Lo re che merta i suoi servi a ristoro
. Sonetto ascritto a D. dal manoscritto Ambrosiano o. 63 sup. e da altri codici, ma che per ragioni tematiche e stilistiche, oltre che filologiche, sembra opera di G. Quirini ed è in risposta a Lode di Dio e de la Madre pura, anch'esso adespota. v. la voce CON PLU SOSPIRI AVANTI COSTEI VEGNO.
Bibl. - Contini, Rime 300; D. De Robertis, Censimento dei manoscritti di rime di D., in " Studi d. " XL (1963) 458.