LONDRA
(lat. Londinium; ingl. London; Londonia nei docc. medievali)
Città dell'Inghilterra meridionale, capitale del Regno Unito, posta a km. 90 ca. dalla costa. La città di L. venne fondata dai Romani nel 50 ca. su due basse colline, costituite da strati di ghiaia del fiume preistorico, situate sulla riva nord del Tamigi, nei pressi dell'estuario. La prima menzione del nome Londinium si trova in Tacito (Annales, XIV, 33).Nei secc. 7° e 8° l'insediamento commerciale sassone di Lundenwic si trovava a O della città romana, nel distretto attorno allo Strand (od. Aldwych). Nell'886 Alfredo il Grande (871-899), re del Wessex, ripristinò la città romana, da cui si sviluppò l'abitato medievale. Nel 1040 il re Edoardo il Confessore (1042-1066) fondò un palazzo a Westminster, a km. 3 a monte di L., che in seguito divenne il centro del potere regio e, infine, del governo nazionale.Gli atti e la documentazione su L. e sul suo circondario, conservati nel Public Record Office Mus., sono rari per quanto riguarda il periodo dal sec. 7° al 12°, mentre risultano particolarmente numerosi a partire dal 1200; quelli di carattere amministrativo, i Letter Books e i Journals of the Court of Common Council, ricoprono un arco di tempo rispettivamente dal 1275 al 1498 e dal 1416 al 1600. Per l'ambito giudiziario le fonti principali d'informazione sono i calendari dei Mayor's Court Rolls (1298-1307) e dei Plea and Memoranda Rolls (1323-1482), mentre testamenti e trasferimenti di proprietà terriere sono registrati sugli Husting Rolls (1258-1600). Secondo la tradizione, i regolamenti edilizi che avevano lo scopo di risolvere le dispute sui confini fra vicini, nei quali viene incoraggiato l'uso della pietra per le costruzioni, furono compilati nel 1189, mentre ricopriva la carica di sindaco Henry fitz Ailwin.All'infuori di pochi schizzi sommari, la prima testimonianza figurativa di L. è del 1480-1483: si tratta di una veduta della città, inclusa la London Tower, miniata in un codice delle poesie di Charles d'Orléans (BL). A due generazioni successive appartiene invece la veduta panoramica di Antonius van den Wyngaerde, del 1540 ca. (Mus. of London). Tra le ulteriori vedute e piante, tutte disegnate e incise secondo una prospettiva da S, si ricordano le più ricche di interesse: la veduta del lungofiume di L., anonima e datata al 1550 ca., forse erroneamente attribuita ad Antonius van den Wyngaerde, e il panorama di Wenzel Hollar, del 1647 (Mus. of London).Le due ben conosciute descrizioni di L. in epoca medievale sono la Descriptio nobilissimae civitatis Londoniae di William Fitzstephen - redatta intorno al 1174 come prefazione alla biografia di s. Tommaso Becket - e il Survey of London di John Stow, del 1598, pubblicato nel 1603. Molti antichi edifici al di fuori dell'area colpita dal Great Fire del 1666 furono oggetto di raffigurazioni in incisioni, schizzi o acquerelli nei secc. 18° e 19°, spesso realizzati in occasione della loro demolizione.Urbanistica e architettura.- La morfologia dell'area, in particolare il ripido declivio verso il fiume, condizionò l'assetto della città, la posizione delle sue porte e degli assi viari principali. Le due colline erano separate da un corso d'acqua, chiamato Walbrook, e quella occidentale era lambita lungo il versante opposto, quello ovest, dal più largo fiume Fleet. Per entrambi i corsi d'acqua l'alveo, nel punto di confluenza con il Tamigi, abbastanza ampio in epoca romana, venne gradualmente ristretto nel Medioevo; lo stesso tratto del Walbrook entro la cinta era in larga misura ricoperto già nell'anno 1500.In tal senso nel corso dei secoli l'area occupata della città mutò gradualmente, ma continuamente, il suo aspetto oro-idrografico. Il più significativo fenomeno di espansione in quell'area fu quello che la città ebbe rispetto al Tamigi, con il suo estendersi letteralmente nel fiume. Lo sviluppo dell'area a S di Thames Street probabilmente ebbe origine da tre primi nuclei di attività: i due approdi commerciali di epoca sassone a Etheredeshithe (più tardi chiamata Queenhithe), documentato per la prima volta nell'899, e a Billingsgate, testimoniato intorno al Mille, e l'insediamento germanico anteriore alla conquista a Dowgate, più tardi lo Steelyard. Entro il sec. 12° furono fondate le chiese a S di Thames Street: All Hallows the Great, a Dowgate, St Magnus, presso il ponte, e St Botolph, probabilmente a Botolph Wharf, proprio al di sopra di Billingsgate e forse in origine appartenente a quella zona. Con l'esclusiva aggiunta della chiesa di All Hallows the Less, queste rimasero le sole chiese a S della strada, attestando in tal modo che nel periodo di formazione delle parrocchie nel sec. 12° questi luoghi erano già aree di sostanziale bonifica e attività fluviali. Il principale effetto sul piano topografico del costante, anche se irregolare, processo di recupero di quella zona, avvenuto dal sec. 12° al 16°, fu che, entro quest'ultima data, parti della banchina si estendevano fino a m. 80 a S di Thames Street, nel sec. 10° limite estremo lungo la riva del fiume.Il perimetro delle mura della città si estendeva per km. 2,1; con l'eccezione dell'ampliamento nell'angolo sud-ovest risultante dall'insediamento dei Domenicani (Blackfriars) alla fine del sec. 13°, la cerchia ricalcava l'andamento delle mura romane dell'inizio del 3° secolo. Essa constava di sei porte (erette sulle precedenti di epoca romana) e di un certo numero di posterule medievali.Nella città erano stati costruiti tre castelli normanni: a E la White Tower (terminata nel 1097) e a O due fortificazioni più piccole, i cui siti si conoscono solo in modo approssimativo, il Baynard's Castle (il primo insediamento probabilmente entro il 1087) e la Montfichet's Tower. Le principali fasi costruttive della London Tower furono sotto i re Guglielmo I il Conquistatore (1066-1087) e Guglielmo II (1087-1100), con la White Tower, inclusa la cappella di S. Giovanni (1090 ca.); sotto Riccardo I, nel 1190, erano già realizzati la Bell Tower, la Wardrobe Tower e un muro di cinta; con Enrico III, tra il 1220 e il 1250, si compirono il circuito interno delle torri, la Coldharbour Gate e la Great Hall (oggi scomparsa); Edoardo I (1272-1307) commissionò l'ampliamento dell'accesso verso terra, la creazione della difesa più esterna e la cataratta della chiusa della St Thomas's Tower (1277-1285). Edoardo III volle l'innalzamento del muro più esterno verso il fiume (1336-1339), Edoardo IV quello del Bulwark nel 1480 ed Enrico VIII (1509-1547) quello del Brass Mount, nonché la ricostruzione della chiesa di St Peter ad Vincula, nota anche come St Peter within the Tower, della Brick Tower e della Queen's House. All'altro capo della città il Baynard's Castle venne ricostruito da Enrico VII, negli anni 1497-1501, su un secondo sito, anch'esso nella zona ovest di L., mentre il Bridewell Palace, nei pressi del suburbio di Fleet Street, risale agli anni 1515-1523, quando era re Enrico VIII; la planimetria di entrambi è stata accertata attraverso gli scavi.La cattedrale di St Paul, la cui forma originaria è sconosciuta, fu ricostruita a partire dal 1087, sebbene alcune incisioni documentino che la maggior parte della navata centrale sia probabilmente posteriore al grande incendio del 1136. La torre fu ricostruita nel 1221 e il coro venne ampliato entro il 1255, incorporando la chiesa parrocchiale di St Faith, che a partire da quel momento rimase in una cripta sotto il coro. Il Capitolo era ancora in costruzione nel 1332 e potrebbe rappresentare il primo esempio inglese di edificio in perpendicular style.In ordine cronologico di fondazione, le prime residenze monastiche furono la St Mary Overie (od. cattedrale anglicana di Southwark), chiesa dei Canonici di s. Agostino (1106), distrutta da un incendio nel 1212 ca. e ricostruita entro la fine del sec. 14°, a eccezione della navata riedificata nel 1469; il priorato agostiniano di