AZZOLINI (Azzolino), Lorenzo
Nacque a Fermo, da Belisario, nel 1583. Nipote del cardinale Decio Azzolini seniore, si addottorò nell'università di Fermo e, divenuto sacerdote, fu arcidiacono nella chiesa metropolitana della città natale. Nominato nel 1619 vicario generale della diocesi, il 17 gennaio dell'anno successivo ottenne dal pontefice Paolo V il vescovato di Ripatransone. Nel sinodo diocesano convocato nel maggio 1623 promosse il riordinamento della vita religiosa della diocesi, eliminando gli abusi, regolando le attribuzioni del clero, prendendo decisa posizione contro gli usi superstiziosi. Altri importanti provvedimenti dell'A. a Ripatransone furono la costituzione di un seminario, il compimento del monastero delle Vergini del SS. Rosario, la fondazione del Monte di pietà di S. Monica, l'ampliamento dell'oratorio dei padri filippini, la costituzione delle confraternite di S. Carlo, e dell'Annunziata, aggregata all'arciconfraternita dell'Annunciazione della Vergine sopra Minerva.
Nell'ottobre del 1624 Urbano VIII lo chiamò a Roma, affidandogli la compilazione dei dispacci di stato. L'anno successivo l'A. fu al seguito del cardinale Francesco Barberini, nipote del papa, inviato come legato a latere a Parigi e a Madrid per trattare la pacificazione tra Francia e Spagna. L'A., che durante questa missione assistette il Barberini come segretario, redasse un interessante diario dell'ambasceria di cui rimane soltanto la parte relativa al viaggio di ritorno, dal 10 agosto al 13 ott. 1626. In seguito l'A. fu uno dei più vicini collaboratori del pontefice e del cardinale Barberini.
È incerto se abbia ricoperto anche la carica di segretario di stato, come riferiscono alcuni autori seguendo la testimonianza dello Sforza Pallavicino; comunque l'avrebbe esercitata per un periodo assai breve. Nella Segreteria di stato l'A. ebbe un ruolo importante soprattutto nei difficili rapporti diplomatici con l'Impero, che sollecitava insistentemente dal 1632 la partecipazione del pontefice ad una lega contro la Francia. Il 2 ag. 1632 l'A. fu trasferito dalla diocesi di Ripatransone alla sede vescovile di Narni, senza tuttavia abbandonare il suo posto nella Curia. Urbano VIII era propenso a dargli la porpora cardinalizia, quando l'A. morì nel novembre 1632.
L'A. fu anche poeta abbastanza noto, sebbene assai mediocre. La maggior parte delle sue composizioni è rimasta inedita, ma egli stesso provvide a pubblicare a Roma nel 1629 le Stanze nelle nozze di Don Taddeo Barberini e di Donna Anna Colonna.A Iesi, nel 1648, fu pubblicato il poemetto Il cuore rinnovato di Santa Caterina da Siena; Paolo Baglioni inserì la Satira contro la lussuria e la Satira sopra i cinque sentimenti del corpo nella Scelta di poesie italiane non mai per l'addietro stampate, Venezia 1686, II, pp. 1-38; G. M. Crescimbeni nei Comentarj... intorno alla sua istoria della Volgar poesia, III, Roma 1711, pp. 291 s., pubblicò il sonetto "Costei s'è maschio il parto a noi disvela...".
Fonti e Bibl.: Bibl. Apostolica Vaticana, Urb. lat.1624, ff. 22, 82; Diario di Monsignor L. A. Viaggio da Madrid a Roma nel 1626, in Il Muratori. Raccolta di documenti storici inediti o rari, I(1892-93), pp. 269-288; Il (1893), pp. 175-192, 219-239; P. Sforza Pallavicino, Della vita di Alessandro VII, I, Prato 1839, pp. 157, 159; F. Papalini, Notizie biogr. di L. A., in Strenna Picena per l'anno 1846, Loreto 1845, pp. 193, 198; A. Atti, L. A., in L'album, giornale letterario e di belle arti, XX(1853), pp. 275 s., 279 s.; L. v. Pastor, Storia dei Pati, XIII,Roma 1931, pp. 265, 268, 285, 301, 450, 453, 916; A. Leman, Urbain VIII et la rivalité de la France et de la Maison d'Autriche de 1631 à 1635, Lille-Paris 1920, pp. 153, 158-161, 163, 187, 189; P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, pp. 252, 296.