LIVI
. Il più occidentale dei popoli finnici, stabilito nella contrada chiamata anticamente Livonia (v.), di cui la parte settentrionale ora appartiene all'Estonia (v.) e quella meridionale alla Lettonia (v.). Sono pressoché estinti, sopravvivendone una minoranza di circa 1000 individui in 12 villaggi lungo una stretta fascia costiera all'ultima estremità della Curlandia dalle due parti del capo Domesnes tra ĭl golfo di Riga e il Mare Baltico. La maggioranza dei Livi è di religione protestante, pochi soltanto seguono il rito greco-cattolico, altri, infine, sono battisti. Una metà circa dei Livi parla ancora il dialetto livo, affine all'estone, mentre l'altra, frammista ai Lettoni, ne ha adottato la lingua. Anticamente molto più numerosi, i Livi sono stati in parte stermînati dall'Ordine teutonico dei Portaspada, e in parte assorbiti dalle popolazioni lettoni ed estoni. Durante la guerra mondiale hanno dovuto evacuare il proprio territorio, ma a guerra finita vi ritornarono e vi resistono tenacemente alla completa lettonizzazione. Patriarcali e tranquilli, sono dediti all'agricoltura, alla pesca e alla navigazione. Vivono in case di legno, dalle mura formate da tronchi sovrapposti orizzontalmente, dal tetto spiovente, tinte a colori vivaci. Sono religiosi e attaccati alle vecchie costumanze, secondo le quali celebrano le feste, i matrimonî, i funerali. Le nozze durano spesso per quasi una settimana fra continui festeggiamenti, con canti e danze e cerimonie svariate: ad es., lo sposo e i suoi compari devono penetrare a forza nella casa della sposa difesa dai parenti di essa, per condurla a cavallo alla casa propria, seguita dalla gioiosa cavalcata dei compari, che regalano alla coppia nuziale degli animali da allevamento affinché possa incominciare la vita in comune da buoni agricoltori.
Gli animali domestici hanno una parte importante anche nei funerali.
I costumi popolari sono pittoreschi, specialmente quelli delle donne, che indossano ampie gonne a righe colorate, un corpetto di panno ricamato, una camicetta bianca e un grembiule; portano i capelli raccolti in trecce legate da nastri multicolori finché sono ragazze; le donne maritate li celano sotto un fazzoletto colorato.
Bibl.: J. A. Sjögren, Livische Grammatik nebst Sprachproben, in Gesammelte Werke, II, Pietroburgo 1861; Koskinen, Sur l'antiquité des Lives en Livonie, in Acta Soc. Scient. Fennicae, VIII; E. N. Setälä, A liv nep és nyelve (Il popolo livo e la sua lingua), Budapest 1889; L. Kettunen, Untersuchungen über die libische Sprache, in Acta et Commentationes Univ. Dorpatensis, VIII, fasc. I, 1925.