GRAZIANI, Lodovico (Ludovico)
Nacque a Fermo il 14 nov. 1820 da Luigi e Vittoria Belli. Dimostrate presto spiccate doti musicali come il fratello Francesco, famoso baritono, fu avviato allo studio del canto sotto la guida di F. Cellini, allora maestro di cappella della chiesa metropolitana di Fermo.
Dotato di una bella voce di tenore, debuttò nella primavera 1845 al teatro Corso di Bologna nel Don Procopio, pasticcio di C. Cambiaggio, ma passò subito dopo al teatro Valle di Roma, dove fu chiamato a partecipare alla stagione 1845-46. Per qualche anno si esibì poi in alcuni teatri secondari di Roma riscuotendo notevole successo. Richiesto dai maggiori teatri italiani, il G. cantò in seguito nelle più importanti città del paese, emergendo soprattutto nei ruoli verdiani.
Nella primavera 1850 fu alla Pergola di Firenze, dove cantò ne I masnadieri di G. Verdi e nella Beatrice di Tenda di V. Bellini; nell'autunno dello stesso anno passò al teatro Carignano di Torino, dove il 14 settembre partecipò alla prima esecuzione italiana de La Lega lombarda di A. Buzzi. Nel medesimo teatro cantò poi ne La gazza ladra di G. Rossini, ne La vestale di S. Mercadante e nell'Attila di Verdi, che ripeté poi nella stagione 1850-51 al teatro Grande di Trieste.
Per le particolari caratteristiche della voce, dal colorito chiaro e soave, e per la padronanza del canto d'agilità, fu giudicato eccellente interprete anche nel repertorio di grazia, soprattutto in ruoli rossiniani.
Nel 1851 cantò anche al Carlo Felice di Genova, dove apparve nel Buondelmonte di G. Pacini (21 aprile), I Lombardi alla prima crociata di Verdi (13 maggio) e Anna Bolena di G. Donizetti (7 giugno), mentre in autunno comparve al Théâtre-Italien di Parigi, dove trionfò nel ruolo di Gennaro nella Lucrezia Borgia, sempre di Donizetti.
La stagione successiva lo vide protagonista sul palcoscenico de La Fenice di Venezia nella Semiramide di Rossini, in Stiffelio e nel Rigoletto di Verdi, opera a lui particolarmente congeniale; sempre a Venezia cantò anche nella prima rappresentazione assoluta di La tradita, su musica di G. Sanelli (2 marzo 1852) e ne Le nozze di Messina di F. Chiaromonte (18 marzo 1852). A Venezia si trattenne anche per la stagione successiva, dove partecipò a numerose rappresentazioni di repertorio, tra cui Buondelmonte, e apparve nella prima rappresentazione assoluta de La prigioniera di C.E. Bosoni su libretto di F.M. Piave (16 genn. 1853), quindi nell'Ernani e Il corsaro, di Verdi.
Le grandi doti vocali e la chiarezza della dizione del G. indussero Verdi a creare un ruolo espressamente per lui. Tale manifestazione di stima si concretizzò nel ruolo di Alfredo ne La traviata, affidato appunto al G., che apparve nella prima rappresentazione al teatro La Fenice il 6 marzo 1853. Malgrado l'insuccesso che accompagnò l'esordio dell'opera, la carriera del G. non ebbe a risentirne, continuò anzi a trionfare nel repertorio verdiano, come testimonia la stagione 1853-54 al teatro Carlo Felice di Genova, dove riscosse entusiastici consensi ne Il trovatore e in Rigoletto.
Il 26 dic. 1855 il G. debuttò al teatro alla Scala di Milano ne L'ebreo di G. Apolloni, cui fece seguito nella medesima stagione la Lucrezia Borgia (5 genn. 1856), nonché una memorabile apparizione come duca di Mantova nel Rigoletto (12 gennaio); partecipò quindi alla Giovanna de Guzman (I Vespri siciliani) di Verdi (4 febbraio), alla prima esecuzione de L'assedio di Leida di E. Petrella (4 marzo) e allo Stabat Mater di Rossini (17 marzo). Ancora nel 1856 il G. comparve al teatro Nuovo di Padova e successivamente a Napoli, dove cantò il ruolo di Don Sebastiano nell'opera omonima di Donizetti rappresentata al S. Carlo (16 ottobre).
Gli anni che seguirono lo impegnarono in importanti stagioni operistiche: fu dapprima a Palermo, poi ancora al Théâtre-Italien di Parigi nel 1859, a Londra, Barcellona e infine a Vienna, dove giunse nel 1860. Rientrato finalmente in Italia, il G. fu al teatro Apollo di Roma nella stagione 1860-61, ma tornò a Milano nella stagione successiva al teatro alla Scala per Un ballo in maschera di Verdi (8 genn. 1862).
Il ruolo di Riccardo, così come quello di Manrico ne Il trovatore, era particolarmente congeniale alla voce del G., non eccessivamente potente, ma molto estesa, vibrante e morbidissima, dagli acuti nitidi e smaglianti; ottimo fraseggiatore, eccelse soprattutto nei ruoli in cui risaltò la sua adesione al rispetto della "parola scenica" così come Verdi la intendeva.
