DOVERI, Lorenzo
Nacque a Pisa il 10 ag. 1799 da Alessandro e da Reina di Antonio Martini e fu battezzato il 12 dello stesso mese presso la primaziale (Pisa, Arch. della parrocchia primaziale di S. Ranierino, Registro dei battezzati, anno 1799, n. 17). Seguendo le orme paterne, fu avviato alla professione di architetto e, dedicandosi all'insegnamento, ricoprì inizialmente la carica di assistente e quindi ottenne dal 1828, prima come supplente poi come titolare, la cattedra di architettura occupata dal padre presso l'accademia di belle arti senese (Siena, Arch. dell'Istituto d'arte, b. 1, Affari 1814-1830, aff. 82, 97; Almanacco toscano, ad annum; Il Mangia, ad annum).
L'insegnamento svolto presso quella che può essere considerata una vera e propria fucina del "purismo senese" costituì l'impegno professionale più rilevante e prestigioso del D. e contribuì a formare gran parte della generazione di architetti senesi degli anni '40-'50 che ebbe in G. Partini l'esponente più rappresentativo e significativo.
Presso l'accademia il D. impartì lezioni di architettura civile, di geometria e scienza delle costruzioni, di geodesia con esercitazioni pratiche di campagna, "sciografia e scenografia". Dal 1844, inoltre, per l'Accademia dei Tegei il D. tenne anche lezioni di geometria e meccanica applicata alle arti (IlMangia, aa. 1844- 1863, passim).
Questa intensa attività didattica costituisce il titolo principale indicato dallo stesso D. in un Curriculum vitae - che costituisce un documento preziosissimo per ricostruire la sua attività professionale - da lui stesso redatto e allegato alla richiesta indirizzata nel dicembre 1849, senza esito positivo, al direttore dell'accademia di belle arti di Firenze per ottenere la cattedra di architettura lasciata libera da Giuseppe Vannini (Firenze, Arch. d. Accad. di belle arti, Affari 1850, aff. 12).
Il D. fu membro della Confraternita della Misericordia di Siena, ricoprendo numerose cariche quali quella di ispettore, di primo consigliere e di architetto onorario (Il Mangia, aa. 1843-1866, passim). Come architetto di questo sodalizio, oltre a numerose perizie e incarichi minori, ampiamente documentati nell'Archivio storico della Confraternita, progettò e diresse due importanti lavori. Nel 1836 realizzò l'ampliamento dell'oratorio della Confraternita, intitolato a S. Antonio Abate, inglobando la cappella dell'immagine di Maria Vergine delle Stelle e la relativa piazzetta antistante (Siena, Arch. storico della Ven. Confr. della Misericordia, libro n. 12: Memorie della V. C. ... anno 1836). Dopo il 1840 progettò e diresse i lavori del primo nucleo del nuovo cimitero realizzato dalla Confraternita nell'area dell'ex convento olivetano posto fuori porta Tufi e inaugurato il 24 sett. 1843.
L'opera, ampliata trent'anni dopo da G. Partini secondo alcuni concetti formulati dallo stesso D., costituisce l'architettura di maggior rilevanza del D. e gli procurò i maggiori consensi (cfr. La Provincia, 20 sett. 1862). Ancora oggi, nonostante i progressivi ampliamenti realizzati in epoche recenti, è possibile vedere il nucleo originario progettato dal D. consistente in un quadrilatero di oltre 40 metri di lato dove una serie di celle sepolcrali divise da griglie in ferro si aprono verso il cortile interno mediante porticati sui lati orientale ed occidentale e con una galleria sul lato settentrionale, entrambi realizzati in stile "greco-romano" e caratterizzati dall'abbinamento di materiali diversi come il cotto e il travertino; attraverso scale poste sul lato settentrionale si accede a due sezioni, forse le più suggestive del cimitero, ricavate nei sotterranei e decorate una in stile greco e l'altra in stile egizio.
