LOGIA
. È il nome greco (λόγια) dato ad alcuni detti attribuiti a Gesù (Logia Iesu) in due frammenti papiracei; il primo di essi inaugurò nel 1897 la collezione degli Oxyrhynchus Papyri (I, n. 1) di A. Grenfell e A. Hunt; l'altro, scoperto nel 1903, ha il n. 654 nella stessa collezione (vol. V).
Nel primo frammento si hanno sette sentenze. Alcune sono calcate su frasi dei Vangeli canonici: la prima richiama "la trave ch'è nell'occhio del fratello" (Matt., VII, 5; Luca, VI, 42); la quinta è parallela a Matt., IV, 24 sull'insuccesso d'un profeta nel proprio paese, e la sesta a Matt., V, 14 sui discepoli paragonati a città posta su un monte a tutti visibile. Nuove sono la seconda: "Se voi non digiunerete al mondo, non ritroverete il regno di Dio (cfr. Clem. Aless., Strom., III, 15, 99) e se non osserverete il sabato, non vedrete il Padre"; la terza che rimprovera gli uomini d'essere ubriachi e non assetati (di verità) e ciechi in cuore; la quarta, dopo frasi frammentarie di difficile ricostruzione, presenta quest'enigma: "Sveglia la pietra e mi troverai: incidi il legno, e pur là io sono". In ambedue le raccolte ricorre la frase "Dice Gesú" (λέγει 'Ιηροῦς), donde il nome dato a questi "detti". Nel papiro 654 si ha un'introduzione che nomina Tommaso, poi un invito a non cessar di "cercare sin che si sia trovato,; quando si sia trovato (la verità?), l'animo sarà pieno di meraviglia e costui "meravigliato regnerà e regnando riposerà". Il secondo logion comincia con le parole λέγει... ma poiché la prima frase sembra interrogativa, si è pensato d'integrare λέγει λούδας: e alla domanda di Giuda (identificato in apocrifi con Tommaso), Gesù risponderebbe, che gli uccelli del cielo, gli animali della terra e i pesci del mare mostrano la via al regno dei cieli e che "il regno dei cieli è dentro di voi". Le altre sentenze parafrasano testi dei Vangeli canonici.
Al momento della scoperta non mancò chi li mettesse in relazione con gli scritti, in parte perduti, ai quali accenna il prologo di Luca, e soprattutto con l'opera dell'apostolo S. Matteo che a testimonianza di Papia di Ierapoli raccolse i detti (τά λογια) di Gesù (v. matteo; sinottici). Oggi invece i Logia di Ossirinco vengono riportati al sec. II, per le reminiscenze che rivelano dei Vangeli canonici, compreso quello di Giovanni, senza che sia possibile precisare ulteriormente. Si riconosce anche, oggi, che nessuna delle sentenze nuove può essere messa a conto di Gesù. Si è molto discusso se le due serie di logia appartengano oppure no alla stessa raccolta, o se siano frammenti di un Vangelo extracanonico: tra questi, vengono in considerazione, per somiglianze attestate da citazioni o raffronti con passi di Clemente Aless., Macario egiziano, Origene, Ippolito di Roma, Ireneo, Girolamo, quelli "degli Ebrei" "degli Ebioniti" e "degli Egiziani" i cui rapporti reciproci, tra l'altro, non si possono considerare come del tutto definiti. Certo è che i logia hanno un carattere piuttosto gnosticizzante; e l'ipotesi più probabile è che si tratti di raccolte per sé stanti, d'uso privato, parallele a quelle raccolte di massime (γνῶμαι), che furono frequenti nella letteratura profana.
Ai Logia studiati si possono avvicinare il n. 665 degli Oxyrhynchus Papyri, che parafrasa Matt., VI, 25-28 e richiama il dialogo tra Gesù e Salome nel vangelo secundum Aegyptios; lo strano n. 840 (vol. V) che presenta un fariseo, sommo sacerdote, di nome Levi, rimproverante Gesù di essere entrato nel tempio senza purificarsi, e la risposta di Gesù che ricorda Matt., XXIII, 19, 25; infine il frammento papiraceo edito dal Deissmann in Licht vom Osten, 2ª ed., p. 332.
M. Asín y Palacios ha raccolto, in due fascicoli della Patrologia Orientalis, i Logia et Agrapha di Gesù presso scrittori musulmani. Per molta parte si tratta di tradizioni tardissime, delle quali alcune riecheggiano passi di vangeli apocrifi, ma non vi si riscontra nulla che presenti la vetustà dei Logia d'Ossirinco.
Bibl.: Le principali edizioni (con commento e bibliografia sussidiaria) sono quelle di Grenfell e Hunt, in Oxyrhynchus papyri, cit.; H. G. E. White, The sayings of Iesus, Cambridge 1920; E. Buonaiuti, Detti extracanonici di Gesù, Roma 1925; M. Asín y Palacios, Logia et Agrapha Domini Jesu apud moslemicos scriptores, asceticos praesertim, usitata, in Patr. Or., XIII, fasc. 3 e XIX, fasc. 4; cfr. Rev. Bibl., 1927, pp. 76-83.