logismografia
logismografìa Metodo per la tenuta delle scritture contabili, ideato da G. Cerboni nel 1873, applicato in Italia alle scritture della Ragioneria generale dello stato dal 1877 al 1892 e oggetto di vivaci discussioni e di molte pubblicazioni. È una tecnica, non più utilizzata, di scrittura contabile, imperniata sul principio della partita doppia (➔), che tiene conto di tutti i fatti amministrativi inerenti un’azienda e di tutti i rapporti che sorgono tra i soggetti ai quali sono intestati i conti. Secondo Cerboni, sia nell’azienda privata sia nell’Amministrazione Pubblica, i soggetti principali sono due: da una parte, il proprietario e, dall’altra, l’agenzia (cioè gli amministratori, i consegnatari, ovvero le persone che prendono in consegna i valori e i corrispondenti ovvero i clienti). Per tale ragione la teoria alla base della l. è definita personalistica e giuridica.
Nella sua forma rudimentale, il giornale logismografico comprende, come ogni altra scrittura cronologica, la descrizione completa delle operazioni (cioè numero d’ordine, data ed esposizione riassuntiva); seguono poi i due conti fondamentali, impostati, in base al principio della partita doppia, nelle due colonne ‘dare’ e ‘avere’ e intestati l’uno al proprietario e l’altro all’agenzia. Pertanto, se si vogliono distinguere i rapporti che corrono tra il proprietario e i consegnatari e corrispondenti dai rapporti tra il proprietario e l’amministratore, si devono impostare quattro analoghi conti, a due a due controbilanciantisi. L’insieme dei primi due (conto del proprietario e conto dei consegnatari e corrispondenti) costituisce la ‘contabilità patrimoniale’, che ha la sua base nell’inventario delle attività e passività iniziali; l’insieme degli ultimi due (conto del proprietario e conto dell’amministratore) costituisce la ‘contabilità finanziaria’, fondata, invece, sul bilancio di previsione.