BREGNO, Lorenzo
Figlio di un Alberto (o forse Roberto) e fratello di Giovanni Battista, appartenne alla numerosa famiglia dei Bregno o Brignoni, da Righeggia presso Osteno (lago di Lugano). S'ignora l'anno della sua nascita. Si stabili probabilmente ancor giovane a Venezia, dove operò come scultore e architetto per tutta la sua vita, oltre che nella vicina Treviso.
A Venezia nella chiesa dei Frari l'artista eseguì il monumento del condottiero veneto Benedetto Pesaro (morto nel 1503: la statua di Marte è opera del toscano Baccio da Montelupo) e quello di Melchiorre Trovisan (morto nel 1500). Nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo gli sono assegnate, dubitativamente, le modeste sculture del monumento di Bartolomeo Bragadin (circa 1507) e la statua del condottiero Naldo da Brisighella (c.1515: Sansovino, 1584).
Dal 1507 il B. lavorò per il duomo di Treviso dove già era attivo il fratello (Biscaro, 1899, p. 184).
Per la cappella del Santissimo ricevette pagamenti (nel 1511, 1512) per i Quattro Evangelisti nei pennacchi e (nel 1513) per la statua di S. Paolo (ibid., pp. 185-187). Gli sono anche attribuiti (Coletti) gli Angeli che facevano parte dell'altare della cappella del Santissimo, commissionato a Giovanni Battista (distrutto nel secolo XVII), e che sono oggi nella cappella di S. Sebastiano. Nella stessa cappella, all'altare di S. Antonio, si trova oggi la statua di S. Sebastiano già sull'altare del santo nella chiesa di S. Margherita, allogato al B. nel 1515 ("magister Laurentius Bregnonus quondam Ruberti"). La parte architettonica dello stesso altare è oggi nella chiesa di S. Leonardo e i bassorilievi (Madonna con Bambino e due Angeli oranti) nel Museo Naz. di Budapest (Biscaro, 1898; Ybl).
Ancora a Treviso, sono attribuite al B. le statue del Redentore conla Madonna e S. Giovanni Evangelista e parte dell'architettura dell'altare del Cristo risorto nella chiesa di S. Niccolò (Coletti, p. 425). Sono del B. tre figure per un altare nel duomo di Cesena: S. Leonardo,S. Cristoforo e S.Eustachio, ove sono tuttora conservate. Le statue sarebbero state eseguite a Venezia tra il 1514 e il 1517 (contratto del 1514 e altri documenti in Grigioni).
A Venezia, il B. scolpì, forse attorno al 1512, tre statue per un altare nella chiesa di S. Marina, ricordate dal Gradenigo come opera commessagli dalla famiglia Bragadin. La chiesa venne demolita nel secolo scorso; le statue, della Maddalena e di S. Caterina passarono ad ornare il monumento Vendramin ai SS. Giovanni e Paolo, mentre è assai dubbia l'identificazione della S. Marina con la statua che si trova oggi nel seminario patriarcale.
Nel 1516 il B. fornì marmi a Tullio Lombardo per la cappella Zen nella basilica di S. Marco, e due anni dopo era impegnato nella costruzione dell'altare maggiore dei Frari, che doveva accogliere l'Assunta di Tiziano allora compiuta. Per la basilica marciana, essendo proto Bartolomeo Bon, egli venne chiamato per la costruzione dell'altare della Croce, collocato nell'abside maggiore dietro il presbiterio, dove sono sue le statuine di S. Francesco e S. Bernardino.