Holy Trinity ad Aldgate (1108), con il coro ricostruito entro la prima metà del sec. 12°; l'ospedale e il priorato agostiniano di St Bartholomew (1123) a Smithfield, all'esterno della cinta muraria della città, con la facciata occidentale databile al sec. 13°, la Lady Chapel del 1330 ca. e il chiostro ricostruito nel 15° secolo.Seguirono altri ospedali, monasteri e residenze degli ordini crociati: i Cavalieri Templari si insediarono nel 1128 ca. a Holborn, per poi trasferirsi nel 1161 nel New Temple (od. Temple Church) a S di Fleet Street, la cui struttura a pianta centrale con ambulacro, insieme al portale, risale al 1160-1185 ca., mentre il presbiterio è del 1220 circa. La prima fondazione in Inghilterra degli Ospedalieri di s. Giovanni di Gerusalemme è proprio quella londinese di St John of Jerusalem a Clerkenwell, del 1144 ca., di cui sono ancora visibili le due cripte, l'una inscritta nell'altra e rispettivamente datate al 1140 e al 1180 ca.; la portineria sud è invece del 1504. Sempre a Clerkenwell fu costruito nel 1145 ca. il monastero femminile di St Mary, oggi scomparso, mentre l'ospedale di St Katharine by the Tower è posteriore di tre anni; l'ospedale di St Mary without Bishopsgate, detto St Mary Spital, è del 1197; il monastero per le Benedettine con l'annessa chiesa parrocchiale, St Helen's Bishopsgate, è anteriore al 1216: in particolare il chiostro e la chiesa risalirebbero al sec. 13° (quest'ultima fu poi ricostruita nel 1475), mentre le due cappelle apparterrebbero al 14° secolo. Tra le altre fondazioni di ospedali possono essere ricordate quella del St Thomas of Acre a Cheapside (inizio sec. 13°), quella del St Mary of Bethlehem (1247) e infine quella dell'Elsing Spital (1329), del quale sopravvive l'incrocio della navata centrale, del 14° secolo.Tutti i più importanti Ordini mendicanti ebbero grandi conventi nella città: i Domenicani si insediarono nel 1221 a Holborn e poi si trasferirono nel 1275 sul sito dell'abbandonato Baynard's Castle e della Montfichet's Tower, a S-O di St Paul. Per la costruzione del loro convento venne demolita una porzione della cinta difensiva, ricostruita poi secondo un percorso che inglobava l'intero complesso; la chiesa venne conclusa nel 1288, mentre altre parti sono databili al tardo 13° e al 14° secolo. I Francescani (Greyfriars) fondarono il loro convento nel 1224, nei pressi di Newgate, e i lavori della chiesa terminarono nel 1337. I Carmelitani (Whitefriars) si insediarono nel 1247 a S di Fleet Street, mentre gli Agostiniani nel 1253 a Broad Street, ma la loro chiesa fu ricostruita tra il 1354 e il 1360. Precedente al 1269 è l'insediamento dei Crocigeri Belgi, mentre della fine del secolo (1293-1294) è quello dei Minoriti, come anche di molti altri ordini minori. Il monastero cistercense di St Mary Graces venne costruito a E della città nel 1349, mentre i Certosini si insediarono a L. nel 1371: il complesso della certosa conserva la più grande porzione di edifici religiosi di epoca medievale e Tudor, con la porta e il muro di recinzione del sec. 15°, parti delle celle e di altri edifici monastici e ambienti domestici dell'inizio del successivo. I luoghi scelti per l'insediamento delle comunità religiose erano solitamente in zone poco abitate, ai limiti delle mura della città; la loro localizzazione funge da indicatore per la conoscenza della relativa densità di popolazione nelle varie aree al tempo della loro fondazione.Erano ca. centodieci le chiese parrocchiali di L. in epoca medievale; il numero totale fluttuò leggermente a causa della riorganizzazione e in conseguenza della soppressione dei monasteri (1536-1540). Ottantanove chiese furono distrutte o gravemente danneggiate dal Great Fire; resti cospicui dei periodi sassone e medievale sopravvivono oggi soltanto in dieci chiese: All Hallows Barking, All Hallows Staining (torre del sec. 14°), St Andrew Undershaft (ricostruita nel sec. 16°), St Bartholomew the Less (torre del sec. 15°), St Giles (torre del 1396), St Helen, St Mary-le-Bow (cripta), St Olave Hart Street e St Sepulchre (entrambe del sec. 15°).Il combinarsi delle opere civiche, spesso dovute al mecenatismo privato, con un grande spirito religioso divenne una solida tradizione entro la fine del sec. 12°, quando cominciarono i lavori relativi al London Bridge (1176-1207), comprendente diciannove arcate. L'opinione, a lungo ritenuta corretta, che a valle di questo dovesse esistere un ponte di epoca sassone, è stata respinta; sembra oggi più verosimile che i ponti di epoca sassone e medievale fossero sulla stessa linea di quello precedente di epoca romana. Una cappella sul ponte, probabilmente da datare all'inizio del sec. 13°, venne ricostruita negli anni 1384-1397.A eccezione del London Bridge, la costruzione che maggiormente identificava l'orgoglio civico della città di L. era la Guildhall, il palazzo municipale. La storia archeologica e architettonica di questo complesso fino al 1600 può essere divisa in quattro fasi: una prima nel sec. 13°, a cui seguirono interventi ricostruttivi dal 1280 al 1340, una terza corrispondente alla grande riedificazione degli anni 1411-1440, cui si aggiunsero infine le addizioni del tardo 15° e dell'inizio del 16° secolo. Oggi sono ancora visibili due cripte medievali, appartenenti al secondo e terzo periodo. Indagini archeologiche, eseguite dal 1984 al 1986 su parte del sito del perduto mercato cittadino a Leadenhall (1440), mostrano che l'imponente quadrilatero e la cappella vennero costruiti, tutti in pietra, in un'unica fase con tangenze stilistiche con la Guildhall, prossima al completamento. Il piano terreno era aperto da una serie di arcate, mentre i due piani successivi erano dotati di ampie sale. Vi erano molte altre strutture pubbliche, mercati, prigioni, bagni pubblici e il sistema idrico, introdotto nel 1237, fu esteso gradualmente all'intera città entro il 1500.Nel sec. 10° le strade dovevano essere fiancheggiate da abitazioni e altri edifici civili in legno, mentre nei secc. 12° e 13° in alcune aree della città, particolarmente intorno alla cattedrale e in tratti del lungofiume, dovevano essere edificate case in pietra. Entro l'inizio del Trecento la sempre crescente densità abitativa aveva portato alla creazione di una tipologia di piccola casa, con intelaiatura lignea, progettata su due livelli con due ambienti per piano; la sala e la cucina si trovavano spesso al di sopra della bottega, al primo piano.In epoca romanica le chiese, gli ospedali e altri edifici vennero realizzati in pietra, al pari di altre città europee. Alla metà del sec. 12° si diffuse il Gotico di provenienza francese; tuttavia, intorno al 1330, si sviluppò nella capitale uno stile architettonico nuovo, conosciuto come il perpendicular style inglese. In quest'epoca, inoltre, nell'ambito dell'architettura religiosa possono essere individuate quattro innovazioni particolari: in primo luogo le cappelle che nel sec. 14° vennero inserite spesso in prolungamento del presbiterio; quindi, dal 1370 ca., il grande numero di torri, concepite inizialmente come campanili; il terzo elemento è rappresentato dalla comparsa, a partire dal 1230, di navate laterali nord e sud, anche se la forma standard tardomedievale con navata centrale e due navatelle apparve soltanto intorno al 1400; infine, almeno dal 1477 ma forse anche precedentemente, l'erezione con tipologie particolari di tombe ad altare, collocate nella terminazione orientale.Il principale museo che si occupa della città medievale e dei suoi dintorni è il Mus. of London; questo museo ha un attivo dipartimento archeologico che scava in aree in via di sviluppo su tutto il territorio urbanizzato della Greater London.
Bibl.:
Fonti. - William Fitzstephen, Descriptio nobilissimae civitatis Londoniae, a cura di J.C. Robertson, in Rer. Brit. MAe. SS, LXVII, 3, 1877, pp. 2-13; J. Stow, Survey of London, a cura C.L. Kingsford, 3 voll., Oxford 1908-1927.