Dal 1848 il D. ricoprì anche l'incarico di architetto dell'Opera del duomo di Siena, per la quale redasse numerose perizie e relazioni su lavori di restauro: per il risarcimento del pavimento della chiesa (1851-1862); per la decorazione dei finestroni della parete che guarda verso S. Giovanni (1851); per eliminare i dissesti statici e il degrado delle decorazioni (1860) e infine per il restauro della facciata, dove minacciavano di cadere alcune statue e dei tabernacoli della cuspide maggiore.
Questi ultimi lavori, avviati nel 1865, furono poi portati avanti e conclusi dopo la morte del D. dal suo allievo Giuseppe Partini.
Per completare il panorama dell'attività professionale del D. sono da ricordare anche il restauro delle torri di Monteriggioni e il disegno della villa della Posta sulla via Cassia, nei pressi dello stesso abitato che gli sono attribuiti dal Falorni (1982).
Il D. morì a Siena il 6 ott. 1866 e venne sepolto nell'atrio d'ingresso al cimitero monumentale da lui progettato, dove ancora oggi lo ricordano un busto e due lapidi commemorative.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. dell'Accad. di belle arti, Affari del direttore, 1849, f. 38/A, aff. 62; Siena, Arch. dell'Istit. di belle arti: Affari b. 1 (1814-1830), 1830 aff. 82, 91, 95, 97; b. 4 (1843-1849), 1845, aff. 71; b. 9 (1863-1865), 1863 aff. 17, 1864 aff. 59, 72; (1866-1867), 1866 aff. 4; Ibid., Arch. dell'Opera metropolitana, b. 8: Lavori, ins. 7: Rapporti annuali dell'ingegnere, 1838-1862; ins. 12: Rapporti, disegni e perizie di lavori di restauro 1851-1853; b. 11: Affari diversi, ins. 80; b. 13: Affari generali, ins . 32: Relazioni e periziesui restauri al duomo 1860-1863; Archivio di Stato di Siena, Commissione di belle arti, b. 5; Ibid., Arch. stor. dell'Arciconfraternita della Misericordia, II Ampliamento del cimitero anni 1874-75-76, 1889-1896, 1907, 1918; Ibid., s. 3, n. 12: Memorie della V.C di S.M. della Misericordia (1828-40), cc. 22, 42; Ibid., S. 4: Deliberazioni di Magistrati della Confraternita, voll. 15, cc. 8, 19v, 26, 242v, 243v; 16, cc. 15rv, 23-24, 27-30, 36v, 38, 44-45, 47v, 52v, 55, 106, 116, 148rv, 191v: 200, 242; 17, cc. 117, 153v, 223v; 18, cc. 62, 133v; V 19, c. 47; 20, cc. 112v, 166v; 21, cc. 10, 14, 53, 91v; 22, cc. 52v-51 54-55v; L. Doveri, Rendimento di conti della Venerabile Arciconfr. ... a tutto dicembre 1862, Siena 1863; Il Mangia. Almanacco senese, aa. 1843-1864, ad Indices; Almanacco toscano, aa. 1826-1860, ad Indices; Annuario dell'Istruzione pubblica, aa. 1860/61-1865/66; Siena e il suo territorio, Siena 1862, p. 381; E. Romagnoli, Guida della città di Siena e suoi suburbi, Siena 1864, pp. 57 s.; F. Rubini, Dei restauri eseguiti nella chiesa metropolitana di Siena dal luglio 1864 all'11 ag. 1869, Siena 1869, pp. 1, 8; Guida artistica della città e contorni di Siena, Siena 1883, pp. 103, 173; G. A. Reycend, Cenni commemorativi dell'architetto G. Partini, Torino 1896, p. 3; C. Cresti-L. Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Firenze 1978, p. 85; G. Partini architetto del purismo senese (catal.), Firenze 1981, pp. 18, 20, 26, 59, 146 s., 158, 161, 170; M. Falorni, Senesi da ricordare, Siena 1982, p. 319; P. Tammaro, Profilo storico dell'Ist. d'arte "Duccio Buoninsegna" in L'Ist. d'arte di Siena, Siena 1986, p. 18.