Alla Scala comparve ancora nel 1862 nella prima esecuzione del Mormile di G. Braga (4 febbraio) e nel Don Sebastianore di Portogallo (16 marzo). Nella primavera di quell'anno, al Carlo Felice di Genova, fu interprete memorabile in Martha di F. von Flotow e nel Poliuto di Donizetti; passò poi nuovamente al teatro Apollo di Roma, ancora nel Poliuto e ne La forza del destino di Verdi, riscuotendo giudizi lusinghieri in entrambe le rappresentazioni.
L'anno seguente il G. tornò a Genova dove, tra l'altro, apparve in Lucia di Lammermoor di Donizetti. Le stagioni seguenti lo videro protagonista al teatro Regio di Torino, dove accanto a Un ballo in maschera (dicembre 1863) e Lucrezia Borgia (gennaio 1864), partecipò alla prima rappresentazione de La contessa di Amalfi di E. Petrella (8 marzo 1864), Simon Boccanegra di Verdi (dicembre 1864) e Il giuramento di Mercadante (gennaio 1865).
Ancora nel 1865 fu impegnato in un altro importante ruolo, quello di Vasco per la prima rappresentazione italiana de L'africana di G. Meyerbeer, avvenuta al teatro Comunale di Bologna il 4 novembre.
L'evento bolognese doveva segnare l'apogeo della carriera del G.: da quel momento la sua attività artistica prese a diradarsi. Nel 1869 partecipò alla stagione del teatro Carlo Felice di Genova, dove apparve anche in Norma di Bellini e ne Gli ugonotti di Meyerbeer. Ancora nello stesso anno fu a Pesaro per l'esecuzione dello Stabat Mater di Rossini, e nella stagione 1869-70 al teatro Apollo di Roma per l'Anna Bolena, ma le sue apparizioni si fecero sempre meno frequenti, e verso il 1880 egli pose termine alla sua attività, salvo sporadiche eccezioni, come un memorabile Trovatore al teatro Mariani di Ravenna nel 1881.
Ritiratosi definitivamente dalle scene, si spense nella sua villa di Grottazzolina, nei pressi di Fermo, il 15 maggio 1885.
Apprezzato cantante fu anche il fratello Giuseppe, nato a Fermo il 28 ag. 1819. Avviato presto alla musica compì i suoi studi al reale collegio di Napoli, dove fu allievo di S. Mercadante. La sua voce di basso, robusta ed estesa, raggiunse livelli di incomparabile bellezza per la dolcezza dell'emissione e l'impeccabile qualità del timbro. Terminati gli studi musicali, esordì sulle scene liriche intorno al 1840, producendosi in vari teatri. La sua carriera si interruppe prematuramente quando, ereditati il patrimonio familiare e i titoli nobiliari in qualità di primogenito, decise di abbandonare definitivamente le scene teatrali per ritirarsi nella sua dimora di Fermo. Mantenne ugualmente sempre vivo l'interesse per l'attività musicale esibendosi frequentemente nelle funzioni della cappella musicale della chiesa metropolitana di Fermo e in altre manifestazioni concertistiche della città, conservando intatte le splendide doti vocali fino in età avanzata. Giuseppe morì a Porto San Giorgio il 6 marzo 1905.
Vincenzo, fratello dei precedenti, nacque a Fermo il 16 febbr. 1836. Avviato allo studio del canto, si formò anch'egli presso la cappella della chiesa metropolitana di Fermo con il maestro Cellini. La sua voce di baritono era apprezzata al pari di quella del fratello maggiore Francesco, se non addirittura in misura superiore. Esordì sulle scene a Fermo nel Carnevale del 1862 interpretando la parte di Belcore ne L'elisir d'amore di Donizetti. Destinato a un avvenire brillante, dopo i primi successi fu costretto tuttavia a rinunciare prestissimo alla carriera teatrale a causa di una malattia all'udito che degenerò in parziale sordità. Vincenzo morì a Fermo il 2 nov. 1906.
Fonti e Bibl.: A. Brocca, Il teatro Carlo Felice. Cronistoria dal 7 apr. 1828 al 27 febbr. 1898, Genova 1898, pp. 61, 65, 79 s., 89; A. Cametti, Il teatro di Tordinona poi di Apollo, I, Tivoli 1938, pp. 280, 506, 513, 530; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Cronologia, a cura di G. Tintori, Milano 1964, pp. 50, 53; M. Girardi, Il teatro La Fenice. Cronologia degli spettacoli 1792-1936, Venezia 1989, pp. 198-203; V. Gualerzi, Momenti di gloria. Il teatro Regio di Torino 1740-1936, Torino 1990, pp. 59, 150; G. Marchesi, Canto e cantanti, Milano 1996, pp. 163, 408; C. Schmidl, Diz. univ. deimusicisti, I, pp. 658 s.; Enc. dello spettacolo, V, coll. 1660 s., s.v. Graziani (famiglia); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 304, s.v. Graziani, (famiglia); The Oxford Dict. of opera, p. 299; K.J. Kutsch - L. Riemens, Grosses Sängerlexikon, II, Bern-München 1997, p. 1393; The New Grove Dict. of opera, p. 523; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), X, p. 320.