COZZA, Lorenzo
Nacque ad Orvieto il 9 luglio 1877 da Adolfo, artista dalle molteplici attività, e da Adina Arnaud. Nell'ultimo decennio dell'Ottocento, trasferitasi la famiglia a Roma, il C. fu allievo dell'Accademia di belle arti; nel febbraio del 1898 vinse il primo premio per il bozzetto di un Monumento a G. Leopardi, presentato ad un concorso bandito dal Comitato universitario nazionale per il centenario della nascita del poeta.
Il monumento consiste in un altorilievo marmoreo (m 2 × 4) che raffigura il genio dell'amore abbracciato a quello della morte, dietro i quali si innalza l'erma del Leopardi; venne collocato il 4 genn. 1899 al primo piano del palazzo della Sapienza, allora sede dell'università di Roma (A G. Leopardi, numero unico, s.l. 29 giugno 1899, pp. 2326). Attualmente il monumento si trova nel giardino di casa Leopardi a Recanati.
Nel 1903-04il C. fu ammesso alla scuola libera con modello vivente dello istituto di belle arti, dove aveva vinto il primo premio per la scultura nel 1901.
Nel gennaio 1919 gli venne affidato dal comune di Roma l'insegnamento di plastica ed intaglio in marmo nella scuola serale di arti ornamentali, mentre per il 1937-38 fu incaricato dell'insegnamento di plastico-formatura nella stessa scuola.
Opere del C. di cui si ha menzione sono: la riproduzione (1903) del frammento del fregio superiore dell'Ara Pacis Augustae - allora murato nel cortile ottagono del Vaticano, per cui non era possibile ottenere il calco in gesso - per conto del Museo nazionale romano; il restauro degli stucchi decorativi del Ninfeo di Villa Giulia (1906); la lapide, in marmo e bronzo, con i due ritratti e fregi simbolici dei carbonari A. Targhini e L. Montanari posta nel giugno 1909 in piazza del Popolo (cfr. Premuti, 1909); le 24 Vittorie che adornavano le torri del Foro delle regioni all'Esposizione celebrativa del cinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia 1911 (cfr. Roma..., 1911); la lapide in pietra e il busto marmoreo del patriota L. Negroni eretti nel 1912 nella piazza dell'Indipendenza di Orvieto, che furono al centro di polemiche (cfr. Il Comune, 1913; attualmente presso la Biblioteca comunale di Orvieto); la targa in onore di Erminia Frezzolini all'esterno della casa natale in Orvieto (1913) in via S. Angelo, 28. Inoltre del 5 marzo 1915 è una sollecitazione, da parte della Congregazione di carità di Collevecchio (prov. di Perugia), per la consegna di un monumento in memoria del benefattore Segoni, che era stato commissionato al C., e del 6 nov. 1918 una lettera in cui il C., sergente maggiore, dichiara la propria disponibilità a continuare la costruzione dell'ossario sul monte S. Michele, per il quale pochi giorni dopo (9 novembre) sarà invitato a inviare al CV battaglione del genio un promemoria con i dati e le notizie inerenti il progetto e l'iniziata costruzione.
Nel 1920 il C. vinse il concorso per il monumento ai Caduti della città di Orvieto, comprendente una targa con tutti i nomi, che dopo varie polemiche, fu finalmente realizzato, secondo il suo progetto, soltanto nel 1928 dal suo allievo A. Cocchieri in p.le Cahen. In occasione del concorso bandito nel 1928 dal comune di Orvieto per le porte del duomo, offrì, insieme agli studi del padre Adolfo, la sua opera che rimane documentata in un foglio di schizzi (cfr. fig. 71, p. 187 in Cirinei-Satolli, 1976).
Ultimo lavoro documentato del C. sono i restauri, commissionatigli dal governatorato di Roma, nel 1941, delle decorazioni dei propilei dell'ingresso principale di villa Borghese e dei tempietti di Diana ed Esculapio nella stessa villa, per il primo dei quali modellò anche 76 formelle pentagonali a soggetto mitologico. Il 25 maggio 1945 fondò un "sodalizio di ricercatori avente per scopo analisi naturalistiche" che aveva sede nella XXXIII torre delle Mura Aureliane dove il C. abitava già dal 1936. Col gruppo degli "strutturisti" il C. si dedicava, rinnovando l'attività paterna, a invenzioni quali uno schema di piano regolatore di Roma, un missile esploratore della stratosfera, pannelli galleggianti per la difesa delle sponde fluviali (cfr. Andreola, 1974).
Il C. morì a Roma il 9 genn. 1965.
Fonti e Bibl.: Le notizie relative alla vita e alle opere del C., ove non diversamente indicato, sono tratte da documenti e carte conservate dal figlio Lucos. Cfr. inoltre, C. Premuti, A. Targhini e L. Montanari ... decapitati nel 1825 per ordine di papa Annibale Della Genga, Roma 1909; Roma. Rassegna illustr. della Esposiz. del 1911, II (1911), 4, pp. 4 s., 10; Il Giornale d'Italia, 14 ag. 1936 (sull'abitazione nelle Mura Aureliane); A. Andreola, in Cronache d'altri tempi, XXI (1974), 5, pp. non num.; G. Cirinei-A. Satolli, Il duomo delle porte, Orvieto 1976, p. 187 fig. 71 e ad Indicem;G. Vollmer, Künstlerlexikon des XX Jahrh.s, I, p. 488.