Letteratura critica. - London, IV, 4, The City (Royal Commission on Historical Monuments), London 1929; London, V, East London (Royal Commission on Historical Monuments), London 1930; W.F. Grimes, The Excavation of Roman and Medieval London, London 1968; C. Barron, The Medieval Guildhall of London, London 1974; C.N.L. Brooke, G. Keir, London 800-1216: the Shaping of a City, London 1975; J. Schofield, The Building of London from the Conquest to the Great Fire, London 1984 (19932); M.D. Lobel, The City of London from Prehistoric Times to 1520 (The British Atlas of Historic Towns, 3), Oxford 1989; A. Vince, Saxon London, London 1990; J. Schofield, Medieval London Houses, New Haven-London 1995.J. Schofield
La prima e la più importante testimonianza architettonica che attesta il mutamento di L. da romana a sassone e cristiana fu la fondazione, nel 604, sulla collina occidentale della città, della cattedrale di St Paul da parte di Mellito, missionario e primo vescovo di Londra. Di questa chiesa - designata dal re Etelberto (560-616) come cattedrale metropolitana d'Inghilterra - non sopravvive nulla, ma qualche idea del suo stile 'sub-romano' si può avere dagli antichi resti della chiesa di All Hallows Barking, a navata unica, con laterizi romani reimpiegati nei muri dell'8° secolo.Le altre componenti della L. anglosassone erano una residenza reale, probabilmente situata entro le mura della fortificazione romana all'angolo nordoccidentale (nei pressi di Cripplegate), una serie di chiese parrocchiali a O della città - St Augustine a Watling Street, St Martin Ludgate e St Gregory - e alcune case private pertinenti a piccole proprietà, nessuna delle quali sopravvive. Le principali realizzazioni di Alfredo il Grande (871-899), rifondatore della città dopo le prime invasioni danesi della metà del sec. 9°, sono anch'esse sparite senza lasciare pressoché tracce: il rafforzamento della cerchia muraria romana, l'espansione degli edifici mercantili attorno a Etheredeshithe (più tardi chiamata Queenhithe), Billingsgate e, sulla sponda meridionale del Tamigi, Southwark, la cui estensione attorno all'estremità meridionale del London Bridge fa pensare che Alfredo o i suoi successori avessero riaperto il ponte romano.Entro la metà del sec. 11°, quando L. era diventata la più ricca e potente tra le città inglesi, re Edoardo il Confessore (1042-1066) cedette molte delle antiche piazzeforti dei re sassoni, i c.d. burhs, sul sito della fortificazione romana attorno ad Aldermanbury a Cripplegate, e spostò il suo palazzo e la sede del governo al di fuori delle mura di Londra. A due miglia a N, risalendo il Tamigi, sull'isola semirurale di Thorney - sito fin dal sec. 7° dell'abbazia benedettina di Westminster - Edoardo fondò, nel 1050 ca., il suo nuovo palazzo (di cui nulla sopravvive) e una nuova abbazia che doveva servire come suo mausoleo e come monastero privato regio. Consacrata nel 1065, la chiesa costituì il primo esempio di architettura romanico-normanna dell'Inghilterra e uno dei più grandi edifici romanici dell'epoca in Europa; il suo stile è strettamente legato a quello della grande abbazia normanna di Jumièges, il cui committente, Roberto di Jumièges, era stato vescovo di Londra negli anni 1044-1051.Entro l'epoca in cui veniva completata la facciata occidentale a due torri - qualche anno dopo la morte di re Edoardo - e in cui venivano terminati, tra il 1087 e il 1100, gli edifici monastici, di cui sopravvivono ancora parti del dormitorio, la cripta e il refettorio, per volere di Guglielmo I il Conquistatore (1066-1087) la L. anglosassone veniva ricostruita come una capitale normanna. Dopo il devastante incendio del 1077 Guglielmo rafforzò il suo controllo sulla città con tre fortezze: la Montfichet's Tower e il Baynard's Castle, situati all'estremità occidentale della città, e la grande White Tower, che dominava la città nell'angolo orientale. Iniziata negli anni settanta del sec. 11°, con ancora al suo interno la ben conservata cappella di S. Giovanni (sec. 11°), la White Tower ebbe funzione di palazzo reale e costituì un'eccezionale prima linea di difesa da attacchi che venissero dal Tamigi. Il suo maschio è il primo donjon in pietra in Inghilterra e rimase uno dei più grandi della cristianità latina. Il suo corrispettivo ecclesiastico fu la nuova cattedrale normanna di St Paul, iniziata nel 1087 dal vescovo Maurizio come risposta all'abbazia di Westminster. Il suo progetto di base seguì quello della navata della cattedrale di Canterbury, voluta dall'arcivescovo Lanfranco, ma con l'enorme 'apertura alare' del transetto a undici campate e la navata della stessa lunghezza; essa viene annoverata tra i giganti del Romanico europeo, lodata da Guglielmo di Malmesbury (De gestis pontificum; Rer. Brit. MAe.SS, LII, 1870, pp. 145-146) per capacitas e decoris magnificentia. Attorno e sotto la sua colossale presenza apparve quindi una quantità di chiese più piccole: St Mary-le-Bow dell'arcivescovo di Canterbury, con la sua ben conservata cripta 'a sala' del sec. 11°; St Martin-le-Grand, anch'essa con cripta; il vasto priorato cluniacense a Bermondsey, a S del fiume, voluto da re Guglielmo II il Rosso (1087-1100). La proliferazione dell'architettura religiosa nella L. del sec. 12° deve molto agli ordini riformati del clero. L'assistenza sociale costituì un obiettivo primario per i tre priorati agostiniani nella città del sec. 12°: Holy Trinity, edificata sotto Enrico I (1100-1135), che occupava un sito generosamente finanziato ad Aldgate; St Mary Overie (od. cattedrale anglicana di Southwark), sulla sponda meridionale; l'ospedale di St Bartholomew a Smithfield, sostanzialmente l'unico a sopravvivere, posto all'esterno del perimetro nordoccidentale delle mura cittadine, la cui chiesa, iniziata nel 1123, conserva il coro absidale normanno. Entro la fine del sec. 12° lo sviluppo al di là delle mura procedeva a pieno ritmo attorno all'intera città. Gli Ospedalieri di s. Giovanni di Gerusalemme ebbero il loro primo insediamento in Inghilterra a Clerkenwell, a N-O di Smithfield, dove costruirono una chiesa di pianta circolare, la St John of Jerusalem (progettata come imitazione del Santo Sepolcro), che doveva diventare modello di tutte la chiese dell'Ordine in Inghilterra. Un'altra chiesa a impianto circolare, in questo caso sopravvissuta, è la Temple Church, costruita a partire dal 1160 ca. dai Cavalieri Templari a S di Fleet Street e a O della cinta muraria. Le sue colonne in marmo di Purbeck e i suoi archi a sesto acuto sono annoverati tra i primi esempi di architettura gotica in Inghilterra. A S del fiume, gli Agostiniani di St Mary Overie ricostruirono la loro chiesa nel 1220 ca. secondo l'aggiornato stile gotico, inglese nella sua tecnica a mura spesse e retrocoro a terminazione rettilinea, ma anche debitore verso fonti lontane come la Borgogna o la Svizzera.La più sensazionale incursione delle forme del Gotico francese a L. - e quindi in Inghilterra - si ebbe nell'abbazia di Westminster. La ricostruzione della chiesa abbaziale promossa da Enrico III (1216-1272), a partire dal 1245 e fino alla consacrazione nel 1269, costituì un'impresa unica nel patronato artistico medievale, trattandosi del finanziamento di una grande chiesa da parte di un singolo individuo. Enrico III fu un appassionato costruttore e lasciò la sua impronta nella città con la trasformazione della White Tower nell'attuale fortezza a sviluppo concentrico e la ricostruzione del palazzo normanno a Westminster con uno splendore che rivela la sua concezione del potere regale, al limite della sacralità (Painted Chamber, appartamenti della regina Eleonora). Egli si interessò anche, in particolare, dell'elegante nuovo coro 'a sala' aggiunto al New Temple (1220-1240 ca.), simile nel disegno generale al retrocoro di St Mary Overie e nello stile alla cappella dell'arcivescovo di Canterbury a Lambeth Palace (1230 ca.). Ma la chiesa abbaziale di Westminster, non il palazzo, fu la sua costante e continua ossessione. Come reliquiario del canonizzato Edoardo il Confessore, come luogo di incoronazione e mausoleo dei re inglesi, la nuova chiesa, il cui costo non fu inferiore alle quarantunmila sterline, combinava un sistema francese nelle proporzioni e negli elementi costruttivi - con consapevoli quanto simboliche citazioni derivate dalla cattedrale delle incoronazioni a Reims e dall'abbazia-mausoleo di Saint-Denis - con una ricca finitura interna, senza altri precedenti se non quello costituito dalla Sainte-Chapelle di Parigi. Come il suo precedente normanno, essa provocò l'immediata reazione da parte del vescovo di Londra. Tra il 1256 e la sua consacrazione finale nel 1327, venne aggiunto all'antica cattedrale di St Paul un nuovo coro di impianto rettangolare, provvisto di navatelle, legato nella struttura alla tradizione inglese, ma con elaborate e innovative finestre a traforo, compreso un grande rosone, che dovettero fornire un'illuminazione spettacolare per il reliquiario di s. Erconvaldo, vescovo di L. nel 7° secolo. A coronamento dell'incrocio fu costruita la colossale guglia in legno e piombo, completata nel 1315, in assoluto la più alta d'Inghilterra, che dominò l'orizzonte della città fino al sec. 16°, quando fu abbattuta da un fulmine.Nell'ultimo quarto del sec. 13° la soluzione a traforo impiegata per il nuovo coro di St Paul ebbe un impatto decisivo dentro e fuori la città di Londra. Essa venne immediatamente adottata nella nuova cappella costruita nel 1286 ca. da John Kirkeby, tesoriere di Edoardo I (1272-1307) e vescovo di Ely, per il palazzo dei vescovi di Ely a Ely Place. L'edificio si estendeva su di una vasta area a N del suburbio occidentale di Holborn, convenientemente a metà strada tra i centri commerciali della città e l'amministrazione reale a Westminster. A completamento di un complesso di sale, chiostri e giardini, la cappella (od. St Etheldreda), di impianto quadrangolare con quattro torrette poste ai vertici (attualmente distrutte) e ampie finestre, fornì un modesto modello per la più grande di tutte le cappelle londinesi, quella di St Stephen nel palazzo di Westminster, iniziata da Edoardo I nel 1292.L'indole mentale militare ed eroica di Edoardo lo rese più interessato ad ampliare il palazzo di Westminster che non a portare a termine la costruzione della chiesa abbaziale paterna. La cappella di St Stephen, completata nel suo progetto originale al più tardi nel 1348 e distrutta per la maggior parte nell'incendio del 1834, costituì il prototipo per tutte le cappelle reali inglesi del Tardo Medioevo, a forma di grande solido parallelepipedo provvisto di pinnacoli (Eton College, King's College a Cambridge). Concepita come versione inglese della Sainte-Chapelle parigina (due piani con ampie vetrate a traforo), il suo interno riccamente decorato e i dettagli in stile flamboyant anticipavano il vocabolario del decorated style, mentre il sottile reticolato a traforo che racchiude il suo esterno divenne il punto di partenza per l'ultima fase del Gotico inglese, il perpendicular style; una delle prime manifestazioni di questo si ebbe, a partire dal 1332, nei chiostri e nella sala capitolare a pianta ottagonale di St Paul, a opera di William Ramsey, che, come architetto di corte, dominò le prime fasi di sviluppo di questo stile a L. e altrove.Questa sofisticata architettura di corte si sviluppò accanto a una nuova tipologia di edificio ecclesiastico diffusa dagli Ordini mendicanti, che, dagli anni trenta del sec. 13°, innalzarono i loro grandi conventi a ridosso delle mura, così come avveniva nella maggior parte delle