LONDRA E 342, Pittore di
Ceramografo attico operante circa il 460-450 a. C. Dipinge a preferenza anfore nolane o vasi di forme equivalenti: J. D. Beazley gliene assegna 36 unitamente a cinque lèkythoi e un alàbastron. Tutte le sue figurazioni in conseguenza delle forme usate risultano assai ridotte, con un ristretto campo a sviluppo verticale. I soggetti comprendono figure umane e divine, Apollo e Nike e un grave personaggio seduto, re o eroe, che ritorna con notevole frequenza da solo o accoppiato con altra figura. Le sue figure hanno spesso una notevole freschezza, data anche dalla mancanza di pretensione del pittore. Singolare una figurazione di Eracle e Atena in un'anfora nolana dell'Ermitage in cui l'eroe appare stanco e spiritualizzato, con capelli selvaggi e atto dimesso come un Filottete o un Telefo errante.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 323; id., Red-fig., p. 459.