CATTANI, Lorenzo
Nacque a Massa Carrara nel 1650 circa. Presi gli ordini come frate agostiniano a Livorno, successivamente si stabilì a Pisa dove, per un lunghissimo periodo, ricoprì diversi incarichi musicali presso la chiesa conventuale dei cavalieri di S. Stefano. Nominato infatti organista nel 1670, assunse nel 1680 le carica di maestro di cappella presso la chiesa suddetta, e vi prestò la sua opera fino alla morte, salvo una breve permanenza a Livorno (a partire dal 1708), dove fu organista presso la chiesa di S. Giovanni.
Dopo la rappresentazione, avvenuta nel 1682, della sua opera Il Conte di Cutro gli venne conferito – come risulta dal frontespizio del libretto – il titolo di maestro di cappella del granduca di Toscana. Nel 1695 venne nominato priore e padre provinciale dei frati agostiniani. Tornato a Pisa dopo la parentesi livornese, alla sua morte – avvenuta in questa città nel 1713 – lasciò per testamento tutti i doni ricevuti al convento di Livorno (cfr. Schmidl, Suppl., p. 175).
Della produzione del C. rimangono alcune opere per musica (per le quali si avvalse quasi esclusivamente della collaborazione del famoso librettista G. A. Moniglia) e qualche oratorio: i testi delle opere e di alcuni degli oratori si trovano inclusi nella raccolta intitolata Poesie drammatiche di G. A. Moniglia (Firenze 1689). Ricordiamo in particolare le opere seguenti (quasi tutte rappresentate a Firenze presso l’Accademia del Casino di S. Marco): Quinto Lucrezio proscritto, dramma musicale (libretto di C. A. Moniglia 12 nov. 1681: rappresentato “nelle camere della granduchessa di Toscana a Palazzo Pitti”); Il Conte di Cutro, dramma civile in 3 atti, libretto di C. A. Moniglia (1682: rappresentato “per festeggiare il giorno natalizio del sereniss. principe Francesco Maria di Toscana”, il 12 nov. 1683 secondo il Manferrari); Il Pellegrino, dramma per musica (1685); Gneo Marzio Coriolano, dramma musicale in 3 atti, libretto di C. A. Moniglia (1686: rappresentato “sotto la protezione del serenissimo principe cardinale Francesco Maria di Toscana”, nell’estate 1685 secondo il Manferrari); La Pietà di Sabina (s.d.: composta per incarico della granduchessa di Toscana, sembra non sia mai stata rappresentata; nel Clément-Larousse [II, p. 878] si legge invece che venne eseguita a Firenze attorno al 1730).
Inoltre compose i seguenti oratori: Il Legislatore ebreo (1690); Gerusalemme destrutta da Tito (1691); Santa Geneviefa (1692); e Jephte (1963). Secondo il Fétis (confut. da Schmidl, Suppl.), diverse composizioni sacre del C. si troverebbero presso l’archivio della chiesa di S. Stefano a Pisa.
Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia, Venezia 1755, coll. 213, 422, 617, 654; G. Pasquetti, L’oratorio music. in Italia, Firenze 1906, p. 377; S. L. Astengo, Musici agostiniani, Firenze 1929, pp. 2021; E. Ferrari-Barassi, Il trionfo del melodramma, in Storia dell’opera, I, 1, Torino 1977, p. 475; C. Gianturco, Il melodramma a Roma nel sec. XVII, ibid., p. 197; F. Clément-P. Larousse, Dict. des opéras, Paris 1905, I, pp. 186, 262; II, pp. 856, 878, 923; U. Sesini, Catal. della Bibl. del Liceo music. di Bologna, V, Libretti d’opera in musica, Bologna 1943, p. 96; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodramm., I, Firenze 1954, p. 215; A. Caselli, Catal. delle opere liriche pubbl. in Italia, Firenze 1969, pp. 96 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p. 220; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, II, pp. 317 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 312; Suppl., p. 175; Enc. d. Spett., III, col. 245; La Musica, Diz., I, p. 371; Enc. della Musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 36.