LITUANIA (XXI, p. 288)
Al primo gennaio 19379 la popolazione della repubblica era di 2.526.935 abitanti, con un aumento assoluto rispetto alla valutazione del 1933 di 104.758 e un aumento percentuale annuo del 10,8.
Nonostante il progressivo ridursi delle nascite che dal 29,4 per mille nel 1929 sono scese al 23,4 per mille nel 1935, l'incremento demografico risulta ancora notevole (10,8 per mille nel 1936), pari a circa 26.000 persone ogni anno. Il contrarsi delle nascite viene però in parte compensato dalla diminuita emigrazione che nel 1936 tolse al paese 1707 persone.
Per quanto riguarda il commercio con l'estero la crisi mondiale ha determinato una contrazione assai notevole sia nelle esportazioni sia nelle importazioni, con vantaggio però della Lituania poiché le prime si ridussero in misura minore delle seconde. La bilancia commerciale risulta perciò nettamente favorevole alla Lituania.
Dal punto di vista amministrativo i distretti in cui si divide lo stato sono ora (1937) ridotti a 20, ognuno dei quali viene a sua volta suddiviso in 15 comuni. Inoltre vi sono 5 città aventi diritti eguali a quelli dei distretti.
Finanze (p. 294). - Il rialzo dei prezzi agrarî ha piuttosto favorevolmente influito nel 1936 e 1937 sullo sviluppo economico della Lituania, nonostante gli ostacoli derivanti dal mantenimento del cambio con la sterlina (tra 28,85 e 29,67) e dal controllo valutario.
Al 31 dicembre 1937 il debito pubblico estero era di 78,5 milioni e quello interno, tutto consolidato, di 40,1. Al 31 dicembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 117 milioni e le riserve a 79 in oro e 6 in divise. Il controllo dei cambî è in vigore dall'ottobre 1935.
Bibl.: V. le pubblicazioni periodiche della Società delle nazioni, specie l'Annuario.
Storia (p. 297). - Due sono le direttive fondamentali che hanno determinato il corso della politica lituana durante l'ultimo quadriennio: 1. la riforma costituzionale interna in senso totalitario perseguita in mezzo ad opposizioni violente, ma sempre sventate, dal presidente Antonio Smetona; 2. la questione di Memel e i rapporti che essa implica con la Germania nazionalsocialista.
La riforma costituzionale voluta dallo Smetona e il relativo urto tra il governo e i partiti antigovernativi della nazione provocò il 6-7 giugno 1934 un pronunciamento militare che proclamò la decadenza del ministero Tubelis e la sostituzione di questo con l'ex-presidente del consiglio Valdemaras. Ma l'azione non riuscì e come conseguenza si ebbero le dimissioni del capo di Stato maggiore, la condanna del Valdemaras a 12 anni di lavori forzati, un processo contro 103 militari coinvolti nel movimento e un rimpasto nel ministero Tubelis. Mentre così si difendeva all'interno, il governo lituano, aderendo al movimento per un'intesa tra gli stati baltici, radunava a Kaunas una conferenza dei ministri di Estonia, Lettonia e Lituania, diretta a porre le basi di un'azione comune specie nei riguardi della politica estera, intesa i cui particolari furono più minutamente fissati in una seconda conferenza tenuta a Riga nell'agosto 1934. Questa intesa, su proposta ulteriore della Russia, si sarebbe dovuta estendere anche all'Unione Sovietica e alle tre potenze garanti dello statuto di Memel (Francia, Inghilterra, Italia). Ma questa, che avrebbe dovuto essere la Locarno orientale, svanì di fatto, sia perché Germania e Polonia non si mostrarono favorevoli, sia perché gl'interessi dei piccoli stati non erano convergenti, giacché, mentre la Lituania si preoccupava soprattutto dell'ostilità dei Tedeschi, Estonia e Lettonia temevano piuttosto della pressione sovietica.
Frattanto, nonostante i dissensi per Memel, il 6 agosto 1935 Germania e Lituania stringevano a Berlino un accordo commerciale basato sullo scambio dei prodotti agricoli lituani contro i manufatti tedeschi. E la nuova camera (sett. 1935), tutta di colore governativo, intraprendeva sotto la direzione del presidente un'azione diretta a restaurare, con una politica di raccoglimento, l'economia del paese.
Per instaurare in maniera organica e piena il nuovo regime autoritario s'imponeva la riforma della costituzione del paese, diretta a dare al presidente poteri maggiori di quelli che quella in vigore gli concedeva. Il relativo progetto è stato presentato agli uffici del parlamento (Seimas), ma non se ne conosce ancora il tenore.
Intanto, nell'aprile 1938, avveniva un colpo di forza da parte della Polonia contro la Lituania. Tra i due paesi non si erano mai stabilite le normali relazioni diplomatiche, ferroviarie e postali; e la Lituania non aveva mai cessato di proclamare Vilna capitale storica della Lituania. Ora, il governo polacco, in seguito a incidenti di frontiera, chiedeva perentoriamente a quello lituano il ripristino dei normali rapporti diplomatici e delle comunicazioni, nonché la soppressione della menzione di Vilna come capitale storica dello stato lituano. Per un momento la situazione si rivelò assai tesa, ma, di fronte allo sproporzionato rapporto delle forze dei due paesi, la Lituania cedette, dichiarando tuttavia che, quanto alla soppressa rivendicazione di Vilna capitale, essa cedeva alla forza maggiore.
La questione di Memel (Klaipeda). - Il trionfo del movimento nazionalsocialista in Germania ha rincrudito la questione di Memel che già costituiva motivo di contesa tra Lituani e Tedeschi. Nella città di Memel si era costituita durante il primo trimestre del 1934 una potente organizzazione tedesca (Sowoy), che già nell'aprile aveva fatto un primo violento tentativo per ricongiungere il territorio di Memel alla Germania. Il governo lituano intervenne energicamente destituendo il presidente del territorio di Memel, epurando il personale e sciogliendo (31 luglio) la dieta, ciò che provocò le proteste di Berlino. Il processo degli arrestati si chiuse il 26 marzo 1935 con la condanna a morte dei 4 principali imputati, tramutata dal presidente nella reclusione perpetua.
Intanto per sistemare la situazione politica del territorio, il governo lituano indisse le elezioni che furono fatte il 29 settembre 1935, secondo una nuova legge che fissava l'elettorato a 24 anni e l'eleggibilità a 30, escludendo dalla lista degli eleggibili quelli che l'autorita giudiziaria avesse giudicato pericolosi per lo Stato. Furono presentate due liste, una mista, da cui uscirono eletti 14 Tedeschi e 10 Lituani e una lituana, che diede solo 5 membri eletti. Fatte le elezioni, si procedette il 3 ottobre alla costituzione del nuovo direttorio sotto la presidenza di Baldsus.