altre città europee. La nuova chiesa dei Francescani, fondata nel 1306 dalla regina Margherita come mausoleo per sé e per i suoi familiari, e la poco più tarda chiesa degli Agostiniani a Broad Street, ricostruita tra il 1354 ca. e il 1360 e sopravvissuta fino all'ultima guerra, sono annoverate tra i primi esempi di un tipo di interno 'a sala', leggero e spazioso, con alti pilastri, coperture lignee e ampie vetrate, tipologia questa che dominò l'architettura mendicante e secolare fino alla fine del Medioevo.Delle oltre cento chiese parrocchiali di L., beneficiarie della generosità delle corporazioni, delle confraternite e dei consiglieri del Comune nel sec. 14°, ne rimangono meno di dieci nella loro forma medievale, testimoniata da frammenti di muri, archi o cappelle secondarie. Per l'edilizia privata la situazione non è migliore, sebbene recenti scavi archeologici abbiano rivelato il rapido succedersi degli edifici lungo la riva del fiume, tra Billingsgate e il London Bridge, e siano documentati sotterranei in pietra con navate e volte (cripta di Gerard's Hall a Basing Lane). Alcune delle più grandi case avevano torri merlate, per es. quella del sindaco John Pultney, in Pountney Lane, del 1341; alcune avevano salotti posti all'estremità della sala, l'ambiente principale della casa, come nell'abitazione del decano dell'abbazia di Westminster, del 1385. Le case costruite in sequenza lungo Abchurch Lane, probabilmente da Simon Basse, un commerciante di tessuti, poco prima del 1390, si componevano di negozi prospicienti la strada, di locali adibiti a magazzino sul retro, di cucine collocate all'estremità posteriore dei lotti, separate dalla casa vera e propria da uno stretto cortile.Tutte le famiglie più ricche riservavano le cure maggiori all'ambiente della sala, il centro della casa, generalmente rappresentato da un ampio spazio rettangolare ben illuminato e coperto da un elegante tetto in legno. Le sale più grandi sono documentate nei palazzi cittadini destinati all'alto clero: la Guard Room, in quello dell'arcivescovo di Canterbury a Lambeth, sulla riva meridionale del fiume, dell'inizio del sec. 14°, il palazzo del vescovo di Ely a Ely Place, del tardo sec. 13°, e la serie di residenze abbaziali ed episcopali lungo il lato meridionale dello Strand (od. Aldwych) e di Fleet Street (per es. la Arundel House dei vescovi di Bath), un suburbio occidentale della città, collocato in modo ideale per quelli che dovevano presenziare in parlamento a Westminster. L'ambiziosa sala dei vescovi di Winchester (1330 ca.) sulla riva meridionale del Tamigi a Southwark, adiacente alla chiesa di St Mary Overie, conserva, nel suo timpano occidentale, l'elaborato rosone. La residenza londinese del decano di Lincoln, a Holborn, con la sala a copertura lignea e la rara e inconsueta lanterna ottagonale (louvre), è datata a partire dal 1400 ed è il più antico resto sopravvissuto di un'abitazione urbana di epoca medievale. Lasciata in eredità a Lionel Barnard negli anni trenta del sec. 15°, essa divenne Barnard's Inn, una delle numerose case o locande per gli studenti di legge che crebbero nel sec. 15° attorno alla residenza del cancelliere reale in Chancery Lane, poco a N dello Strand. La fascia di collegi appartenenti alle corporazioni di avvocati, o Inns (Lincoln's Inn, con sala dell'inizio del sec. 16°; Gray's Inn, fondata sul suo attuale sito prima del 1307; Temple), si ampliò oltre il suburbio occidentale della città fino a S di Fleet Street. Senza dubbio la più grande di queste sale cerimoniali a L. era quella del palazzo di Westminster. Quando Guglielmo II il Rosso diede avvio alla costruzione, negli anni novanta del sec. 11°, questo enorme rettangolo a tre navate era la più grande sala in Europa. Con Riccardo II (1377-1399) essa venne rimodellata secondo uno stile persino più spettacolare. Già nel 1387 Riccardo diede inizio al completamento della navata centrale dell'abbazia, sotto la direzione dell'architetto reale Henry Yevele, probabilmente il maggior interprete del perpendicular style e presenza costante nell'architettura del tardo sec. 14° a L., al quale potrebbe attribuirsi il progetto della ricostruzione della cappella di S. Tommaso, del 1384 ca., sul London Bridge. Nel 1394 il sovrano gli affidò l'incarico di rimodernare la Westminster Hall di Guglielmo il Rosso. Il compito dell'architetto, relativamente modesto, fu quello di rinnovare le pareti e di aggiungere una facciata all'ingresso settentrionale, simile alla facciata occidentale che si stava costruendo per l'abbazia di Westminster, di cui Henry Yevele progettò anche il portico. Al di sopra di questa semplice struttura di supporto Hugh Herland, il maestro carpentiere reale, creò il riconosciuto capolavoro dell'architettura medievale in legno. Tralasciando gli antichi supporti interni normanni e ricoprendo l'immenso spazio con un tetto ligneo, a una sola campata, a massicce capriate a travi sporgenti, Hugh Herland creò uno scenario grandioso e senza confronti per Riccardo II - il cui trono era collocato all'estremità meridionale della sala, affiancato dalle statue di sei re inglesi - al fine di rappresentare il suo irrealizzabile sogno di monarchia pressoché assoluta.La risposta da parte della città alla Westminster Hall fu la ricostruzione, a partire dal 1411, della Guildhall nella City (Gresham Street) a opera dell'architetto John Croxton, un seguace di Henry Yevele, documentato come capocantiere a L. per trentacinque anni. Costruita sul sito del palazzo municipale del sec. 13° e decentrata in Gresham Street a N di Cheapside, essa non riuscì a dominare la città alla maniera dei palazzi civici di Toscana e Paesi Bassi. Dell'edificio, tuttavia, sopravvive abbastanza per far pensare che gli anziani della città avessero deciso di costruire il più grande e il più ricco di tutti i palazzi municipali, adatto alla dignità e alla prosperità della capitale del 15° secolo. Poggiato su una vasta cripta voltata, il suo spazio, ad ambiente unico, era coperto da un tetto ligneo a vista (distrutto dall'incendio del 1666) e illuminato da ampie finestre in perpendicular style; era affiancato da un portico voltato a due piani, riccamente decorato con le figure delle Virtù civili e cardinali della Legge e della Sapienza, della Giustizia, della Prudenza, della Fortezza e della Temperanza.Un altro incarico documentato di John Croxton fu quello di costruire nel 1442 un magazzino per i cereali a Leadenhall, il mercato del pollame, e una cappella che, secondo antichi disegni, aveva un motivo a traforo cieco a pannellature in perpendicular style, simile a quello della Guildhall. Altri mercati erano a Cheapside (mercato principale di L., dominato dalla penultima croce di Eleonora, eretta da Edoardo I negli anni 1291-1295), a Eastcheap, a Smithfield e a Billingsgate. Quest'ultimo, lungo la riva settentrionale del fiume, potrebbe essere stato ricostruito dal 1449 grazie a un generoso lascito di Thomas Haseley. Certamente esso costituì, insieme a Queenhithe e allo Steelyard della Hansa tedesca, il più grande luogo di approdo fluviale per le merci. Una miniatura in un codice delle poesie di Charles d'Orléans (BL) e una veduta di Antonius van de Wyngaerde del 1540 ca. (Mus. of London) mostrano la banchina di Billingsgate come un'alta fila di edifici a tre piani, aperti al livello del terreno con ampie logge per le merci scaricate.Le corporazioni cittadine o le compagnie che controllavano il commercio - in totale centoundici entro il 1422 - fissarono il proprio quartier generale attorno ai loro palazzi, in genere partendo da quelli privati donati da ricchi personaggi alla corporazione. La Merchant Taylor's Hall in Threadneedle Street, acquistata nel 1349 e ampliata nel tardo sec. 14°, ha come nucleo una grande sala con pedana e finestra aggettante, affiancata da un tranquillo giardino e dalla cucina a N e da ricoveri per i membri della corporazione che si erano ritirati dall'attività, affacciati sulla strada sul lato sud. Gli esponenti dell'alta classe mercantile, anziani e membri di corporazione, si dimostrarono generosi verso le loro chiese parrocchiali locali, così come le confraternite parrocchiali composte da cittadini della fascia media della società londinese. Un'indicazione generale circa la densità dell'architettura ecclesiastica nel sec. 15° è data dall'incisione su rame, del 1560, raffigurante la pianta della città e dalle prime vedute di Antonius van de Wyngaerde e di Wenzel Hollar (Mus. of London). La maggior parte delle chiese era composta da un alto campanile occidentale e da un corpo longitudinale privo di transetto, diviso in navate e provvisto di coro. I campanili erano in genere torri merlate, come in All Saints Fulham, del 1440-1441, ma occasionalmente coronate da guglie in legno, come in St Ethelburga a Bishopsgate. Le aggiunte, in genere, prendevano la forma di navate laterali o di cappelle che si estendevano al di là della navata e del coro, per es. St Ethelburga (ca. 1390-1400) o l'eccezionale e ben conservata St Helen's Bishopsgate, nella quale una navata venne aggiunta a una chiesa conventuale. Nei rari casi in cui l'intera chiesa era frutto di un progetto unitario, il risultato poteva essere austeramente elegante, per es. la chiesa parrocchiale di Westminster, St Margaret, iniziata nel 1480 ca. e completata nel 1523.Le abitazioni private dei mercanti più ricchi di L. del sec. 15° rivaleggiavano in scala sia con le sale episcopali erette nel secolo precedente, sia con le contemporanee sale delle corporazioni, sia perfino con le sale dei palazzi reali, come quella di Edoardo IV a Eltham Palace. La Crosby Hall, costruita nel 1460 ca. da un cittadino della Grocers' Company, John Crosby, un tempo situata in Bishopsgate Street e ora trasferita e ricostruita a Chelsea, consisteva in un vasto complesso di edifici disposti attorno a due cortili e dominati da un'ampia sala illuminata dalle vetrate di un oratorio a sporto e coperta da un soffitto con ornamenti dorati. Sebbene fosse eccezionale, la Crosby Hall aveva in comune con l'architettura della L. del tardo sec. 15° l'utilizzo del mattone (cripta). All'inizio del periodo Tudor l'edilizia in laterizio si contrappose decisamente a quella in pietra per le commissioni di alto livello. Il monumento meglio conservato del periodo è l'imponente edificio di ingresso a due torri dell'arcivescovo Morton a Lambeth Palace, costruito nel 1486, dove le particolari tecniche decorative - superfici in laterizio ravvivate da rivestimenti in pietra e da motivi a rombi - furono utilizzate anche nella riparazione delle mura cittadine dopo il 1477.Il circuito murario di L. rimase essenzialmente quello disegnato dai Romani e rafforzato in epoca sassone, ancora visibile in massime estensioni a Tower Hill e nel cimitero di St Alphege, a London Wall. Le porte - Aldgate a E, Bishopsgate, Cripplegate e Aldersgate lungo il perimetro settentrionale, Newgate e Ludgate lungo quello occidentale - risalgono almeno all'inizio del sec. 11°, sebbene di esse non sopravviva nulla se non frammenti archeologici e rilievi topografici. La maggior parte della ricostruzione delle mura del tardo sec. 15° venne finanziata dalle corporazioni le cui sedi erano adiacenti a una particolare sezione di mura (i commercianti di tessuti ricostruirono la parte tra Bishopsgate e Moorgate). Sulle fondamenta della L. romana e sassone la classe media della prospera capitale dell'epoca Tudor diede alle sue mura le sovrastrutture in mattoni a colori vivaci che dovevano dominare molta dell'architettura secolare a L. e dintorni nel 16° secolo.
