Minnelli, Liza
Cantante e attrice teatrale e cinematografica statunitense, nata a Los Angeles il 12 marzo 1946. Figlia della celebre cantante e attrice Judy Garland e del regista Vincente Minnelli, cresciuta fra palcoscenici e set cinematografici, ha dimostrato fin da giovanissima le sue innate qualità come interprete energica, ma sempre impeccabile nello stile, di musical teatrali e canzoni legate alla tradizione di Broadway. Ciò le ha consentito di percorrere una strada assai personale nel cinema, inscrivendo il suo nome nella storia del musical quale interprete di due capolavori di questo genere cinematografico: Cabaret (1972) di Bob Fosse, che le ha valso anche un Oscar nel 1973, e New York, New York (1977) di Martin Scorsese.Esordì nel cinema a soli due anni e mezzo, nel film In the good old summertime (1949; I fidanzati sconosciuti) di Robert Z. Leonard, interpretando praticamente sé stessa, a fianco della madre e di Van Johnson. La separazione dei genitori, avvenuta quando era ancora una bambina, se condizionò la sua vita affettiva non intaccò il suo innato talento consentendole di entrare giovanissima nel mondo della canzone quando nel 1953 partecipò a un concerto della madre al Palace di New York. Ma fu nel 1962, a sedici anni, che iniziò a manifestare un vero interesse per l'attività artistica lavorando in teatro in revival di famosi musical, guadagnandosi anche un premio per Best foot forward (1963). Il primo vero successo arrivò nel 1964, quando apparve ancora accanto alla madre al London Palladium, concerto da cui fu ricavato un disco, Liza! Liza!, che vendette più di 500.000 copie. Un anno più tardi vinse il Tony Award come migliore attrice di musical, grazie alla sua interpretazione in Flora, the red menace, che andò in scena a Broadway e segnò anche la nascita del sodalizio con John Kander e Fred Ebb, rispettivamente compositore delle musiche e autore dei testi. Quando la sua carriera sembrava destinata al teatro musicale e alla canzone (il suo primo concerto al nightclub del Plaza Hotel di New York, nel 1966, aveva ricevuto un'accoglienza entusiastica), la M. fece il suo 'secondo debutto' nel cinema, in Charlie Bubbles (1967; L'errore di vivere) di Albert Finney. Nel 1970 guadagnò la prima nomination all'Oscar come protagonista della commedia The sterile Cuckoo (1969; Pookie) di Alan J. Pakula, e nello stesso anno interpretò Tell me that you love me, Junie Moon (Dimmi che mi ami, Junie Moon) di Otto Preminger. Seguì due anni dopo una grande affermazione, quando Bob Fosse la chiamò a lavorare a una versione cinematografica di Cabaret, commedia musicale di John van Druten ispirata allo spettacolo di Joe Masteroff (I am a camera, già portato sul grande schermo da Henry Cornelius, nel 1955, con lo stesso titolo), tratto a sua volta dal romanzo di C. Isherwood Goodbye to Berlin. Nel film la M. interpreta alla perfezione il personaggio di Sally Bowles, una ragazza americana cantante di cabaret nella cupa Berlino dei primi anni Trenta, sulla quale già incombe l'incubo del nazismo. Sally, che conduce una vita libera e disincantata, intreccia una relazione con un giovane studente inglese, Brian, ma il loro amore si scontrerà inevitabilmente con le esigenze di due mondi troppo distanti. La grande forza espressiva, una sorta di vitalità contagiosa e l'indiscusso talento canoro della M. hanno contribuito a rendere Cabaret forse il più riuscito dei film musicali moderni. Il travolgente successo del film, dovuto naturalmente anche ai celebri numeri basati sulle canzoni originali di Kander ed Ebb, fu sancito dagli otto Oscar ottenuti, fra cui quello all'attrice alla quale vennero dedicate in quella occasione le prestigiose copertine di "Time" e di "Newsweek".Negli anni seguenti, scanditi da special televisivi (Liza with a 'z', 1973, diretto da Fosse), nuove incisioni discografiche e grandi show musicali (nel 1973 vinse uno Special Tony Award per lo show Liza at the winter garden), la carriera cinematografica della M. proseguì in maniera discontinua. Nel 1975 fu la protagonista di Lucky Lady (In tre sul Lucky Lady) di Stanley Donen e l'anno dopo venne diretta dal padre in A matter of time (Nina) nel ruolo di una star del cinema. Fu poi il regista Martin Scorsese a offrirle, in uno dei suoi film più coinvolgenti, New York, New York (1977), un personaggio costruito per lei, quello di Francine Evans, cantante jazz che cerca invano di conciliare la strada verso il successo e la relazione, a un tempo artistica e sentimentale, con il sassofonista Jimmy Doyle (Robert De Niro, doppiato al sassofono da Georgie Auld). Il film, che propone una sorta di rilettura del musical e di un'intera epoca culturale giocando sulle convenzioni del melodramma, non ebbe un grande riscontro commerciale, ma portò la M. all'apice della sua avventura cinematografica, grazie a un'interpretazione magistrale delle canzoni di Kander ed Ebb, in particolare di quella, ormai leggendaria, che dà il titolo al film. Al nuovo successo è seguita ancora una pausa, causata da problemi sentimentali e psicofisici. Poca attenzione ha ricevuto la commedia Arthur (1981; Arturo) di Steve Gordon ed esito analogo hanno avuto gli altri film in cui la M. ha recitato negli anni immediatamente seguenti. Superata questa difficile fase sul piano artistico e personale, nella seconda metà degli anni Ottanta si è riproposta all'attenzione del grande pubblico in una serie di concerti: nel 1986, di nuovo al London Palladium, e soprattutto, nel 1988, in un tour internazionale con Frank Sinatra e Sammy Davis Jr. Nel 1991, con Stepping out di Lewis Gilbert, ha tentato di nuovo la strada del film musicale, portando sul grande schermo lo show che al Radio City di New York, aveva fatto registrare tre settimane di tutto esaurito: un musical incentrato sulla figura di una ex ballerina che insegna il tip-tap alle donne di una cittadina della provincia statunitense, per aiutarle a vincere la frustrazione.
M. Freedland, Liza with a 'z': a biography of Liza Minnelli, London 1988; (NJ); G. Mair, Under the rainbow; the real Liza Minnelli, Secaucus 1995.