LONGMEN
Complesso di templi rupestri buddhisti in Cina, situato nell'attuale regione dello Henan, c.a 12,5 km a S di Luoyang. Le grotte cominciarono a essere scavate nell'anno 493 d.C. sotto la dinastia dei Wei Settentrionali (386-534) e i lavori furono portati avanti nel corso di tutte le dinastie seguenti - Wei Orientali (534-550), Wei Occidentali (535-557), Qi Settentrionali (550-577), Zhou Settentrionali (557-580), Sui (581-618) - fino ai Tang (618-907), in un arco di tempo di circa duecentocinquanta anni. Secondo Chavannes i periodi di attività più intensa furono quelli compresi tra il 495 e il 537 e tra il 638 e il 705, vale a dire durante i Wei Settentrionali e la prima parte della dinastia Tang. L'attività scultorea continuò in maniera molto ridotta anche durante le Cinque Dinastie (907-960), i Song Settentrionali (960-1126) e i Ming (1368-1644). Le grotte, scavate nella roccia calcarea delle colline Longmen-shan e Xiang-shan, sono sparse su entrambe le rive del fiume Yi (Yihe) e l'intero complesso si estende in lunghezza, da Ν a S, per 1 km.
Scultura del periodo Wei. - Le grotte ascrivibili al periodo dei Wei Settentrionali sono le seguenti: Guyang, Lianhua, Binyang (mediana), Huoshao, Cixiang, Weizi, Putai, Huangfugong, Lu; la Grotta Bianzhou fu scavata dai Wei Settentrionali ma completata nel corso della dinastia dei Qi Settentrionali. Le decorazioni scultoree delle grotte Binyang Ν e S, Yaofang, Zhaokeshi e Tangzi furono invece cominciate dai Wei Settentrionali, ma continuate dai Tang.
La tipologia delle grotte più antiche si ricollega alla tradizione espressa dalle grotte di Yungang (Shanxi) del primo periodo di questa dinastia, in cui, in realtà, pare che gli scultori fossero più a contatto con i motivi decorativi asiatico-occidentali che non con quelli nativi cinesi. L'influenza occidentale a L. è riconoscibile, p.es., nell'uso di capitelli pseudo-ionici, nei motivi di acanto e negli archi divisi in tre pannelli trapezoidali sopra le nicchie. Tuttavia all'esterno, sull'ingresso, già compaiono quei motivi architettonici che imitano i tetti delle case in legno. Per quanto riguarda invece la struttura interna delle grotte, sono abolite finestre e pagoda (v.) centrale, ma è ampliato l'ingresso, a vantaggio dell'illuminazione naturale dell'interno. La scultura principale viene sistemata sul muro di fondo, il che contribuisce ad ampliare il recinto antistante.
Per quanto riguarda le caratteristiche stilistiche, i tratti del volto appaiono alquanto delicati, ma è soprattutto il trattamento astratto del corpo e delle vesti che rispecchia uno stile nuovo dovuto all'aggiunta di elementi più conformi ai gusti estetici cinesi della Pianura Centrale. Una caratteristica delle grotte di L. ascrivibile al periodo dei Wei Settentrionali è la grande quantità di sculture che raffigurano donatori. Imperatori e funzionari sono rappresentati in processione in scene del cerimoniale buddhista, costituendo una rara testimonianza figurativa (grotte Binyang mediana e Huangfugong). Le statue di Buddha presenti nelle grotte di epoca Wei sono principalmente quelle di Sākyamuni e Maitreya, ma abbiamo anche la triade dei Buddha del passato, presente e futuro, Śākyamuni e Prabhūtaratna affiancati, Amitābha, Dīpaṃkara e i cinquantatré Buddha del passato, oltre al Bodhisattva Guanyin (Avalokiteśvara). Per quanto riguarda la composizione di queste sculture, vi sono gruppi statuari costituiti da triadi (un Buddha - o un Maitreya assiso all'ocidentale e con le caviglie incrociate - al centro affiancato da due Bodhisattva), da pentadi (con in più due discepoli, ciascuno ai fianchi del Buddha) e da sette figure (in cui due guardiani sono aggiunti all'esterno).
