CASALI, Lodovico
Nacque forse nel 1575 a Modena: il luogo si deduce dal fatto che il C. nel Generale invito alle grandezze e meraviglie della musica chiama Modena "sua cara patria". Ignoti i maestri di musica, i corsi di studi teologici, il luogo e la data della ordinazione sacerdotale. Nel 1605 pubblicò a Venezia, in una miscellanea, due mottetti a otto voci: Laetentur coeli e Oadmirabilis potentia, da lui definiti "primi musicorum meorum laborum partus". Nel 1606 era organista a Scandiano, ma questo incarico non fu presumibilmente continuativo: infatti, sostituito da Ottavio Borroni nel 1609, tornò ad esercitare nuovamente l'incarico nel 1616, 1617 e 1618. Della sua vita di musicista attivo si ricorda una presenza nel 1620 a Rubiera per "far musica per la solennità del Corpo di Cristo" e nell'anno 1621 presso il duca Ferdinando Gonzaga a Mantova, città della quale il C. elogia le attività musicali e dove forse aveva assistito nel 1617 alla rappresentazione della Galatea del Monteverdi. Dal 1621 lo ritroviamo a Modena come organista alla chiesa del Carmine, dove è maestro di canto e d'organo ai poveri "per non esservi chi insegni". In seguito fu cappellano delle monache di Brescello (negli anni 1621-1622), ma ne venne richiamato a causa della sua condotta, per essere troppo giovane e "per natura inclinato alle male pratiche". Negli anni successivi si presume che viaggiasse per qualche tempo: nei suoi scritti egli cita, fra l'altro, gli organi di campanelle che, sopra la porta di un palazzo ferrarese, eseguivano "mirabilmente" il Pange lingua. Nel 1628 egli risulta far parte del clero metropolitano di Modena ed essere insegnante di musica; dal 1630 al 1636 è curato del duomo, funzione che riprende nel 1644 (nell'intervallo si ha notizia di un concerto tenuto nel 1639 nella chiesa del Voto a Modena con Tommaso Vitali e altri musicisti) e mantiene fino alla morte, avvenuta a Modena il 21 febbr. 1647.
Il C. fu organista e compositore abbastanza noto ai suoi tempi, anche per le sue opere teoriche. La sua produzione è essenzialmente sacra: messe e mottetti a varie voci, che costituiscono la normale produzione che si richiedeva a un maestro di cappella, secondo le esigenze della liturgia e delle funzioni religiose. Fra gli scritti teorici il più significativo è il già citato Generale invito alle grandezze e meraviglie della musica, edito a Modena nel 1629, opera di vasta erudizione; in essa il C. mostra di possedere una conoscenza non superficiale di teorici come lo Zarlino e il Gaffurio, paragonato a Virgilio, e di musicisti come Orazio Vecchi, Sigismondo D'India e Monteverdi e denuncia una particolare sensibilità: vi si paragonano - con gusto singolare - le quattro voci impiegate nella polifonia (tenore, soprano, contralto, basso) alle stagioni dell'anno: rispettivamente primavera, estate, autunno, inverno, e si critica l'uso di introdurre nelle messe melodie ispirate a canzoni profane, come le celebri Ma bouche rie e L'homme armé. D'altronde, fin dalle prime pagine, il C. aveva parlato della musica come di uno "stabile tesoro", "abbracciata, reverita e predicata da legislatori antichi e d'ogni setta". Da ricordare inoltre Ampio theatro de gli honori, e Meravigliose grandezze della musica, rimaste manoscritte (Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, ms. II 394); e infine, citato solo dal Mraboschi, un trattato sopra la musica, diretto a Ferdinando Gonzaga e steso nel 1621 e che è forse da riconoscersi nel predetto Ampio theatro. Il C. fu anche autore di scritti di edificazione. Di opere di contrappunto e canto fermo, che il Tiraboschi ricorda come stampate dal Gadaldino di Modena nel 1629, non rimane traccia nelle biblioteche europee, così come di un Discorso musicale al sig, Mesino Forni, canonico della cattedrale, altresì edito dal Gadaldino e ricordato dal C. stesso.
Tra le composizioni manoscritte si ricordano: Magnificat a 4 soli con 8 ripieni, Messa a 3 voci, Messa a 4 voci, conservate nei mss. L. 54-56 della Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Tra le opere a stampa: Motectorum octonis vocibus liber primus (solo il n. 1 Laetantur coeli e il n. 17, O admirabilis potentia sono da attribuirsi al C.), Venezia 1605; Gaudens gaudebo a 8 voci, in Abraham Schade, Promptuarii musici... pars I (n. 39), Strasburgo 1611; Cognoverunt discipuli a 8 voci, ibid. (n. 19), ibid. 1612; Sacro cinto di Maria Vergine op. 3 cioè letanie a 4-8 voci con i suoi accomodati Mottetti... secondo l'uso moderno, Venezia 1618; Sancti et iusti a 2 voci e basso continuo, in Z. Zanetti, Sacrae et divinae cantiones..., Venezia 1619; Coelorum candor splenduit, a 3 voci e basso continuo, ibid.; Modo di raccomandare l'anima a Dio, Modena 1633; Vita, morte e miracoli del glorioso s. Geminiano vescovo protettore della città di Modena op. 6, ibid. 1633; Compendium in summam compendiosam Sacramentorum Ecclesiae, casuum conscientiae..., ibid. 1638.
Di un Casali (ma probabilmente si tratta di un Giambattista romano) si trova citata nel Repertoire intern. des sources musicales un'arietta (certamente un adattamento) nel vol. La muse lyrique italienne avec des paroles françoises; ou choix d'ariettes et d'airs italiens... avec une basse chiffrée, Paris 1773.
Bibl.: G. B. Mattei, Storia della musica, I, Bologna 1757, ad Indicem; G. Tiraboschi, Bibiblioteca modenese, Modena 1781, I, p. 414; VI, p. 581;G. Bertini, Dizionario storico-critico degli scrittori di musica, Palermo 1814-15, sub voce;G. Fantoni, Storia univers. del canto, Milano 1873, pp. 59, 269;A. G. Spinelli, Don L. C. contrappuntista modenese, in Atti e mem. d. R. Deput. di storia patria per le prov. modenesi, s. 5, I (1900), pp. 223-58 (con docc.); G. Roncaglia, La cappella musicale del duomo di Modena, Firenze 1957, pp. 106 s.; M. Medici, Osservaz. sulla biblioteca musicale di Parma, in Aurea Parma, XXVIII (1964), 2, pp. 128 s.; V. Gibelli, L. C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, Supplement, XV, Kassel 1973, coll. 1353 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon..., II, p. 352;E Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 304; Grove's Dictionary of music and musicians, II, p. 103; Enc. della musica Ricordi, I, pp. 422 s.; La Musica, Diz., I, p. 361.