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La storia dello sviluppo urbanistico di L. è stata tale da non consentire la conservazione di un adeguato numero di esempi di scultura medievale, fatta eccezione per la plastica dell'abbazia di Westminster. Tracce significative di decorazione scultorea si trovano nella cappella di St John della London Tower - parte delle primitive costruzioni del complesso di epoca normanna -, in cui ricorre un tipo di capitello a volute, sostanzialmente derivato da quello corinzio, presente anche nella cripta dell'abbazia di St Augustine a Canterbury, nel castello di Durham e in quello di Richmond (Yorkshire; Stone, 1955, p. 53).Un'importante testimonianza dell'evoluzione dello stile nel sec. 13° è costituita dalle effigi militari del New Temple (Richardson, 1843; Stone, 1955), pesantemente restaurate nel sec. 19° e quasi completamente distrutte da una bomba nel 1941. Con la ricostruzione della chiesa abbaziale di Westminster nel 1245, voluta dal re Enrico III, si formò nella città una vera e propria scuola di corte, che realizzò, oltre ai capitelli di Westminster, anche quelli di Windsor e le teste scolpite ritrovate nel palazzo di Clarendon (Wiltshire; Stone, 1955, p. 118). Nel transetto settentrionale dell'abbazia si trovano alcune sculture che ben documentano sia la grande perizia tecnica sia l'indirizzo realistico dello stile proprio dell'officina, in particolare degli scultori che lavorarono alle mensole e al fregio. Un esempio di estrema raffinatezza è la testa maschile, databile intorno al 1250, con tratti somatici molto regolari e quasi idealizzati (Stone, 1955, fig. 91A), mentre più realistiche e vivaci sono le teste di anziani uomini barbuti del fregio e soprattutto le vivaci figure in audace scorcio delle mensole poste più in alto, vere e proprie caricature. Nel transetto settentrionale rimangono inoltre alcune piccole sculture, come la mensola con Aronne, Mosè e Davide e le statuette all'interno di nicchie, raffiguranti probabilmente Enrico III ed Edoardo il Confessore. Le figure, caratterizzate da un trattamento anatomico piuttosto sgraziato e da una certa rozzezza nei panneggi, sono forse opera di scultori di non alto livello tendenti a imitare con scarsi risultati alcuni stilemi della contemporanea plastica francese (Stone, 1955, pp. 119-120).Tra le sculture medievali di maggior interesse che si conservano nell'abbazia occorre citare i rilievi con angeli turibolanti situati nei pennacchi del triforio nelle parti terminali del transetto meridionale e di quello settentrionale. Le due coppie di angeli, scolpite da più mani tra il 1254 e il 1258, originariamente fiancheggiavano una composizione centrale, probabilmente un episodio della leggenda di s. Edoardo, come in prototipi francesi (per es. nella cattedrale di Reims e nella Sainte-Chapelle di Parigi; Stone, 1955, figg. 96A, 96B). La coppia di angeli del transetto meridionale è generalmente riconosciuta di più alta qualità stilistica: l'angelo a E poggia i piedi su un piccolo leone rampante, la parte superiore del corpo è leggermente inclinata all'indietro e ricorda la posizione dell'angelo annunciante nel gruppo scultoreo della sala capitolare della metà del sec. 13°, mentre l'angelo a O mostra l'influenza della statuaria francese (per es. Amiens, cattedrale, portale del Salvatore; Chartres, cattedrale, portico settentrionale) nel viso - delicato e tondeggiante, con il naso corto e un vago sorriso sulle labbra - e nel trattamento di alcune parti del panneggio. Nonostante i riferimenti alla scultura francese, i due angeli esprimono il dinamismo e la vivacità propri della statuaria inglese della metà del secolo e ne costituiscono, per la loro qualità, uno degli esempi più interessanti. La coppia di angeli che si trova nel transetto settentrionale è invece, dal punto di vista stilistico, meno notevole: le caratteristiche del viso e il trattamento dei panneggi, così come le posizioni dei corpi, rivelano una certa sommarietà nell'esecuzione e una minore perizia tecnica.Un altro esempio della produzione scultorea della bottega che lavorò a Westminster è offerto dalla serie di ventiquattro medaglioni con busti di angeli situati nell'intradosso delle finestre del transetto settentrionale: le teste, per le loro caratteristiche, possono essere ricondotte agli angeli del transetto settentrionale, mentre il trattamento dei panneggi è molto vicino a quello della coppia nel transetto meridionale (Stone, 1955, fig. 95).Le mensole situate nella Muniment Room rappresentano combattimenti tra centauri e dragoni. Il trattamento dei visi, con le dure linee delle labbra e delle sopracciglia e il naso grosso e largo, avvicinano queste figure a quelle delle teste mensola nel triforio, tanto da poter supporre un'identità di mano nell'esecuzione (Stone, 1955, p. 124). Ancora all'opera di questa bottega deve essere riferita l'Annunciazione - uno dei gruppi più importanti nell'ambito della scultura medievale a L. - composta dall'angelo annunciante e dalla Vergine situati ai lati della porta d'ingresso all'interno della sala capitolare. Le due figure sono tradizionalmente riferite a William Yxeworth e datate, su base documentaria, tra il 1250 e il 1253 (Williamson, 1987; 1988). L'Annunciazione è stata paragonata al gruppo scultoreo di analogo soggetto che si trova sulla facciata occidentale della cattedrale di Amiens. Se da una parte si riscontra una certa vicinanza iconografica nella relazione gestuale che lega l'angelo e Maria, dall'altra l'angelo di Westminster, con il corpo esageratamente allungato, le braccia incrociate, il busto piegato all'indietro, i gesti vivaci, dinamici e scattanti, non potrebbe essere più lontano dal dignitoso, tranquillo e posato angelo francese. La figura di Westminster rivela, soprattutto nei panneggi, la vicinanza a opere inglesi, come la tomba di William Longespée (m. nel 1226) nella cattedrale di Salisbury e soprattutto la scultura della cattedrale di Wells (Stone, 1955, p. 121). Affinità stilistiche legano l'angelo dell'Annunciazione, le coppie di angeli scolpiti dei transetti e un piccolo crocifisso in avorio conservato nella chiesa abbaziale di Herlufsholm (Danimarca), che, contemporaneo alle sculture di Westminster, è esempio dell'influenza della scuola di corte nelle province (Young, 1977).Il grande arco d'ingresso dal chiostro alla sala capitolare era decorato con ricchi motivi fitomorfi dai quali emergevano figure, oggi gravemente danneggiate: la Vergine con il Bambino al centro e due angeli ai lati, uno dei quali è ancora in parte visibile e mostra un'alta qualità stilistica; ai lati dell'arco è scolpito l'albero di Iesse (Noppen, 1957). Si è ipotizzato che il prototipo iconografico sia stato il portale con gli stessi soggetti del transetto settentrionale della cattedrale di Lichfield, eseguito tra il 1231 e il 1241 (Thurlby, 1986). Una delle principali caratteristiche dello stile delle maestranze che lavorarono a Westminster nel sec. 13° fu la tendenza a decorare abbondantemente le superfici murarie con volute vegetali. Del tutto estranea alla tradizione francese contemporanea, tale tendenza sarebbe derivata dalla cultura anglosassone, in particolare dalla lavorazione dei metalli e dalla tradizione dei manoscritti miniati, che avrebbe trasmesso alla scultura romanica inglese questa sorta di horror vacui (Stone, 1955, p. 124).Una fra le opere maggiori realizzate dall'officina di corte a Westminster fu il grande portale del transetto settentrionale, oggi distrutto, con numerose statue e scene in bassorilievo (Lethaby, 1906; 1925).Le tombe che a partire dalla fine del sec. 13° affollarono l'area intorno alla tomba di Edoardo il Confessore a Westminster costituiscono una straordinaria galleria di immagini reali e rappresentano una documentazione notevole sullo sviluppo dello stile di corte tra il 13° e il 14° secolo. Le più antiche effigi sono quelle di Enrico III e di Eleonora di Castiglia. La statua del re (m. nel 1272), eseguita in bronzo dorato da William Torel non prima del 1291-1293, fa riferimento a modelli più antichi, come l'effigie di Giovanni Senza Terra nella cattedrale di Worcester, eseguita nel 1232 (Williamson, 1987). Anche la statua di Eleonora venne affidata a William Torel, ma in quest'opera la tecnica di fusione in bronzo di grandi immagini rivela di non essere ancora perfezionata (Williamson, 1987). La regina, con la corona e i capelli sciolti sulle spalle, indossa una lunga veste e un mantello; nella mano destra stringeva lo scettro, mentre con la sinistra tiene i lacci della veste con un gesto tratto dalle effigi reali francesi di Saint-Denis (1263-1264). La testa poggia su due cuscini decorati con insegne araldiche, mentre ai suoi piedi sono accucciati due leoni. Nel complesso si tratta di un'immagine idealizzata, quasi fredda.Nel corso della prima metà del sec. 14° si ebbe un rapido mutamento nelle tendenze stilistiche della scultura londinese. Il sepolcro della regina Filippa di Hainaut (m. nel 1369) fu eseguito da Jean de Liège e risponde a criteri stilistici assai diversi, vicini a quelli delle tombe che lo scultore aveva realizzato per la famiglia reale francese: l'immagine di Filippa è molto realistica, quasi un ritratto, come quella di Edoardo III (m. nel 1377), eseguita in bronzo dorato. La tendenza a un maggiore realismo si accentuò con le effigi, risalenti al 1398-1399, di Anna di Boemia e di Riccardo II, oggi purtroppo molto danneggiate.Tra le tombe dell'abbazia, alcune sono completate da un baldacchino - come quella di Aveline di Lancaster (m. nel 1273), di Aymer di Valencia (m. nel 1324), di Edmund Crouchback (m. nel 1296) -, altre sono arricchite anche da una serie di piccole statue in nicchie, che ritraggono, in alcuni casi, personaggi storici identificati da piccoli stemmi. Da segnalare infine la tomba di Guillaume de Valence (m. nel 1296), con l'immagine del defunto distesa su un basamento originariamente completato dalla presenza di trentuno statuine e accompagnata dallo scudo, appoggiato su un fianco, decorato con smalti di notevole fattura che fanno supporre la provenienza della scultura da una delle officine di Limoges (Bond, 1909, p. 188).
