BIANCHETTI, Lorenzo
Nato a Bologna da antica famiglia patrizia nel 1545, si laureò in diritto civile e canonico il 30 ag. 1567 presso lo Studio della città natale. Presto il fratello Ludovico, maestro di camera di Gregorio XIII, lo chiamò a Roma. Ebbe inizio così la sua carriera ecclesiastica: ottenne dapprima il grado di prelato della Consulta, poi, intorno al 1572, fu promosso giudice della Sacra Rota; nel 1582 esercitava le funzioni di rettore della Sapienza di Roma; nell'87 Sisto V lo nominò membro della commissione incaricata di progettare una nuova edizione delle Decretali.
Nel maggio 1588 il B. seguì Ippolito Aldobrandini, cardinale legato a Cracovia: si trattava di stabilire la pace tra l'arciduca Massimiliano d'Asburgo, pretendente al trono di Polonia, sostenuto dal fratello Rodolfo II, e Sigismondo Vasa, eletto dalla maggioranza della dieta. Per incarico dell'Aldobrandini, il B. trattò col neoeletto, con la regina vedova, con l'arcivescovo di Gniezno e col cardinale Báthory. Nel novembre dello stesso anno sollecitò l'Aldobrandini perché lo inviasse alla corte di Praga: fu accontentato e ricevuto dall'imperatore Rodolfo II; poco dopo veniva conclusa la pace di Bendzin fra i due contendenti. Alcuni mesi dopo il suo rientro a Roma, nell'ottobre 1589, fu inviato in Francia alle dipendenze del cardinale Enrico Caetani, che aveva incarico di determinare l'elezione di un re cattolico, appoggiando la lega e studiando la possibilità di una conversione di Enrico di Navarra.
Salito l'Aldobrandini al soglio pontificio col nome di Clemente VIII, il B. fu fatto cardinale di S. Lorenzo in Panisperna ed ebbe le congregazioni della Segnatura, del Concilio, della S. Inquisizione; veniva anche nominato protettore della Chiesa loretana in Roma e dell'Ordine di S. Basilio. Fece parte della commissione speciale che, nel dicembre 1599, decise l'annullamento del matrimonio fra Enrico IV e Margherita di Valois.
Negli anni del suo cardinalato si strinse alla fazione spagnola, che aveva la maggioranza nel collegio, sottraendosi all'influenza dell'Aldobrandini. Nei conclavi da cui uscirono eletti Leone XI e Paolo V fu tra le punte più avanzate del Partito spagnolo, che si calcolava forte di trentadue voti, contro i ventisei che facevano capo a Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII; era considerato fra i papabili, che peraltro erano in buon numero, ma fu scartato proprio perché scopertamente antifrancese. Nel marzo 1605 Enrico IV lo considerava un candidato inaccettabile: distinguendo nel collegio tre gruppi - gli indifferenti, gli amici, e quelli da respingersi senz'altro in quanto deleteri per l'autorità della S. Sede e per la quiete e salute del regno di Francia - egli poneva il B., senza esitare, in quest'ultima categoria.
Nell'agosto 1607, interpellato da Paolo V, il B. espresse il suo parere sulla polemica che si trascinava tra il Du Perron ed il Bellarmino intorno alla grazia: riteneva indispensabili ulteriori discussioni e indagini per meglio definire il problema, ma non nascondeva la propria inclinazione per l'opinione domenicana, allegando la sentenza del concilio di Trento. Morì a Roma il 12 marzo 1612 e fu sepolto nella chiesa del Gesù.
I contemporanei ne apprezzarono la dottrina giuridica e la generosità verso i letterati, ma non mancarono di notarne il carattere brusco ed impulsivo. Lasciò un'ampia raccolta manoscritta di sentenze, frutto di ventiquattro anni di lavoro presso la Rota, che solo in parte videro la luce in diverse collezioni.
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. Vallicelliana, ms. n. XXXIV, f. 197v; Bibl. Apost. Vaticana, mss. Ferraioli 303, ff. 520r-522v, 528r-528v, 529r-530r, 555r-556v, 558r; 374, ff. 106r-107v; Arch. Segreto Vaticano,Borghese, III, 72a, ff. 35r, 50r, 247r-251v (lettera scritta dal B. all'Aldobrandini da Praga, 16 nov. 1588); Polonia 32, ff. 70v-71r; C. Ghirardacci,Theatro morale de' moderni ingegni, Venezia 1582, pp. 308-309; G. A. Pietramellara,Ad librum Onuphrii Panvinii de summis pontificibus et S. R. E. cardinalibus... continuatio, Bononiae 1599, ff. non numerati contenenti la dedica al B., pp. 467-468; M. A. Muret,Orationes,epistolae,hymnique sacri, II, Ingolstadii 1613, pp. 177-178; G. B. Cantalmaggi,Selectanea rerum notabilium ad usum decisionum Sacrae Rotae, Romae 1639,sub voce; Id.,Syntaxis Sacrae Rotae Romanae auditorum, Romae 1640, p. 9; C. A. Del Frate,Vita del venerabile... Cesare Bianchetti..., Venezia 1716, pp. 16, 45-52 ; G. Fantuzzi,Not. degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 174-176; F. M. Renazzi,Storia dell'Univ. degli studi di Roma…, II, Roma 1804, pp. 158-159. 271-272 (app. XXV); Berger de Xivrey,Recueil des lettres missives de Henri IV, VI, Paris 1853, p. 317; V. Forcella,Iscriz. delle Chiese e d'altri edifici di Roma…, X, Roma 1877, p. 464, n. 751; L. Voltolini-Mathaus,Die Legation des Cardinals Hyppolit Aldobrandini nach Polen im Jahre 1588-1589, in Bessarione, IX(1904-1905), pp. 298, 305; G. Mazzatinti,Inventari dei manoscritti delle bibl. d'Italia, XVII, Forlì 1911, p. 125; Nuntiaturberichte aus Deutschland,II,Die Nuntiatur am Kaiserhofe, 2,Antonio Puteo in Prag 1586-1589, a cura di J. Schweizer, Paderborn 1912, pp. LXXV, LXXXVII, XCIXC, CXXII, 336, 339-341, 604-605; XXXV, Firenze 1926, p. 19; P. Gauchat,Hierarchia catholica medii et recentioris aevi…, IV, Monasterii 1935, p. 5; P. Sarpi,Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e inediti, III, Bari 1940, p. 190; L. v. Pastor,Storia dei Papi, IX, Roma 1953, pp. 22, 23, 872 (sul fratello del B., Lodovico); X, ibid. 1955, pp. 166, 244 n. 1, 401; XI, ibid 1958, pp. 127, 183, 766 (app. n. 57-60); XII ibid. 1962, pp. 3, 7, 8, 26, 180-181; J. Délumeau: Vie économique et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVIe siècle, II, Paris 1959, p. 874.