La Grotta Guyang, nella parte S della collina occidentale, la più antica, fu cominciata alla fine del V sec., ed è certamente la più ricca. La statua principale è quella di Śākyamuni con alto uṣṇīṣa (protuberanza cranica) liscio e viso allungato dai lineamenti aggraziati: è seduto a gambe incrociate su un trono rettangolare e il drappeggio è simmetrico e schematico, con l'abito monastico che copre entrambe le spalle. I due Bodhisattva laterali portano una corona a tre facce decorate da motivi floreali e la loro espressione è sorridente ma composta. Questa triade segnò l'inizio del nuovo stile Wei di Longmen. Le pareti destra e sinistra all'interno della grotta presentano una doppia fila orizzontale di grandi nicchie, quattro per ciascuna fila. La volta e le quattro pareti sono riempite da più di mille piccole nicchie.
Secondo la Monografia sul Buddhismo e il Taoismo contenuta nel Weishu («Storia dei Wei»), le tre grotte Binyang furono costruite dall'imperatore Xiao Wendi, la Grotta S e quella centrale dall'imperatrice Wenzhao e la Grotta Ν dall'imperatore Xuan Wudi, tutto questo in successione, nell'arco di tempo di ventiquattro anni, tra il 500 e il 523. Nel corridoio d'ingresso si trovano Mahābrahmā, a S, e il sovrano Śakra (cioè Indra), a N, entrambi in bassorilievo. Sulle tre pareti sono scolpiti i Tre Buddha del passato, presente e futuro e sulla parete di fronte, a destra e a sinistra del vano della porta si vedono, dall'alto verso il basso e nel seguente ordine: il Bodhisattva Mañjuśrī e Vimalakīrti seduti l'uno di fronte all'altro, impegnati nella dissertazione che forma il corpo del Vimalakīrti Nirdeśa, scene relative alle precedenti incarnazioni del Buddha nelle vesti del principe Sattva e del principe Śudana; scene di cerimoniale buddhista con l'imperatore e l'imperatrice, accompagnati da un gruppo di cortigiani; i Dieci Sovrani Celesti.
La Grotta Huangfugong fu completata nell'anno 527 ed è la sola grande grotta Wei di L. che sia datata; beneficiario ne è lo zio materno dell'imperatrice Hu. Sotto la parete di fondo si erge un altare con un Buddha seduto, due discepoli, due Bodhisattva, due Bodhisattva in meditazione. Su ciascuna delle pareti laterali è scavata ima grande nicchia, e sotto di esse sono raffigurate eleganti scene di cerimoniale buddhista. Sulla volta, al centro, è disegnato in rilievo un grande fiore di loto, con motivi di acanto tutt'intorno. Le otto figure di apsaras, che girano intorno al fiore di loto, portano in mano varî strumenti musicali. Sul pavimento è scolpita una bella composizione floreale costituita da sei fiori di loto.
Tutte le grotte Wei più grandi hanno pareti tappezzate di nicchie, di forme varie (quadrate, ad arco arrotondato o ad arco appuntito, con tetto), dentro le quali sono solitamente scolpiti i Sette Buddha, storie delle gesta del Buddha, Mañjuśrī e Vimalakīrti, deva e monaci adoranti. Oltre a ciò, gli architravi delle nicchie, i baldacchini e le aureole presentano decorazioni in rilievo di draghi, fenici, cervi, taotie, motivi di acanto, fiamme, vite, fili di perle, triangoli, fiori, nuvole, ecc.; la loro ingegnosa struttura raggiunse la perfezione sotto il regno dell'imperatore Xiao Mingdi (516-528), ma da allora in poi tenderà verso la semplificazione. Già intorno al periodo della dinastia dei Qi Settentrionali, le sculture della parete principale nella Grotta Bianzhou hanno figure tozze, abiti ampi e sciolti, con decorazioni poco chiare, segno di uno stile artistico nuovo.
Scultura del periodo Tang. - Tra i monumenti di L., solamente alcune piccole nicchie sono ascrivibili all'epoca della dinastia Sui (581-618), ma il periodo compreso tra gli anni 632 e 755 può considerarsi l'età d'oro della scultura di Longmen. Tra le principali grotte ricordiamo: Yaofang, Tangzi, Binyang (grotte S e N), Qianxi-si, Jingshan-si, Shuangyao, Laolong, Poyao, Huijian, Fengxian-si, Wan fo, Fengnan, Jingtu-tang, Moyasanfo-kan, Longhua-si, Jinan, Huoxia, Bazuo-si, le tre grotte Leigutai (mediana, Ν e S), Gaoping-junwang, Siyan, Erlianhua, Kanjing-si; ma ve ne sono centinaia di piccole con migliaia di nicchie.