Bibl.: E. Richardson, The Monumental Effigies of the Temple Church, London 1843; W.R. Lethaby, Westminster Abbey and the King's Craftsmen, London 1906; F. Baud, Westminster Abbey, Oxford 1909; F. Bond, Westminster Abbey, London 1909; W.R. Lethaby, Westminster Abbey Re-Examined, London 1925; J.G. Noppen, Sculpture of the School of John of Saint Albans, BurlM 51, 1927, pp. 79-80; id., Further Sculptures of the Westminster School, ivi, 53, 1928, pp. 74-78; L. Stone, Sculpture in Britain: the Middle Ages (The Pelican History of Art, 9), Harmondsworth 1955; J.G. Noppen, The Chapter House. Westminster Abbey, London 1957; R.A. Brown, H.M. Colvin, A.J. Taylor, The History of the King's Works, I-II, The Middle Ages, London 1963; D. Carpenter, Westminster Abbey: Some Characteristics of its Sculpture 1245-1259. The Workshop of the Censing Angels in the South Transept, JBAA, s. III, 35, 1972, pp. 1-14; P.A. Young, The Origin of the Herlufsholm Ivory Crucifix Figure, BurlM 119, 1977, pp. 12-19; M. Thurlby, The North Transept Doorway of Lichfield Cathedral: Problems of Style, Revue d'art canadienne. Canadian Art Review 13, 1986, pp. 121-130; P. Williamson, The Sculpture, in Age of Chivalry. Art in Plantagenet England 1200-1440, a cura di J.J.G. Alexander, P. Binski, cat., London 1987, pp. 98-106; id., The Westminster Abbey Chapter House. ''Annunciation Group'', BurlM 130, 1988, pp. 123-124, 928.E. Antetomaso
In epoca medievale la presenza del palazzo e dell'abbazia di Westminster, vicini ma separati dalla city di L., significò ovviamente una pluralità di centri per lo sviluppo della pittura e della miniatura nella città. Le prove circa l'esistenza di scriptoria presso l'abbazia di Westminster o, nella city, presso la cattedrale di St Paul sono tuttavia scarse e controverse. I committenti più importanti furono i sovrani e i membri delle loro corti, che dimorarono nella London Tower e nel palazzo di Westminster. I re facevano affluire gruppi di pittori da tutto il paese per lavorare a progetti di grande impegno, generalmente sotto la direzione di un maestro, in carica per periodi più lunghi. Tali pittori svolgevano la propria attività separatamente dai miniatori, i quali, dal canto loro, cominciarono ad aprire le prime botteghe a L. al principio del sec. 13°; una corporazione che includeva i miniatori, conosciuti come lymners, esisteva già alla metà del sec. 14° (Alexander, 1992, p. 31). In questa prospettiva è plausibile che molti manoscritti riccamente miniati possano essere attribuiti agli scriptoria londinesi.A partire dal sec. 13° la miniatura prodotta a L. si caratterizzò sia per la sua diffusione sia per il ruolo guida nello sviluppo stilistico. Del periodo precedente, invece, si conosce molto poco; negli anni venti del sec. 12°, presso St Paul esisteva una scuola di grammatica con un maestro incaricato della collezione di libri, conservata presso l'altare; di questa, proseguita ancora nei secc. 13° e 14°, tuttavia non sopravvive quasi nulla, se non le liste dei libri e i cataloghi. Per quanto riguarda l'abbazia di Westminster, le perdite nel patrimonio librario e dei cataloghi per il periodo fino al sec. 13° sono state ancora maggiori. Ciò nonostante, i più antichi manoscritti miniati che possono, con qualche certezza, essere attribuiti alla produzione londinese sono associati a questa abbazia. Il primo è il Salterio di Westminster, del 1200 ca. (Londra, BL, Royal 2.A.XXII), con eleganti illustrazioni proprie dello stile di transizione, miniate da un artista che lavorò al Salterio di St Albans, opera anch'essa da attribuire probabilmente ai monaci di Westminster (Hildesheim, St. Godehardskirche, 1169). Alla metà del sec. 13° fu aggiunta una serie di disegni a penna acquerellati secondo uno stile e una tecnica associabili sia ai pittori di corte sia a Matthew Paris, il monaco cronista e artista di St Albans. Un esempio analogo, frutto di differenti mani, viene individuato nella copia - contemporanea all'originale - dell'opera Flores historiarum di Matthew Paris (Manchester, Chetham's Library, 6712); una sezione del testo si deve allo stesso Matthew Paris, ma la maggior parte del libro, comprese le illustrazioni con le incoronazioni dei re inglesi, può ben essere opera realizzata a Westminster. Un manoscritto di committenza regia, che si presenta analogo per tecnica e stile, è il codice miniato con la Estoire de Seint Aedward le Rei, prodotto presumibilmente anch'esso a Westminster per essere donato alla regina Eleonora (Cambridge, Univ. Lib., Ee.3.59).Morgan (1982) ha identificato come opere realizzate nelle botteghe londinesi gruppi di manoscritti dei primi del sec. 13°, tra cui il Salterio Glazier, datato agli anni 1220-1230 ca. (New York, Pierp. Morgan Lib., Glazier 25), e i codici a esso associati. Molti manoscritti miniati contenenti l'Apocalisse, datati al terzo quarto del sec. 13°, furono probabilmente prodotti a Londra. Alcuni fra i più lussuosi, per es. l'Apocalisse di Parigi (BN, fr. 403), sono ancora nello stile dei disegni a penna acquerellati visti per la prima volta nella produzione di Westminster.Verso la fine del sec. 13° si verificarono un mutamento nel gusto della committenza regia e una sempre maggiore diffusione degli stili provenienti dalla Francia. L'Apocalisse Douce, prodotta per il futuro re Edoardo I prima del 1272 (Oxford, Bodl. Lib., Douce 180), costituisce un esempio precoce del nuovo stile. I suoi stretti legami con le opere di grandi dimensioni di Westminster suggeriscono che sia questo codice sia il manoscritto gemello (Parigi, BN, lat. 10474) fossero prodotti londinesi. Il termine court style viene usato per un gruppo di manoscritti degli anni 1275 ca.-1310 ca. e alcuni di questi possono essere messi in connessione anche con la produzione londinese. Gli esemplari più notevoli sono il Salterio di Alfonso (Londra, BL, Add. Ms 24686), prodotto per il figlio di Edoardo I (m. nel 1284), il Salterio Mostyn, che riporta un calendario di L. (coll. privata), e il suo manoscritto correlato, il Salterio Windmill (New York, Pierp. Morgan Lib., M.102). Ciò permette di ipotizzare che L. fosse diventata il principale centro inglese per la produzione di codici di lusso all'inizio del sec. 14° e che gli stili sia dei dipinti di grandi dimensioni sia della produzione miniata si fossero diffusi rapidamente agli altri centri. Così come il court style, il successivo stile in voga, il Queen Mary style, viene messo in relazione con L., pur non potendo essere unicamente ascritto a questo centro. Il manoscritto chiave è il Salterio Queen Mary (Londra, BL, Royal 2.B.VII), la cui provenienza è sconosciuta. Forti influssi della produzione parigina, nonché una caratteristica combinazione di pittura e disegno acquerellato, contraddistinguono la mano dell'artista principale che collaborò alla realizzazione di questo codice. Un certo numero di miniatori, attivi intorno agli anni 1310-1325, utilizzò varianti di questo stile e la stessa serie di modelli iconografici. È quindi plausibile che essi lavorassero in una stessa bottega, lungamente attiva, localizzabile con molta probabilità a L. (Morgan, Sandler, 