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loquela

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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loquela

Antonio Lanci

È usato per lo più nel senso di " lingua ", " idioma ": Cv I V 2 lo naturale amore a propria loquela, cioè al volgare italiano, la italica loquela (X 14); e ancora: I VII 14, X 5, XII 1 e 6, XIII 1 e 3.

In Pd XXIX 131 Questa natura [degli angeli] sì oltre s'ingrada / in numero, che mai non fu loquela / né concetto mortai che tanto vada, il termine indica, in senso lato, il " linguaggio ", la " parola " umana. Analogo significato in Pd XXVII 134, dove con loquela intera viene indicato il " linguaggio corretto e perfetto nei suoni " (Mattalia), contrapposto al ‛ balbutire ' dei bambini: cfr. la lingua sciolta al v. 131, e parola integra di If VII 126.

Vale " accento caratteristico di un idioma ", in If X 25 La tua loquela ti fa manifesto / di quella nobil patria natio, / a la qual forse fui troppo molesto: l'espressione sembra ricalcata su Matt. 26, 73 " loquela tua manifestum te facit ". Cfr. lingua; Firenze: lingua.

Vocabolario
loquèla
loquela loquèla s. f. [dal lat. loquela, der. di loqui «parlare»], letter. – 1. La facoltà di parlare, di esprimersi per mezzo di suoni articolati: perdere la l.; riacquistare, recuperare la loquela. Con questo sign., è meno com. di favella....
tuttasanta
tuttasanta agg. e s. f. [dalla locuz. tutta santa, per traduz. del gr. παναγία]. – Santissima, epiteto liturgico di Maria Vergine (v. panagia): O Vergine, o Signora, o Tuttasanta, Che bei nomi ti serba ogni loquela! (Manzoni).
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