BOSCHETTI, Lorenzo
Poche e scarne le notizie biografiche su questo architetto-dottore, idraulico, matematico, ingegnere, che fu attivo a Venezia tra il 1709 e il 1772 e che, dati gli incarichi che ricevette, doveva essere ben noto nell'ambiente cittadino. Il 6 maggio 1709 moriva il doge Alvise Mocenigo, lasciando fondi adeguati per l'esecuzione della facciata della chiesa di S. Stae (Sant'Eustachio). Al concorso indetto all'uopo vennero presentati dodici modelli che conosciamo perché furono pubblicati da Vincenzo Coronelli (Proposizioni diverse de' principali architetti per il progetto di S. Eustachio, Venezia s.d., ma 1710); nella leggenda di uno è scritto: "Proposta per la facciata di S. Eustachio, architetto N. Boschetti". Poiché non conosciamo nessun altro architetto con tale cognome, verosimilmente la "N." è una delle frequenti imprecisioni del Coronelli, e il progetto è da attribuire al Boschetti. Vi si vede una soluzione analoga a quella della chiesa dei gesuiti, ricostruita pochi anni dopo da D. Rossi, che, a sua volta, aveva fuso spunti palladiani con motivi del barocco romano, particolarmente di Carlo Rainaldi. Tra il 1749 e il 1772 il B. ricostruì la chiesa di S. Barnaba, palesandosi, questa volta, seguace di G. Massari. che in effetti dovette essere suo maestro e ispiratore. La chiesa ricorda molto quella di S. Maria del Rosario (detta comunemente dei gesuati), ricostruita dal Massari nella prima metà del secolo. L'imitazione nel complesso è alquanto grossolana, tuttavia nei particolari si palesa il garbo del maestro. Al 1749 sono datate due stampe, firmate da Giorgio Fossati, incisore e architetto, che rappresentano il progetto del palazzo Venier dei Leoni, di cui fu costruito solo il pianterreno (ora di proprietà Guggenheim): Pianta e alzato del nobiliss. palaggio umiliato a S.S.E.E. il sig. Nicolò Proc. di S. M. et sig. Girolamo Frattelli Venier dal dottor Lorenzo Boschetti arch. l'anno 1749. Se ne conserva anche un modello in legno, completo in tutte le sue parti, al Museo Correr di Venezia. La pianta ricorda il Sansovino e il Palladio; la facciata ha motivi decorativi alla Longhena, dispersi su una superficie dilatata. Nella sua proporzione il palazzo completo sarebbe risultato simile al palazzo Grassi del Massari. Il B., che trasse ispirazione anche dal suo contemporaneo Andrea Tirali, è, in complesso, un eclettico senza personalità; tuttavia l'unica opera compiuta, S. Barnaba, s'inserisce senza stonature nel tessuto urbano della città, e, nei particolari decorativi, continua la raffinatezza del Massari; e l'incompiuto palazzo Venier dei Leoni costituisce un elemento di rilievo nel percorso acqueo del Canal Grande.
Accurate ricerche d'archivio potrebbero chiarire l'importanza del B. nello studio della conservazione della laguna veneta; il suo notevole apporto è noto, per ora, solo dalla sua opera: Dimostrazione scenografica et ortografica di un nuovo riparo per i pubblici Lidi veneti, Venezia 1707.
Bibl.: G. A. Moschini, Itinéraire de la ville de Venise, Venezia 1819, p. 291; G. Tassini, Curiosità veneziane, Venezia 1915, p. 58; L. Livan, Notizie d'arte tratte dai notatori e dagli annali del n. h. Pietro Gradenigo (1748-1774), Venezia 1942, pp. 3, 100; E. Bassi, Architettura del Sei e Settecento a Venezia, Napoli 1962, ad Indicem;G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma 1963, ad Indicem; Mostra storica della laguna veneta, Venezia 1970, p. 159.