1987, pp. 154-155).A partire dalla metà del sec. 14° è documentata nella città la presenza di miniatori la cui attività è tuttavia molto difficile da identificare. È solo alla fine del secolo che ebbe modo di emergere uno sviluppo definitivo della produzione miniatoria londinese sotto il patronato di Riccardo II e delle istituzioni ecclesiastiche della città. Il Liber regalis (Westminster Chapter Lib., 38) e altri due codici vengono messi in relazione con la figura del re: sotto il profilo stilistico presentano legami con il Messale Litlyngton (Westminster Chapter Lib., 37) - prodotto da scribi e artisti su commissione dell'abate Litlyngton nel 1383-1384 per l'abbazia di Westminster - e con il Messale carmelitano, prodotto per i Carmelitani dei Whitefriars (Londra, BL, Add. Ms 29704-5). Come la pittura monumentale dell'epoca, anche le miniature di tali codici mostrano forti legami con la produzione italiana, insieme alla componente nuova degli influssi provenienti dai Paesi Bassi, individuabili specialmente nella produzione del Dutch Master del Messale carmelitano. Caratteristiche simili si ritrovano in un documento miniato a L., emanato a Shrewsbury da Riccardo II (Shrewsbury, Guildhall, Muniment 1. 24). Questo stile continuò nel sec. 15°, in relazione con l'attività a L. di Hermann Scheere, pittore tedesco o olandese. La produzione del sec. 15° si esemplifica nella miniatura di una copia della Confessio amantis di Gower (Oxford, C.C.C., 67, c. 9v), in cui appare l'amante inginocchiato secondo un atteggiamento e con un abbigliamento che ricordano quelli di Riccardo II nel dittico Wilton (Londra, Nat. Gall.).Come per la miniatura, a L. non rimane effettivamente nulla della pittura parietale di epoca romanica. Per quel che riguarda questa tecnica, comunque, la vicenda storica è quasi completamente dominata dalla decorazione del grande complesso di Westminster, che ospitava la residenza dei sovrani e l'omonima abbazia. Enrico III, la cui committenza è testimoniata dettagliatamente nei libri contabili, decise di fare di quella sede una fondazione degna della sua concezione del potere regale. Per il palazzo a Westminster egli commissionò un ciclo pittorico, ora perduto, con le gesta di Antioco. Un altro grande ciclo venne realizzato nella Painted Chamber, per celebrare il buon governo del sovrano; le rappresentazioni con Edoardo il Confessore, le Virtù trionfanti sui vizi e i successi militari di Giuda Maccabeo furono copiate prima che venissero distrutte da un incendio nel 1834. Esse mostrano, anche nello stile ad ampio panneggio di provenienza francese, che la pittura monumentale aveva legami con i manoscritti di committenza regia, come per es. l'Apocalisse Douce.Grande influenza ebbero i dipinti di Walter di Durham, attivo dal 1265 ca. al 1300 come artista ufficiale di corte al tempo di Enrico III e di suo figlio. Anche all'interno del complesso monastico compaiono pitture correlate al suo stile: l'incredulo S. Tommaso e S. Cristoforo nel transetto meridionale; la Santa Fede nell'omonima cappella e i dipinti sui basamenti delle tombe di Eleonora di Castiglia (m. nel 1290) e di Edmund Crouchback (m. nel 1296).Alla metà del sec. 14°, Edoardo III commissionò la decorazione della cappella di St Stephen nel palazzo di Westminster (ca. 1350-1363). I pittori lavorarono sotto la direzione del maestro Hugh di St Albans, utilizzando una tecnica complessa e ricca, testimoniata nei sette frammenti superstiti conservati a L. (British Mus., Trustees). Questi, insieme a studi antiquari e schizzi riguardanti la cappella, mostrano che la decorazione comprendeva scene bibliche sulle pareti laterali, angeli sui sedilia e al culmine, sulla parete orientale, un'ampia scena con la famiglia reale inginocchiata ai piedi di Cristo.Altrettanto complesso appare lo schema superstite della decorazione pittorica nella sala capitolare a Westminster, databile alla fine del secolo e commissionata da John di Northampton, un monaco dell'abbazia (1372-1404). Il programma comprendeva un grande Giudizio universale sulle campate orientali (i frammenti superstiti sono per la maggior parte teste di angeli) e una lunga serie di scene apocalittiche sulle altre pareti. Il Giudizio universale presenta ancora elementi dell'elegante stile di derivazione italiana ravvisabile anche negli esempi della cappella di St Stephen, mentre le scene tratte dall'Apocalisse mostrano tangenze con l'arte tedesca o fiamminga, come riscontrato anche nell'ambito della coeva miniatura. Queste opere sono da considerare già piena espressione del Gotico internazionale maturo. Il capolavoro della pittura murale in Inghilterra tuttavia non si trova a Westminster, ma nella London Tower (Byward Tower); si tratta di una Crocifissione realizzata negli anni 1390-1395 ca. probabilmente per Riccardo II. La parte centrale con la Crocifissione è andata perduta; rimangono invece le figure laterali, pregevoli esempi di questo stile (Park, 1987).La storia della pittura su tavola a L. è incentrata ancora sulla committenza dei sovrani e su Westminster; le opere conservatesi provengono tutte dall'abbazia. Primo tra queste è il dossale di Westminster. Pur non rimanendo alcuna documentazione in proposito, è probabile che esso, per dimensioni, ricchezza e qualità, fosse stato concepito per l'altare maggiore. Le parti superstiti (i pannelli a destra hanno perso il loro apparato decorativo) mostrano un tabernacolo centrale con guglie e pinnacoli entro cui è dipinta la figura di Cristo al centro, con un globo nella mano, fiancheggiata da due santi; nel pannello successivo sono visibili, entro medaglioni poligonali, i Miracoli di Cristo; segue la figura di S. Pietro nel tabernacolo alla sinistra. Quest'opera, per la quale gli stretti legami con l'Apocalisse Douce e con il Salterio di Alfonso suggeriscono una data intorno al 1270-1280 ca., si inserisce nel processo di sviluppo che interessò gli stili di corte legati alla tradizione francese, che avevano, all'epoca, il loro centro a Westminster. Diversamente dal dossale, la pittura dei sedilia nel coro dell'abbazia è documentata: l'artista che li realizzò tra il 1307 e il 1308 fu Thomas di Westminster, secondo uno stile dalle figure elegantemente allungate, vicine a quelle del dossale e dei manoscritti in court style. Sul lato verso il coro sopravvivono due immagini di sovrani a figura intera e su quello verso il deambulatorio sono leggibili i resti della figura di Edoardo il Confessore e di un'Annunciazione. Da porre in relazione con la decorazione del coro, ma in questo caso con il seggio riservato al sovrano, è anche il ritratto di Riccardo II, identificabile probabilmente con il dipinto del re pagato nel 1395 (Tudor-Craig, 1987), forse opera del pittore Gilbert Prince di Londra. Sebbene il viso sia stato leggermente alterato in seguito alla pulitura del 1866, esso può considerarsi senza dubbio uno dei più precoci ritratti inglesi. Anche se la sua rarità rende i confronti difficoltosi, sono stati suggeriti legami con le opere eseguite per l'imperatore Carlo IV, suocero di Riccardo, a Karlštejn (Martindale, 1967, p. 239).