Per quanto riguarda i temi decorativi presenti nella scultura delle grotte Tang, oltre a Śākyamuni, Maitreya, Amitābha e al Bodhisattva Guanyin, già raffigurati all'epoca della dinastia Wei Settentrionale, compaiono anche Vairocana, Bhaiṣajyaguru (il Buddha della medicina), Mahāvairocana, Vipaśyin (il primo dei sette Buddha del passato), Kṣitigarbha, Guanyin (Avalokiteśvara) con mille braccia e mille occhi, storie della Terra Pura d'Occidente (il Paradiso del Buddha Amitābha) e statue di alcuni fondatori di scuole religiose, così come sculture che raffigurano Mañjuśrī che cavalca un leone e Samantabhadra a cavallo di elefante. Tutto ciò è senza dubbio in relazione con le opere di traduzione in cinese dei sūtra buddhisti e con la fioritura, e i rapporti reciproci, delle varie scuole.
Per quanto riguarda il trattamento delle superfici esterne, le grotte Tang sottolineano l'importanza della chiarezza e dello stile terso. Spesso si trovano stele con iscrizioni o brevi iscrizioni votive (commemorative) sulla nicchia (o sulla grotta). Le grotte hanno forme rettangolari, quadrate oppure a «U». L'ingresso viene alzato e ampliato fino a eliminare la parete anteriore. Nelle grotte Fengxian-si e Moyasanfo-kan si sono superati i limiti interni della grotta, e le sculture si affacciano all'esterno sul pendio della montagna. Le composizioni statuarie risultano essere per lo più composte da un Buddha, due discepoli, due Bodhisattva, due devarāja, due guardiani.
La statuaria Tang si rifà all'arte delle «figure piene»: il modello viene riprodotto in maniera realistica, con una tecnica assai raffinata. Bodhisattva e apsaras hanno fattezze piene e composte. La grande pentade sulla parete posteriore della Grotta S di Binyang fu fatta eseguire da Li Tai, principe di Wei, in onore della defunta madre Changsun, e fu completato nell'anno 641. Il volto del Buddha Amitābha è leggermente squadrato, le sopracciglia spesse, gli occhi grandi e le labbra carnose; sotto il tipico abito monastico si intravede una tunica con scollatura obliqua, stretta da una cintura sotto il torace; il Buddha è assiso su un piedistallo quadrato coperto dalle pieghe della veste. I due Bodhisattva portano entrambi un'alta corona, da cui fuoriescono i capelli: il viso è leggermente squadrato; gli abiti sono lunghi e i lembi della veste ricadono sul trono circolare in forma di loto in una cascata di soffici pieghe. Questi elementi possono considerarsi tipici della scultura buddhista del primo periodo Tang.
Il più importante complesso scultoreo del VII sec. è quello del tempio Fengxian (il cui nome in epoca Tang era Da-Lushena-kan, «Nicchia del grande Vairocana»). Questa grotta fu commissionata dall'imperatore Gaozong (649-683) e dalla consorte, l'imperatrice Wu, e completata il 20 gennaio dell'anno 676. A varî monaci incaricati di controllare i lavori furono conferiti titoli e dignità elevati. Le sculture esterne creano un'atmosfera solenne e maestosa. L'immagine centrale, alta 17,14 m, rappresenta il Buddha Vairocana, ed è la più alta di L.: il volto è tondo e liscio, l'espressione tranquilla e serena; i discepoli, pii e ossequiosi, hanno un'aria timida; i due Bodhisattva appaiono sfarzosi e solenni, ma modesti; i guardiani dall'aspetto fiero incutono soggezione. Si avverte una contrapposizione tra figure principali e subordinate, tra aspetto marziale e caratteristiche più raffinate, qualità che si armonizzano e pongono queste sculture tra le più squisite opere di Longmen.
La Grotta Wanfo fu completata nel 680; la nicchia Wanwuqian-fo (dei quindicimila Buddha) della collina orientale, chiamata anche Grotta Leigutai (mediana), fu completata negli anni Tianshou (690-692). Il gruppo scultoreo a venticinque figure di arhat, scolpito nelle parti inferiori delle pareti, è l'esempio più antico di tale soggetto, almeno in dimensioni rilevanti. Le sculture della grotta Jinan, le cui statue di guardiani con ossa, muscoli e carne resi in uno stile straordinariamente realistico, sono realizzate con un'ottima tecnica, furono commissionate dal primo ministro Yao Yuanzhi (651-721) in onore della defunta madre Liu, ma ultimate negli anni finali del regno dell'imperatore Zhongzong (705-710).
