ATTENDOLO, Lorenzo
Non si conosce la data della sua nascita, ma la si può fissare tra il 1350 ed il 1360, poiché il Minuti (p. 120) ci informa che l'A. era molto più vecchio di Muzio che era nato nel 1369. Cugino di Muzio, è però impossibile appurare da quale dei fratelli (Sante, Bartolo, Nascimbene) del padre di Muzio fosse figlio. Il Solieri (Le origini..., albero genealogico) lo dice figlio di Sante e così pure il Bonoli (p. 80); il Litta di Nascimbene e l'Argegni (p. 55) di Nascimbene o Sante. Nell'aprile del 1385 l'A. seguì Muzio al servizio del marchese Alberto d'Este che, col fratello Niccolò (II), governava Ferrara. Nel 1392 andò al seguito di Alberico da Barbiano e con lui restò fino al 1396, allorché con Muzio, Martino da Faenza e Broglia Brandolini formò una compagnia. Nel 1398 era ad Assisi con Muzio e Broglia e, morto costui a S. Miniato (1400), con Tartaglia da Lavello, Zanino Crivelli e Pedrone da Castro passò a servire la Repubblica fiorentina, in nome della quale partecipò alla conquista di Pisa (9 ott. 1406). Nel 1405 Muzio affidò all'A. il figlio Leone, perché lo allevasse. Nel 1414 combatté a Foligno contro il re Ladislao ed il 14 novembre, scaduta la condotta con i Fiorentini, andò a Chiusi per impedire che, essendo Muzio in potere di Pandolfello Alopo, le terre del cugino venissero messe a sacco e le sue milizie disertassero. Nel 1415, liberatosi Muzio dalla prigionia mediante il matrimonio con Caterina, sorella dell'Alopo, tutti i suoi parenti dovettero fungere da ostaggi, tranne l'A. che si fermò in Patrimonio a governare le terre di Muzio. Nello stesso anno Muzio ebbe incarico, dalla regina Giovanna II, di domare Aquila, Capua, Fondi ed altre terre i cui signori si erano ribellati e l'A., con quattrocento cavalieri, coadiuvò il cugino nell'impresa. Nel giugno i due condottieri occuparono L'Aquila, poi sottomisero Cristoforo Gaetano, conte di Fondi e signore di Itri, Gaeta ed altre terre, e G. Cesare e Fabrizio, signori di Capua. Nel settembre Muzio fu imprigionato da Giacomo di Borbone e salvò la vita per l'energia della sorella Margherita che costrinse il re a scendere a patti con l'A., che, se ottenne garanzie per la vita di Muzio, dovette però cedere tutti i possessi degli Attendolo e restare, con seicento cavalieri, al servizio del re; ma nell'ottobre del 1416 Giacomo fu deposto e gli Attendolo tornarono in auge. Il 10 maggio 1417 l'A. ottenne la signoria di Bitetto, terra del demanio regio, e, sul finire dell'anno, fu incaricato da Muzio di proteggere la regina, quale viceré del Principato, carica che ricopriva dal 16 ag. 1417. Il 16 maggio 1419 fu creato capitano di guerra con ampia potestà sulla terra di Otranto; nel 1420 ebbe le terre di Betra e Bisceglie; nel 1421 era ad Aversa con Muzio e nel 1423 in Puglia. In seguito passò al servizio di Francesco Sforza, gonfaloniere di Eugenio IV, e nel 1433, insieme col nipote Leone, sconfisse Nicolò Fortebraccio a Tivoli; nel 1437 era a Bisceglie, a capo delle truppe di re Alfonso d'Aragona. È l'ultima notizia che lo riguarda e la morte va collocata in data di poco posteriore. L'A. lasciò due figli, G. Battista e Matteo, che seguirono l'arte paterna con scarsa risonanza.
Fonti e Bibl.: L. Crivelli, De vita rebusaue gestis Sfortiac... commentarius, in L. A. Muratori, Rer. Italic. Script., XIX, Mediolani 1731, coll. 631, 656, 662, 666, 669, 685; P. Giovio, Vita di Sforza Attendolo, in Bibl. stor. ital., II, Milano 1853, pp. 20, 57 s.; A. Minuti, Vita di Muzio Attendolo Sforza, a cura di G. Porro Lambertenghi, in Miscell. di storia ital., VII, Torino 1869, passim; I. Ciampi, Cronache e statuti della città di Viterbo, in Documenti di storia italiana, V, Firenze 1872, p. 134; L. Osio, Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi, III, Milano 1882, pp. 125, 266 ;N. Botta, Una inedita cronachetta degli Sforza, in Arch. stor. per le prov. napol., XIX (1894), pp. 719, 724, 725; G. Bonoli, Storia di Cottignola, Ravenna 1734; N. Ratti, Della famiglia Sforza, I, Roma 1794, pp.36 n. 4, 137 n. 11, 367; P. Litta, Fam. cel. ital.: Gli Attendoli Sforza di Cotignola, I, Milano 1819, tav. I; G. Benadduci, Della signoria di Francesco Sforza nella Marca..., Tolentino 1892, p. 14; G. Solieri, Le orig. e la dominaz. degli Sforza a Cotignota, Bologna 1897; N. Faraglia, Storia della regina Giovanna II d'Angiò, Lanciano 1904, passim; C. Argegni, Condottieri, Capitani, Tribuni, I, Milano 1936, p. 55.