CAMBI, Lorenzo
Figlio di Antonio e di Nanna Ridolfi, nacque nel 1479 e appartenne a una delle famiglie di maggiore prestigio nella Firenze rinascimentale.
Questo ramo dei Cambi ebbe notevoli ricchezze grazie a un fiorente commercio avviato dapprima a Bruges e poi in numerosi centri d'Italia e d'Europa (importante, tra gli altri, Londra). Bernardo fu il fondatore di quella fortuna e il vero artefice del prestigio della famiglia. Sposò Caterina Capponi. Il padre del C. continuò l'attività commerciale e si imparentò con un'altra delle famiglie più potenti e ricche della città: sposò infatti nell'anno 1475 Nanna figlia di Iacopo di Pagnozzo Ridolfi.
Quando il padre morì (1498) il C. aveva già preso assieme al fratello Iacopo saldamente le redini del commercio. Come il padre Antonio si era legato a doppio filo con i Medici (fuinfatti amico intimo di Piero di Lorenzo de' Medici e suo socio negli interessi delle cave di vetriolo poste a Libbiano, vicino a Volterra, e nell'appalto delle magone di ferro di Pisa e Pietrasanta), così anche il C. fu medico fervente e molte lettere stanno a di mostrare ch'egli diventò uno degli uomini di fiducia di Cosimo de' Medici.
Dai libri di amministrazione della famiglia sappiamo che il C. ricevette da Leone X la castellania di Rimini dal 1515 al 1522 alle dirette dipendenze della Chiesa. Tuttavia, nel contempo, ricoprì importanti uffici anche a Firenze: fu infatti dei Priori nel 1515 e nel 1525. Per il suo comportamento esemplare Rimini concedeva al C., alla scadenza dell'incarico, la cittadinanza e l'inclusione tra i nobili di quella città. Durante la guerra tra Firenze e il duca di Urbino e i Baglioni il C. fu eletto commissario fiorentino alle dirette dipendenze del capitano generale dell'esercito Giovanni dalle Bande Nere. Nel 1525, all'arrivo d'un ambasciatore inglese, fuincaricato di fargli compagnia a Firenze e poi di scortarlo fino ai confini della città, forse grazie all'esperienza delle cose inglesi che i Cambi si erano fatta sin dai tempi di Bernardo, che appunto a Londra aveva trascorso alcuni anni della sua vita. Due anni dopo fu mandato dal cardinale Passerini commissario a Prato per impedire al connestabile di Borbone di assalire la Toscana; e a questo fine munì la città di ogni fortificazione atta alla difesa. Per la sua fedeltà alla casa dei Medici, cui mai venne meno, dovette subire dieci mesi di duro carcere (nel 1529, finché durò l'assedio); ma, una volta liberato, fu colmato di onori. Nel 1530 fuinfatti dei Signori e fu, nello stesso anno, aggiunto alla Balia (i cosiddetti 300 arroti, dai quali nascerà poi il Consiglio de' dugento). Scortò e accompagnò nel '36 l'imperatore Carlo V (già tre anni prima aveva scortato da Bologna a Firenze la figlia Margherita d'Austria destinata sposa ad Alessandro de' Medici) di passaggio attraverso le terre fiorentine. Cominciò poi la stretta amicizia con Cosimo de' Medici che, pervenuto al principato della città, lo nominò subito commissario presso le truppe spagnole e tedesche in Toscana. Quando Paolo III attraversò il territorio toscano (1538), il C. venne di nuovo scelto quale cittadino più rappresentativo della nazione fiorentina per accompagnarlo. Gli ultimi anni della vita sono contrassegnati da una lunga serie di capitanerie: a Pietrasanta (1540-42), a Fivizzano (1543-44), a Borgo San Sepolcro (1547) e di nuovo a Pietrasanta (1550). Durante questi incarichi fu sempre in stretta corrispondenza con il duca Cosimo de' Medici, al quale rimase fedele fino alla morte che dovette avvenire press'a poco intorno al 1554.
Dopo questa data infatti non si hanno più notizie del C., sempre così scrupoloso nel raccontare e raccogliere fatti e documenti attinenti alla sua vita.
Niente è stato pubblicato degli scritti dei Cambi. L'opera maggiore è, per quanto sappiamo, un libro di "Ricordi" (o "Giornale", come lo chiama il C.) che comprende una serie di ricordi, debiti e crediti e talvolta avvenimenti storici dal 1529 al 1552. Il manoscritto si trova nella Bibl. nazionale di Firenze (ms. II, V, 13) ed è diviso in due parti ben distinte: da c. 1 a c. 190 comprende liste di spese e faccende familiari, da c. 190 a c. 240 (alla fine) si fa più interessante con l'esposizione (anno per anno) di organici avvenimenti storici e politici. Sempre nella stessa Biblioteca (Ginori Conti, 6) è conservato un "Libro dei debitori e creditori" degli anni 1498-1537, composto dal C. insieme col fratello Iacopo. Molto importante, soprattutto per la ricostruzione biografica del C., la cartella 26 del fondo Ginori Conti, contenente numerose lettere, documenti, diplomi e testamenti riguardanti il C. e la sua famiglia (anni 1520-1551). Altro materiale del C. (soprattutto lettere) è nell'Arch. di Stato di Firenze (Carte Strozziane, s. 2, CXVI, cc. 155-159; s. 3, CXXIII, c. 265; CXXXIV, c. 165; CLXXXV, c. 36).
Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. naz., Ginori Conti, 7: Il libro giornale di Bernardo di Giovanni Cambi dal 1455al 1460, Ibid., Ginori Conti, 8: Il libro di conti di Bernardo Cambi dal 1435al 1459in Bruges e Londra;Ibid., Ginori Conti, 9: Libro dei debitori e creditori di Bernardo di Giovanni Cambi per gli anni 1470-1494, Ibid., Ginori Conti, 10: Libro dei debitori e creditori del Banco de' Cambi tenuto da Lorenzo Capponi per gli anni 1555-59, Arch. di Stato di Firenze, Portata al Catasto (1480), Quartiere S. Maria Novella, Gonfalone Unicorno, vol. 1009, c. 201; B. Varchi, Storia fiorentina, Firenze 1838-41, I, p. 109; II, pp. 182, 482, 537; III, p. 309; G. M. Mecatti, Storia genealogica della nobiltà e cittadinanza fiorentina, Napoli 1754, p. 38; D. Tiribilli Giuliani, Famiglie celebri toscane, I, Firenze 1855, pp. n. n.; P. Gauthiez, Jean des Bandes Noires, Paris 1901, pp. 168-170; P. Ginori-Conti, Le magone della vena del ferro di Pisa e di Pietrasanta sotto la gestione dei Medici, Firenze 1939, pp. 91 s., 95, 105; Id., Carte Cambi da Querceto, Firenze 1939, pp. 51-83 e passim.