CORBIZZI (Corbizi), Litti (Littifredi)
Figlio illegittimo di Filippo Corbizzi, nacque a Firenze nel 1465 e fu avviato alla vita religiosa; dopo essere entrato in lite col padre a causa dell'eredità della nonna paterna che lo aveva dotato, nel 1488, di una casa in piazza S. Piero Maggiore, si trasferì definitìvamente a Siena.
Nel 1494 firmò e datò le miniature del codice Officia B. Mariae Virginis et defunctorum (Siena, Biblioteca comunale, ms. X.V.3) eseguite per la Compagnia di S. Caterina a Fontebranda. Secondo le notizie raccolte dal Milanesi (1850), il C. avrebbe miniato nel 1496, in un codice, ora disperso, per la Compagnia di S. Sebastiano in Camollia, un incipit con le figure della Vergine e dei SS. Sebastiano, Rocco e Sigismondo. Tra il 1499 e il 1501, fece un soggiorno a Gubbio dove miniò un Salmista diurno per il monastero di S. Benedetto (Mazzatinti, 1886). L'ultima notizia che lo riguarda è del 1515, quando abitava a Siena in piazza S. Francesco, in, una casa della Compagnia di S. Bernardino (Levi D'Ancona, 1962).
La sua attività a noi nota è limitata al codice miniato della Biblioteca comunale di Siena, con varie lettere decorate con piccole storie e due scene a piena pagina, la Natività e l'Estasi di s. Cateritta. Quest'ultima miniatura reca la firma e la data sul gradino di una cappella dove si svolge, alla presenza di una consorella, l'estasi della santa.
Formatosi nell'ambiente della miniatura fiorentina, il C. "si avvicina molto ad Attavante ma ne accentua il ghirlandaismo" (Levi D'Ancona). Le miniature s'inquadrano al centro di una complessa decorazione a volute vegetali, su fondo alternato rosso, verde e turchino, che include gemme, medaglioni figurati e figure di putti, secondo l'uso delle contemporanee miniature fiorentine di Attavante e di Gherardo e Monte di Giovanni del Fora.
Il C. abbonda nei particolari decorativi e in essi si disperde, cadendo nella continua iterazione di sigle individuate dalla Levi D'Ancona per esempio nell'"uso di ombre plumbee nelle carni, che danno alle figure l'impressione di statue marmoree o metalliche", o nel curioso modo di raffigurare le teste di uomini e putti quasi calve e con tre soli ciuffi di capelli al centro e sulle tempie, oppure nel realizzare i paesaggi senza cura, ma con sottile acribia nel disegnare serie di pietre rotonde rigorosamente allineate.
Artista di modesta levatura, si colloca tra le ultime manifestazioni della miniatura fiorentina, giunta ormai al suo declino sia storico, e questo per la diffusione del libro a stampa, sia stilistico per l'impossibilità di sganciarsi dalla pedissequa imitazione della pittura contemporanea.
Fonti e Bibl.: G. Milanesi, Storia della miniatura ital., in G. Vasari, Le Vite..., VII, Firenze 1850, pp. 311 s., 350; G. Mazzatinti, Docum. per la storia delle arti a Gubbio, in Archivio storico per le Marche e per l'Umbria, III (1886), p. 45; J. W. Bradley, A Dict. of Miniaturists..., London 1889, I, p. 254; S. Borghesi Banchi, Nuovi docum. per la st. d. arte senese, Siena 1898, p. 354; G. Dami, La miniatura fiorentina dall'XI al XVI sec., in Rass. d'arte antica e moderna, XV (1915), pp. 49-58; Mostra stor. naz. d. miniatura (catal.), a cura di G. Muzzioli, Firenze 1953, pp. 336 s. n. 530; M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI sec., Firenze 1962, pp. 167 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 394; D. E. Coinaghi, A Dictionary of Florentine painters..., London 1928, p. 78 n. 95.