LIVREA (dal fr. robe livrée "veste consegnata"; fr. livrée; sp. librea; ted. Livree; ingl. livery)
Fin dal sec. XII i nobili e i regnanti regalavano vesti con i colori e lo stemma della loro casa ai familiari e alla gente del loro seguito. Queste vesti, date in occasione di feste solenni, erano talora anche offerte a persone alle quali si voleva rendere omaggio: esse indicavano la magnificenza e assicuravano la protezione del donatore. "Être des robes" significava in Francia (sec. XIII) essere al seguito di una casa; e in Italia, nel Trecento, "esser delle robe" di una famiglia aveva lo stesso significato. La livrea, derivata dalle antiche paratae, fu in principio una giacca dai colori prestabiliti, da portare sull'armatura. Fu chiamata anche livrea, più tardi, la veste, l'impresa, il colore, che la dama dava al cavaliere. Talvolta gli uomini si vestivano delle altrui divise per onorare un ospite: così per rendere omaggio a Enrico II re di Cipro i Genovesi, nel 1309, si vestirono di giallo e di paonazzo. Nel 1400 in Italia l'uso di vestire l'ospite o il parente a proprie spese e con i proprî colori, in segno di onoranza, risulta dai registri delle corti: i conti di casa d'Este riportano le spese fatte per vestire don Alfonso Gonzaga, fidanzato a Isabella d'Este. Il valore aristocratico della livrea continua fino alla seconda metà del Cinquecento. Una legge suntuaria severissima, emanata da Enrico II nel 1580, determinò i malcontenti a far portare le vesti tramate d'oro, a loro interdette, ai domestici: così il lusso della famiglia, eludendo la legge suntuaria, appariva nelle livree della servitù: lusso che aumentò nel Seicento e arrivò al massimo nel Settecento. Abolita dalla Rivoluzione, riammessa durante l'impero, la livrea risorge nell'Ottocento e perdura in varie forme sino ai giorni nogtri.
Bibl.: A. Caro, Lettere famigliari, I, Venezia 1575, p. 178; M. de Saint-Épain, L'art de composer les livrées, ecc., Tours 1853; L. T. Belgrano, Della vita privata dei Genovesi, Genova 1875, p. 23; A. Challamel, Hist. de la mode en France, Parigi 1874, p. 78; L'intermédiaire des chercheurs et des curieux, Parigi 1878, p. 519; L. A. Gandini, Isabella, Beatrice, Alfonso d'Este infanti, Modena 1896, p. 32; A. Parducci, Couleur de livrée, Roma 1911; V. Gay, Glossaire archéologique du Moyen-âge à la Renaissance, II, Parigi 1928, p. 90; E. Viollet-le-Duc, Dictionnaire raisonné du mobilier français de l'époque carlovingienne à la Rainassance, IV, p. 76.