnose a tipo di macchia di aspetto caratteristico (tumuleto o tomboleto), costituita da ginepri (Juniperus communis, macrocarpa, phoenicea), da rovi, da Phyllirea, Rhamnus, ecc., su cui si arrampica la Smilax aspera. Sulle coste tropicali esistono formazioni diverse in cui, a seconda delle regioni, dominano o predominano i mangli, i pandani, le Barringtonia, le Casuarina e anche il Cocos nucifera. Secondo E. Warming e G. Graebner nelle coste sabbiose europee si possono distinguere le seguenti zone: a) formazioni di alghe negli estuarî; b) formazioni di batterî solfoferrici; c) formazioni delle alofite annue; d) formazioni delle alofite perenni. Dietro a queste zone, che spesso si compenetrano fra loro, vi è la vegetazione delle dune mobili e quella delle dune fisse. Nelle zone paludose che si trovano sulle coste di gran parte dell'Europa settentrionale (Danimarca, Germania, Olanda, Inghilterra) esistono associazioni caratteristiche rappresentate per lo più da: Zosteretum, Salicornietum; in alcune zone costiere inglesi vi è anche uno Spartinetum costituito da tre specie di Spartina; viene poi il Festucetum o Glycerietum costituito dalla Festuca thalassica o Glyceria marina ove vivono altre alofite come: Triglochin maritimum, Spergularia maritima, Suaeda maritima, Plantago maritima, Aster tripolium, Glaux maritima, Statice limonium, Atriplex, Cochlearia, ecc. Nel Mare Caraibico il Salicornietum è costituito da Salicornia ambigua con Batis maritima, Sensuvium portulacastrum.