LOCUSTA (latino scient. Phasgonura Steph., sin. Locusta Geoffr.; volg. cavalletta; fr. sauterelle; sp. langosta; ted. Heuschrecke; ingl. grasshopper)
Genere d'Insetti già ascritti all'ordine degli Ortotteri (v.), il quale è ora suddiviso in varî ordini. Secondo la sistematica del Handlirsch, le locuste appartengono all'ordine Saltatoria, sottordine Locustoidea, e costituiscono, insieme con molti altri generi affini, la famiglia Locustidae. I Locustidi sono insetti di medie o grandi dimensioni, di forma slanciata, con le zampe del terzo paio allungate e atte al salto; si distinguono dagli Acridî (v.), a cui molto somigliano, per avere antenne filiformi, lunghe o lunghissime, per la presenza di un lungo ovopositore, per la livrea quasi sempre verde. I maschi, e talvolta anche le femmine, posseggono un organo stridulante che differisce da quello degli Acridî per essere situato sulle elitre, nella regione cubito-anale, anziché sui femori; la parte basale dell'elitra sinistra ricopre la destra, talché gli organi stridulanti possono essere sfregati un contro l'altro.
I Locustidi sono per la massima parte fitofagi, e talvolta dannosi alle coltivazioni, ma non tanto come gli Acridî, le larve sono simili agli adulti, epimorfiche (v. insetti). Molte specie, soprattutto tropicali, presentano i più spiccati fenomeni di mimetismo, essendo simili a foglie verdi o giallicce (Phyllophora Thunb., Pseudophyllus Serv., Mimetica Pict., Lichenochrus Karsch., ecc.). Proprie della nostra fauna, e piuttosto comuni sono: la locusta, o cavalletta verde, Phasgonura viridissima (L.), lunga 25-35 mm., che vive nei prati in vicinanza dei luoghi umidi; i Conocephalus Serv., e generi affini, verdi, con la fronte molto inclinata; i piccoli Meconema Serv., arboricoli, con l'organo stridulante rudimentale; il Decticus verrucivorus L., lungo 25-35 mm., di colore verde scuro, macchiato di bruno; le Ephippigera, verdi, con le ali ridotte, ecc. Le Dolichopoda, attere, cavernicole (v.) dalle lunghissime zampe che le fanno rassomigliare a ragni, e i generi affini vengono ora ascritti a un'altra famiglia, gli Stenopelmatidae (v. insetti).