lonza
La lonza leggiera e presta molto, / che di pel macolato era coverta (If I 32), la " leonza o lonza che si dice " (Boccaccio; v. Detto del Gatto lupesco [Contini, Poeti II 292] 128 " sì vi vidi... / una lonça e un tinasso "; Proverbia super natura feminarum [I 542] 461 " la onça "; Rustico Ne la stia mi par esser 10), è " uno animale di quattro piedi, poco maggiore che la lepre " (Buti), quello " che i latini ‛ lynx ' e noi lupo cerviero chiamiamo " (Daniello), " che è pantera " (Ottimo; Lombardi) " ovvero liopardo " (Anonimo).
Il Landino, riprendendo Benvenuto, precisa che " tre specie di fiere troviamo aver la pelle distinta da varie macule: lupo cerviero, da' Greci detto linde, pardo e pantera ", ammettendo, in relazione al significato allegorico, la possibilità di accogliere tutte e tre le identificazioni. Il Tommaseo definisce la l. " fiera del genere della pantera, libidinosa e leggiera "; " pantera " o " leopardo " intendono per lo più i moderni. Il Mazzoni (Saggio di un nuovo commento alla D.C., Firenze 1967, 103-104) ricorda anche Isidoro Etym. XII II 20 " bestia maculis distincta ut pardus, sed similis lupo ". Per altre interpretazioni, e per il significato allegorico soprattutto nel proemio del poema, v. FIERA.
La l. che quasi al cominciar de l'erta ostacola il cammino di D., tanto da indurlo più volte a ritornar (If I 31 e 35-36) è ricordata più oltre: Io avea una corda... / e con essa pensai alcuna volta / prender la lonza a la pelle dipinta (XVI 108): la corda (v.) serve a chiamare Gerione.