Little Nemo
Il bambino che viaggia in sogno
Creato nel 1905 dallo statunitense Winsor McCay, Little Nemo è un bambino che vive tutte le sue meravigliose avventure mentre dorme. È considerato uno dei migliori fumetti mai realizzati per l’eleganza e l’originalità delle vignette, che illustrano il mondo dei sogni con raffinati giochi di prospettive e di colori
Alcuni artisti devono essere a conoscenza di un segreto straordinario: quello di dilatare il tempo, che consente loro, per esempio, di trasformare una giornata di ventiquattr’ore in una di quarantotto o ancora di più. Solo in questo modo possiamo spiegare la loro incredibile produzione. Alexandre Dumas, l’autore dei Tre moschettieri, scrisse un tale numero di opere che l’elenco dei titoli occupa, da solo, un grosso volume. Eppure trovava il tempo per divertirsi, viaggiare, gozzovigliare (possedeva persino un veliero con cui seguì la spedizione di Garibaldi in Sicilia). Tra i fortunati possessori del segreto del tempo dilatato c’è sicuramente anche Winsor McCay, autore di serie a fumetti, di illustrazioni, di disegni animati e, come se non bastasse, attore di varietà e conferenziere. Chissà, forse il segreto l’aveva scoperto a Slumberland, il ‘mondo dei sogni’ a cui rimase legato in tutta la sua produzione. Slumberland era il territorio in cui si svolgevano le avventure del suo personaggio più famoso, un bambino chiamato Little Nemo.
Come l’omonimo Capitano del romanzo Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, anche il piccolo Nemo compiva viaggi meravigliosi, ma senza mai muoversi dal suo letto. Nemo viaggiava in sogno: dopo essersi infilato sotto le coperte, si trasferiva in un mondo incredibile, popolato da personaggi fantastici e da impossibili oggetti animati. Alla fine di ogni puntata si svegliava, a volte spaventato da un pericolo, a volte in seguito all’intervento di un buffo ometto chiamato Flip, che con un’occhiata era in grado di riportarlo nel mondo reale. Ma, notte dopo notte, riusciva a riprendere il filo del sogno, e nella puntata successiva l’avventura interrotta continuava. Obiettivo del viaggio di Little Nemo era raggiungere Re Morfeo, il quale l’aveva convocato affinché diventasse il compagno di giochi della principessina sua figlia.
Raccontata così, senza vedere i disegni, la formula di Little Nemo può sembrare gradevole ma non particolarmente originale; basta però dare un’occhiata a una tavola per ricredersi e comprendere che la serie di McCay è un’opera unica e irripetibile. Le pagine sono costituite da vignette impaginate liberamente, con sfondi dettagliatissimi e straordinari giochi di prospettive e di colori. Lo stile del disegno risente l’influenza dell’art nouveau, un movimento artistico dell’inizio del Novecento. La serie uscì fino al 1926, e viene tuttora ristampata; a distanza di un secolo continua a costituire un invidiato modello per tutti gli autori di fumetti.
Anche senza considerare l’impareggiabile bravura di McCay, dal punto di vista puramente tecnico un disegnatore del giorno d’oggi impiegherebbe almeno una decina di giorni per realizzare una pagina di Little ;Nemo; McCay ce la faceva in una settimana e, in più, disegnava un’altra serie quasi altrettanto elaborata, Dreams of the rarebit fiend, ovvero «Sogni di un maniaco di crostini al formaggio». Come Little Nemo, era ambientata nel mondo dei sogni, ma dedicata a un pubblico più adulto: McCay si sbizzarriva a raccontare gli incubi causati dall’ingestione serale di questo cibo particolarmente pesante, sperimentando di continuo nuove soluzioni grafiche. Uscì più o meno tutti i giorni tra il 1904 e il 1911 in grandi tavole composte di una dozzina di vignette.
Mentre Dumas aveva parecchi aiutanti che gli davano una mano nello stendere le storie e questo spiega in parte la sua prolificità, McCay faceva tutto da solo come confermano i suoi contemporanei. Tranne che in una circostanza. Mentre disegnava Little Nemo e Dreams of the rarebit fiend, McCay decise di cimentarsi nei cartoni animati, un genere cinematografico allora agli albori. Il cortometraggio Little Nemo uscì nel 1911; per realizzare i 3.000 disegni necessari McCay si fece aiutare da un collaboratore. Però, quasi per farsi perdonare per questa ‘trasgressione’, andò personalmente in giro per gli Stati Uniti a presentare la sua pellicola.