ACCONCIAIOCO, Lorenzo
Nato a Ravello, giurisperito, consigliere e familiare del re, nel 1304 gli fu affidata un'importante causa tra la Curia regia e il signore di Malpignano (Otranto), che ad essa aveva sottratto un casale. In quel tempo l'A., che nei documenti è detto "clericus", otteneva la collazione di vari benefici ecclesiastici. Nell'anno accademico 1305-06 allo Studio di Napoli, con stipendio di 6 once, lesse il Digesto nuovo. In quello stesso anno gli venivano donate dalla Regia Corte 100 once quale sussidio per l'acquisto di un ospizio nella città di Napoli. Dispiegò la sua azione di consigliere di Carlo II in occasione della intensa attività politica svolta dal sovrano in Piemonte e conclusasi con gli accordi, cui fu presente l'A., per i quali il marchese di Saluzzo, Manfredi IV, diventava vassallo dell'Angioino. Nell'estate 1306, accompagnò Carlo II in viaggio per i suoi stati di Provenza, e la sua presenza ebbe riflesso nella grande attività legislativa del re che allora pubblicò vari statuti sull'amministrazione civile di quei domini. In quell'occasione l'A. provvide anche, esportando grano dalla Puglia, ad alleviare la carestia di quei paesi. Nel 1309 fu nominato cancelliere di Filippo d'Angiò-Acaia, principe di Taranto. Diacono della chiesa maggiore di Napoli nel 1322, era in quell'anno anche Maestro Razionale a Bari e il re gli affidava le vendite del sale della Puglia. Nel 1327 Roberto d'Angiò lo nominava Maestro Razionale della Regia Curia donandogli, per i servigi da lui resi, la somma di 200 once d'oro.
A lui vanno assai probabilmente attribuite un gruppo di glosse edite nel 1925 da E. M. Meyers, il quale però le attribuì, forse per un errore di lettura della sigla Lau. Acon., a un Landulphus, non mai altrimenti noto. Se tali glosse fossero effettivamente dell'A., questi sarebbe stato alunno di Dino del Mugello e di Martino Silimani; ma non è possibile stabilire se abbia ascoltato il loro insegnamento a Bologna o, forse, a Napoli.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Napoli, ms. De Lellis, Notamenta, IV, parte I, pp. 799, 889, 968-971, 974, 987, 1132; IV bis, parte III, p. 590; M. Camera, Annali delle Due Sicilie, II, Napoli 1860, p. 138; Id., Memorie storico-diplomatiche dell'antica città e ducato d'Amalfi, II, Salerno 1881, p. 385; G. M. Monti, Storia dell'Università di Napoli, L'età angioina, Napoli 1924, pp. 74, 77, 81; E. M. Meyers, Juris interpretes saeculi XIII, Neapoli 1925, pp. 247-249; G. M. Monti, La dominazione angioina in Piemonte, Torino 1930, p. 334.