Tra le grotte portate a termine durante il periodo dell'imperatore Xuanzong (712-756) vanno ricordate le grotte Bazuosi e Kanjing-si. Il Buddha seduto a gambe incrociate nella Grotta Bazuo-si ha un uṣṇīṣa molto pronunciato, i capelli a riccioli spiraliformi e indossa un abito monastico che gli lascia scoperte le spalle. La Grotta Kanjing-si, che si trova nella parte S della collina orientale, è una delle maggiori: a pianta quadrata, attualmente al suo interno non si trovano né altare né statua principale, ma sono conservate soltanto - in basso, sulle pareti - le sculture in rilievo (alte 1,8 m c.a) di ventinove arhat, in atteggiamenti differenti, ma tutti caratterizzati da un aspetto fiero: si tratta forse di una sala per la meditazione fatta da accoliti della scuola settentrionale (di Shenxiu) della setta Chan (meglio nota col termine giapponese di Zen).
Anche le piccole grotte e nicchie, ascrivibili al periodo Tang, contengono dei capolavori. La statua nello stile «re Udayana», dai vestiti trasparenti quella solenne del Bodhisattva Kṣitigarbha, e quella di Bhaiṣajyaguru dall'aspetto benevolo, così come le innumerevoli e varie statue di Guanyin (Avalokiteśvara) e quelle raffiguranti offerenti, leoni, ecc., sono tutte opere tipiche del buddhismo mahāyāna. Le statue di Mahāvairocana e di Bodhisattva delle grotte Liutian e Leigutai (S), completate nel primo periodo di regno dell'imperatrice Wu (690-705), si ispirano ai più antichi testi esoterici. La statua di Guanyin con mille braccia e mille occhi di Wanfogou è stata realizzata in seguito alla fondazione delle sette esoteriche cinesi.
Numerose sono le iscrizioni presenti a L., risalenti soprattutto al periodo dei Wei Settentrionali e alla prima parte della dinastia Tang. In maggioranza sono brevi epigrafi indicanti una statua, una nicchia o una grotta. Si trovano però anche stele votive con iscrizioni che ricordano la committenza nonché numerosi esèmpi di iscrizioni che corredano statue di monaci e monache. Queste iscrizioni, nel loro insieme, costituiscono un materiale storico assai utile per lo studio scientifico di Longmen. Il contenuto di molte di quelle Tang, p.es., ci fornisce elementi preziosi per lo studio di importanti temi, quali le scuole buddhiste, il sistema amministrativo in prefetture e sottoprefetture, le associazioni di mercanti, ecc., per non parlare delle informazioni che se ne possono trarre riguardo alle relazioni tra la Cina e i paesi stranieri.
Bibl.: E. Chavannes, Mission archéologique dans la Chine septentrionale, 6 voll., Parigi 1909-1915; O. Siren, Chinese Sculpture from the Fifth to the Fourteenth Century, 4 voll., Londra 1925, pp. XX, XXI, XLV, XLVI, XLII, XLVIII, L, LI, LXIV, LXXV, LXXXIV, XCII, C-CIII, CXXX, CXXXVI, CXXXVII, CXLV, 2Ο-25,
123-213, tavv. LXXV-XCI e CCCCLII-CCCCLXXXI; id., Histoire des arts anciens de la Chine, III: La sculpture de l'époque Han â l'époque Ming, Parigi-Bruxelles 1930; S. Mizuno, T. Nagahiro, Ryūmon sekkutsu no kenkyū («Uno studio sui templi rupestri di Longmen, Honan»), con sommario in inglese, Tokyo 1941; L. Sickman, A. Soper, The Art and Architecture of China, Harmondsworth 1956; AA.VV., Ryūmon sekkutsu («Le grotte di Longmen») (Chūgoku sekkutsu), 2 voll., Tokyo 1987-1988; Y. Wen, Longmen shiku («Le grotte di Longmen»), in Zhongguo da baike quanshu Wenwu bozuuguan, Pechino-Shanghai 1993, pp. 328-330.