Per la chiesa della Trinità di Crema eseguì a Venezia la tomba - del tipo pensile consueto - con la statua commemorativa di Bartolino da Terni (morto nel 1518), firmata "Laurentius Brenius". Uultima opera del B. è forse l'altare di S. Cristina nella chiesa di S. Maria Mater Domini a Venezia, commessogli (1524) da Paolo Trevisan. Lasciato interrotto per la morte dell'artista, venne terminato dalla bottega, con l'intervento del padovano Antonio Minelli; ma è indubbio che le tre statue dei SS. Andrea,Pietro,Paolo sono del Bregno. Incompiuto rimase anche il monumento di Bertuccio Lamberti (circa 1522) nel duomo di Treviso, dove gli si può attribuire anche il rilievo con la Visitazione, già nella chiesa di S. Francesco (Coletti, pp. 186 s.). Nel 1525 la vedova del B., Maddalena, vendeva la bottega sita a S. Giovanni Nuovo allo scolaro e aiuto Antonio Minelli (Paoletti, p. 275), a condizione che egli terminasse un'immagine della Vergine e un Angelo per la chiesa di Montagnana (non abbiamo altra notizia di quest'opera). Il Sansovino (Martinioni, 1663, p. 65) dice poi "di mano di Lorenzo Bregno" certe "figure" per l'oratorio della Pace presso la Scuola grande di S. Marco, eseguite in memoria di Lorenzo Gabriello vescovo di Bergamo (1512), ma nemmeno di queste abbiamo altra notizia. Si conserva invece, benché rimaneggiato, l'altare della cappella Grimani a S. Giobbe, con S. Luca tra due angeli, dove sono notevoli le affinità con l'altare di Cesena, e soprattutto con quello di S. Maria Mater Domini a Venezia.
La critica tentò di individuare nel B. un allievo del Rizzo (cfr. Grigioni, p. 45, che cita un ms. contemporaneo di N. Masini), ma più evidenti relazioni stilistiche accostano invece il maestro ai Lombardo della seconda generazione, allora operanti a Venezia, e cioè ai figli di Pietro: in particolare a Tullio e ad Antonio, con i quali egli fu certamente a contatto, specie durante la sua attività trevisana. Il B. rivela interessanti qualità di ritrattista nelle statue funebri, per esempio del Trevisan, di Benedetto Pesaro e in quella del Brisighella, non priva di una certa arguzia. Altrove mostra invece un pigro conformismo, allineandosi alla corrente accademica instaurata dai Lombardo; purtuttavia le sue opere più sicure dimostrano grande abilità manuale e finezza di disegno. Vanno ricordate, tra le migliori, le statue di Treviso e quelle, ultime forse di tutta la sua carriera, per S. Maria Mater Domini.
Fonti e Bibl.: F. Sansovino, Venetia città nobilissima..., Venezia 1584, c. 75; Id., Venetia città nobilissima, con aggiunte di G. Martinioni, Venezia 1663, pp. 41, 65, 66, 68; P. Gradenigo, Notatori 1748-1774, a cura di L. Livan, Venezia 1942, p. 157; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Venez., I, Venezia 1824, p. 333; P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia, Venezia 1893, pp. 116, 273, 275; G. Biscaro, Note e doc. ..., Treviso 1897, pp. 184 s.; Id., Per la storia delle belle arti..., Treviso 1898, pp. 11 s.; Id.,Note storico-artist. sulla cattedrale di Treviso, in Nuovoarch. veneto, n.s., IX (1899), pp. 184-187; G. Grigioni, Un'opera ignota di L. B., in L'Arte, XIII (1910), pp. 42-48; L. Planiscig, Venezian. Bildhauer d. Renaissance, Wien 1921, pp. 201, 276; E. von Ybl, L. B.'s Marmorreliefs im Museum der bildenden Künste,in Az országos Magyar szépmuveszeti Muzeum Evkönyvei (Bollettino del museo nazionale ungherese), V (1927-28), pp. 59-67, 222; Catalogo delle cose d'arte e di antichità..., L. Coletti, Treviso, Roma 1935, ad Indicem;G. Ladner, Zur Porträtsamml. des E. F. von Tirol,in Mitteil. des Österreich. Instit. für Geschichte, XLIX (1935), p. 370; G. Mariacher, Problemi di scult. veneziana, in Arte veneta, III (1949), pp. 95-99; J. Pope-Hennessy, A statuette of A. Minelli, in The Burlington Magaz., XCIV(1952), p. 27; L. Menegazzi, in Treviso Nostra, Treviso 1964, pp. 201 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 570 s.