LODI VECCHIO (v. vol. IV, p. 677)
Dopo il vivace decennio di studi compreso tra il 1951 (data del saggio di P. Fraccaro sulla via romana da Milano a Piacenza) e il 1958 (terza e ultima campagna di scavo di A. Frova), l'interesse per il problema topografico e archeologico di Laus Pompeia è sembrato in generale venir meno: i pochi ruderi messi in luce nell'area della distrutta cattedrale di Santa Maria sono stati ricoperti; un'espansione edilizia sconsiderata ha alterato radicalmente la planimetria del piccolo centro, distruggendo talvolta strutture antiche ancora preservate. Il sito di Laus è divenuto nuovamente d'attualità solo nel 1987, a compimento di una lunga indagine aerofotografica (1981-1986). La lettura comparata di vecchie e nuove riprese aeree, con la riscoperta della serie appositamente eseguita nel 1953, ha condotto a una revisione complessiva del quadro topografico.
Va sottolineata anzitutto la Centralità itineraria di Laus, dove facevano tappa le vie da Mediolanum a Placentia e a Cremona e si concludeva quella proveniente da Vercellae (per Laumellum e Ticinum): tutte ben riconoscibili nelle fotografie aeree, che in aggiunta evidenziano tre altri antichi rettifili, uno da L.V. verso settentrione, uno verso meridione, un terzo in direzione dell'Adda. Di queste vie, la più importante è quella che collegava Milano a Piacenza, quasi filo conduttore ricorrente in età diverse negli eventi laudensi, ancora vitale all'inizio del XIII sec. d.C., nonostante le disposizioni contrarie del Barbarossa e dei suoi immediati successori.
Il territorio circostante, tra Lambro, Adda e Po, fu sicuramente centuriato, con decumani orientati O-SO/E-NE e cardini N-NO/S-SE.
Il centro urbano di epoca romana, tutto alla destra dell'ansa del Sìllaro, racchiuso da una cinta di mura parzialmente rivelata dagli scavi e teoricamente ricostruibile, nel suo andamento poligonale, da tracce leggibili nelle foto aeree, doveva presentare in origine una maglia d'isolati tendenzialmente regolari.
La prima devastazione di Laus operata dai Milanesi (maggio 1111) accentuò di molto un fenomeno verosimilmente già in atto da tempo: l'espansione dei quartieri suburbani (i «borghi»), siti appena fuori le mura, lungo gli assi viari, presso le porte urbiche; così che, in effetti, cuore religioso, politico ed economico della città divenne il borgo della cattedrale extramuranea di S. Bassiano.
La Soprintendenza Archeologica della Lombardia ha promosso prospezioni geofisiche nelle zone suburbane - per ora (e ancora per poco) a destinazione agricola - dove scavi archeologici potrebbero dare risultati di un certo interesse; mentre sono recentissimi (1988 e 1989) i rinvenimenti di una notevole fondazione ad andamento curvilineo, con contrafforti esterni, nel supposto quartiere intramuraneo di SO, e di vasto e stratificato deposito archeologico in un'area riferibile al borgo orientale.
La sezione archeologica del Museo Civico di Lodi, che risale al 1868, è stata riordinata nel 1977.
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(M. Harari - P. Tozzi)