DA PONTE, Lorenzo
Avventuriero e poeta di teatro. Nato a Ceneda, oggi Vittorio Veneto, nel 1749, da ebreo divenne senza vocazione prete cattolico (1773), visse vita misera e dissipata a Venezia, insegnò nel seminario di Treviso. Perduta la cattedra per certe idee ardite sullo stato di natura esposte in un'accademia poetica del seminario, tornò a Venezia, ove si diede a improvvisare e a fare il precettore in nobili case, e fu amico del Casanova. Nel 1779, denunciato per gravi scostumatezze e furfanterie, che gli procurarono una severa condanna, si rifugiò a Gorizia. Di là andò a Dresda e poi a Vienna, raccomandato al maestro Salieri. Ottenuta la protezione di Giuseppe II, ebbe l'ufficio, contesogli dal Casti, di poeta dei teatri imperiali. Raffazzonò vecchi libretti; alcuni ne scrisse per il maestro spagnolo Martini (Martin y Soler), altri per Mozart. Morto Giuseppe II (1790), non godendo il favore di Leopoldo, fu soppiantato dal Casti, eletto poeta cesareo, e dal Bertati, eletto poeta dei teatri imperiali. Nel 1792, dopo aver soggiornato alquanto a Trieste, partì per Londra, dove sposò col rito anglicano un'Inglese e dove visse undici anni, esercitando i mestieri di libraio, stampatore, agente e poeta teatrale, sempre alle prese con usurai, sbirri, avvocati. Partì nel 1805 per gli Stati Uniti e andò successivamente a Philadelpia e a New York, a Sundbury, di nuovo a Philadelphia e a New York, dove fece il droghiere, il libraio, con l'intento di diffondere i libri italiani, ivi allora ignoti, il professore d'italiano, il dantologo: sempre povero, sempre disgraziato, sempre affetto da mania di persecuzione. Morì nel 1838.
Ben 36 libretti compose il Da P. e molte liriche: ma egli vive nelle interessanti e, qua e là, vivaci ma poco veridiche Memorie, pubblicate nel 1829-30, e specialmente nelle Nozze di Figaro (1786), nel Don Giovanni (1787) e in Così fan tutte (1790), coi quali libretti diede i migliori esempî, oltre quelli del Casti, di opera buffa italiana, e fu poeta degno del Mozart. La commedia del Beaumarchais diventa più briosa, più snella, più densa nella riduzione del Da Ponte. Quanto al vecchio tema Don Giovanni egli era disposto dalla stessa sua natura di avventuriero a rivivere e a ricreare quel personaggio: il conquistatore delle donne "pel piacer di porle in lista", il gaudente spavaldo, incurante del giudizio divino.
Bibl.: Memorie di L. Da P., a cura di G. Gambarin e F. Nicolini, Bari 1918; A. Marchesan, Della vita e delle opere di L. Da P., Treviso 1900; G. Boni, Studii danteschi in America, in Nuova Antologia, 16 luglio 1921; J.L. Russo, L. Da P., New York 1922 (con bibl.); F. Nicolini, La vera ragione della fuga di L. da P. da Venezia (a proposito di due recenti traduzioni inglesi delle "Memorie", in Arch. stor. ital., s. 7ª, XIV (1930), p. 129 segg.