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Musei e collezioni
L. è stata fin dal sec. 18° un centro per lo studio e la raccolta degli oggetti d'arte del Medioevo. I primi autentici collezionisti furono i più antichi membri della Society of Antiquaries, come William Stukeley e Horace Walpole, che poterono giovarsi della larga disponibilità di antichità medievali - sia britanniche sia continentali - nei negozi della capitale. Molti di questi oggetti provenivano dalle fondazioni religiose soppresse o demolite al momento della Riforma nel sec. 16° e durante la guerra civile del 17° secolo. Le collezioni private formatesi nel tardo sec. 18° e nella prima metà del 19° furono in molti casi assorbite dal British Mus. o dal South Kensington Mus. - dal 1899 chiamato Vict. and Alb. Mus. -, che ora insieme possiedono la più completa collezione di arte medievale al mondo.Il British Mus. venne fondato nel 1753 per provvedere alle immense e differenti collezioni di Hans Sloane, primo medico di re Giorgio II (1727-1760), lasciate in eredità alla nazione in quell'anno, compresa la biblioteca, nucleo originario della futura British Library. Fin dal principio esso riunì oggetti di epoca medievale messi in relazione con la storia britannica e ancora oggi i materiali emersi dagli scavi archeologici continuano a essere parte importante delle collezioni di questo museo. Di conseguenza sono molto numerose le acquisizioni di antichità anglosassoni, tra le quali il tesoro costituito da quanto rinvenuto nel 1940 nella nave-tomba di Sutton Hoo (Suffolk) rappresenta l'esempio di maggior pregio. Altri oggetti legati direttamente alla storia britannica nel Medioevo sono: gli scacchi di Lewis, un completo di pezzi di scacchi, del tardo sec. 12°, in avorio di tricheco, trovato sull'isola di Lewis (Ebridi) nel 1831; un'ampia collezione di mattonelle dipinte, del sec. 13°, provenienti dal palazzo di Clarendon (Wiltshire); i resti della decorazione murale della cappella di St Stephen nel palazzo di Westminster; infine, il liuto intagliato in legno da Warwick (Warwickshire), dell'inizio del 14° secolo. Accanto alle antichità britanniche il museo possiede una ricca collezione di intagli in avorio, dal periodo paleocristiano fino al Tardo Gotico; tra questi sono inclusi la famosa placchetta con l'immagine di S. Michele Arcangelo, del sec. 6°, il c.d. cofanetto Franks, del 700 ca., e i rari avori gotici inglesi, prodotti per il vescovo Giovanni Grandisson di Exeter nella prima metà del Trecento. Nel museo si custodisce anche un'ampia collezione di smalti, tra i quali sono particolarmente numerosi quelli mosani e di Limoges del 12° e 13° secolo. I più significativi tra gli esempi più tardi sono la coppa dei re, manufatto in oro del sec. 14°, e il reliquiario della Sacra Spina, del sec. 15°, proveniente dal fondo Waddesdon. Tra gli altri oggetti, rilevante è il c.d. cristallo di Lotario - il più importante cristallo di rocca intagliato di epoca carolingia -, mentre nella sezione delle monete e delle medaglie si conserva un'ampia raccolta numismatica di epoca medievale.Il South Kensington Mus. fu creato nel 1852 con i proventi dell'Esposizione internazionale del 1851, per incoraggiare produttori e artigiani attraverso l'esempio degli eccezionali oggetti di arte decorativa realizzati nel passato. La raccolta fu rapidamente ampliata con l'acquisizione di intere collezioni e con l'acquisto massiccio di oggetti; nel giro di dieci anni il museo iniziò ad arricchirsi di sculture e dipinti, oltre che di opere di arte applicata. Le collezioni si ampliarono e vennero costruiti nuovi edifici e, dopo una fase conclusiva di lavori nel 1899-1909, il museo venne riaperto con il nome attuale di Vict. and Alb. Museum. Esso contiene le collezioni nazionali di scultura europea, oreficeria, vetri e ceramica, tessuti e abbigliamento, arredamento ed ebanisteria e possiede un grande numero di manufatti artistici di epoca medievale realizzati con diversi materiali. La straordinaria collezione di avori comprende capolavori quali la valva dei Simmachi, del tardo sec. 4°, uno dei piatti decorati della coperta dell'Evangeliario carolingio di Lorsch (Roma, BAV, Pal. lat. 50; l'altro piatto è a Roma, BAV, Mus. Sacro), la situla Basilewsky, di epoca ottoniana, il cofanetto bizantino di Veroli, i dittici gotici di Soissons e Salting. Gli avori romanici inglesi sono ben rappresentati, con rari esemplari di pissidi, pettini liturgici, pezzi da gioco, croci pettorali, croci a tau e pastorali; la collezione di avori gotici è una delle più grandi del mondo.Nel museo si conserva inoltre una raffinata raccolta di sculture in pietra, appartenenti al primo Medioevo, che comprende la croce anglosassone di Easby e numerosi importanti capitelli e rilievi romanici provenienti dalle località francesi di Mozac, Saint-Pons-de-Thomières, Lombez, Saint-Gilles-du-Gard, da Cremona, da Vic (Catalogna) e da Larnaka (Cipro). La collezione di scultura gotica è di importanza internazionale e conta soprattutto alabastri inglesi e manufatti italiani e francesi del 14° secolo. Tra gli smalti e gli oggetti in metallo si annoverano il candelabro di Gloucester, del 1104-1113, importanti esemplari di argenti inglesi di età gotica, il reliquiario di Eltenberg, del sec. 12°, e il pastorale della Reichenau, del 1351; la sezione dei tessuti è nota per le collezioni di materiali copti e della prima età bizantina e soprattutto per la più grande collezione al mondo di ricami gotici inglesi in opus anglicanum, nonché per gli arazzi, tra cui quelli famosi con la Caccia nel Devonshire, del 1420-1430 circa. Il museo possiede inoltre una delle più complete collezioni del mondo di vetrate dipinte, provenienti per es. da Saint-Denis, dalla Sainte-Chapelle e da Saint-Germain-des-Prés a Parigi, dalle cattedrali francesi di Sées, Troyes e Lione, da quella inglese di Canterbury, dalla College Chapel di Winchester e da altre località dell'Inghilterra, nonché da Seligenthal, Friburgo in Brisgovia, Colonia e da altre località della Germania.Sebbene la grande maggioranza delle opere d'arte medievali presenti a L. sia conservata nel British Mus. e nel Vict. and Alb. Mus., anche altri musei possiedono piccole collezioni di materiali di pregio. La Nat. Gall. custodisce raffinati esempi di pittura su tavola del Trecento italiano e l'importante ed enigmatico dittico Wilton, della fine del 14° secolo. Nella Wallace Coll. si conservano piccole ma selezionate collezioni di avori, smalti e oggetti di arte suntuaria dei secc. 14° e 15°, e le Courtauld Inst. Gall. possiedono un gruppo di avori, smalti e sculture in legno medievali, facenti parte della Gambier-Parry Collection. Il Mus. of London, come suggerisce il nome, contiene sculture e altre antichità medievali legate alla storia della città, compresi i frammenti della croce di Eleonora di Cheapside (1291-1295). Il Westminster Abbey Mus., nella cripta normanna dell'abbazia, custodisce gli oggetti legati alla storia dell'edificio, come effigi funebri, frammenti scultorei e pannelli di vetrate, rimossi durante i restauri; anche le collezioni della Society of Antiquaries possiedono diversi alabastri medievali inglesi, pitture su tavola e il Salterio di Robert de Lindeseye (59), del 13° secolo.
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La British Library venne costituita nel 1973, quando i dipartimenti librari del British Mus. furono accorpati, con un atto del Parlamento, alla Nat. Central Lib., alla British Nat. Bibliography e alla Nat. Lending Lib. for Science and Technology, per dare vita a una nuova biblioteca nazionale in Inghilterra. In seguito si aggiunsero le collezioni dell'India Office, il Nat. Sound Arch. e l'Office for Scientific and Technical Information. La British Library è suddivisa in numerose sedi londinesi, molte delle quali sono in attesa di essere riunite per la fine del secolo in un edificio costruito allo scopo nella zona di St Pancras, posta nell'area settentrionale di L.; il Document Supply Centre, che tratta su scala mondiale le richieste di prestito dei volumi, e la maggior parte dell'amministrazione generale della biblioteca devono essere ospitati in una sede unica a Boston Spa, nello Yorkshire.Materiali significativi per i medievisti sono conservati soprattutto nella Reference Division della biblioteca, costituita dai vecchi dipartimenti librari del British Mus. e ancora oggi ospitata principalmente nell'originario edificio del museo a Bloomsbury. Quando il British Mus. venne fondato nel 1753, la magnifica biblioteca di Hans Sloane venne immediatamente unita a quella di Robert Cotton (m. nel 1631) e a quelle di Robert ed Edward Harley primo e secondo conte di Oxford, morti rispettivamente nel 1724 e nel 1741. Nel 1757 lo stesso re Giorgio II donò il patrimonio dell'antica Royal Lib. al nuovo museo. Spetta a queste prime 'collezioni di fondazione' il merito di aver dotato subito la biblioteca di molti tra quelli che oggi sono considerati i suoi più grandi tesori medievali, ovvero i frammenti paleocristiani del Genesi Cotton (Cott. Otho B.VI), i Vangeli di Lindisfarne, del tardo sec. 7° (Cott. Nero D.IV), due esemplari di Codex Aureus di epoca carolingia (Harley 2788; Harley 2797) e il manoscritto miniato di fattura inglese dell'inizio del sec. 14°, noto come Salterio Queen Mary (Royal 2.B.VII). L'antica Royal Lib. includeva inoltre l'importante collezione di manoscritti miniati ordinati da re Edoardo IV (1461-1483) negli anni 1479-1480 ca. alle botteghe dei Paesi Bassi, allora sotto il dominio borgognone, e una notevole e varia collezione di manoscritti medievali raccolti dalle biblioteche dei monasteri inglesi, soppressi durante la Riforma di Enrico VIII (1509-1547).Fin dalla metà del sec. 18°, grazie alla confluenza di numerose altre singole collezioni - Lansdowne nel 1841, Burney nel 1818, King's nel 1827, Arundel nel 1831-1832, Stowe nel 1883 e Yates Thompson nel 1941 -, il patrimonio dei manoscritti medievali della biblioteca si è arricchito di ulteriori esemplari, tra cui molti miniati. La collezione Egerton (1829) era accompagnata da fondi per gli investimenti, i proventi dei quali sono stati usati fino a oggi con lo scopo di accrescere il numero dei manoscritti del fondo, compresi i codici medievali. Acquisizioni più generali di manoscritti sono state distinte, fin dal 1753, con il termine additional - addizionali alle originali collezioni di Hans Sloane - e sono ora ca. settantamila volumi di tutte le epoche. Tra i più illustri manoscritti appartenenti alle diverse epoche del Medioevo occorre ricordare il Benedizionale di s. Etelvoldo (Add. Ms 49598) e la Bibbia di Moûtier-Grandval (Add. Ms 10546), il Salterio bizantino di Teodoro (Add. Ms 19352), il Salterio romanico di Winchester (Arund. 60) e quelli gotici De Lisle (Arund. 83/II), Luttrell (Add. Ms 42130). Tra gli additional figurano anche importanti collezioni di disegni topografici e antiquari, riproduzioni di lastre tombali in ottone e una grande varietà di testimonianze documentarie che coprono tutto l'arco del Medioevo. Vi sono anche, numerate a parte, collezioni di statuti e sigilli.
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