FONTANA, Lorenzo
Non si conoscono i dati anagrafici di questo maestro marmoraro attivo a Napoli dal 1681 al 1717. Nel 1681 risulta iscritto alla corporazione dell'arte degli scultori di marmo e marmorari, insieme con lo zio Antonio e con gli scultori P. e B. Ghetti; e appare tra i contribuenti della tariffa annuale che si aveva l'obbligo di versare per esercitare l'attività e godere dei privilegi che ad essa erano connessi.
Al 1698 risale la sua prima opera documentata: si tratta del pavimento in marmi bianchi e bardigli, per la navata della chiesa dell'eremo del Ss. Salvatore ai Camaldoli di Napoli, ancora in situ. Dal 1702 al 1704 il F. lavorò insieme con lo zio Antonio al rivestimento marmoreo del duomo di Rossano, fatto eseguire dal principe di Campana come dono per il fratello monsignor A. Deodati, arcivescovo della città. Tali lavori furono pagati 2.561 ducati. Sempre in collaborazione con lo zio, il F. lavorò nel 1705 alla decorazione in marini mischi per la chiesa dell'abbazia di Montecassino. Nel novembre dell'anno successivo realizzò su disegno dell'architetto F. Sanfelice, che gli fornì il modello in creta, l'altare maggiore per la chiesa napoletana della Redenzione dei Cattivi, presso port'Alba.
Nel 1707 il F. eseguì i lavori per la decorazione in marmo della cappella dei magistrati Reatano in S. Pietro a Maiella a Napoli, eseguiti contemporaneamente alle sculture di D.A. Vaccaro e G. Troccola. Nella stessa città l'anno seguente realizzò gli altari per le cappelle dedicate a S. Paolo e alla Visitazione di Maria nella chiesa di S. Caterina a Formiello presso porta Capuana; due anni dopo, sempre a Napoli, lavorò all'altare maggiore e alla balaustrata antistante ad esso della chiesa di S. Diego all'Ospedaletto a via Medina, per un compenso di 580 ducati.
Nel 1712 il F. risulta impegnato nel proseguimento della decorazione in marino della chiesa dell'abbazia di Montecassino, lasciata incompiuta nel 1704 dallo zio Antonio, ormai troppo anziano; per tali lavori ricevette il compenso di 98 ducati. Intorno al secondo decennio del XVIII secolo la sua fama di maestro marmoraro doveveva essersi ormai consolidata: nel 1715 infatti firmò in calce, insieme con il priore G.M. Viviani, l'elaborato disegno programmatico per la realizzazione del cappellone di S. Domenico, nella chiesa napoletana di S. Caterina a Formiello, attualmente custodito, in due versioni, a Napoli presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe della Pinacoteca di Capodimonte: in tale disegno, la cui ideazione si deve all'architetto F. Sanfelice, spiccano in particolare elementi decorativi di stampo sia berniniano che borrominiano.
Nel medesimo anno il F. lavorò ai marini decorativi delle cappelle della Natività e di S. Carlo Borromeo nella chiesa degli Incurabili, annessa al famoso ospedale napoletano. Due anni dopo, nel settembre del 1717, eseguì un altare di marini commessi nella chiesa del monastero di S. Agostino a Gaeta; nel novembre dello stesso anno risulta un pagamento di 360 ducati per i lavori agli altari nella chiesa napoletana di S. Maria Incoronata, al largo delle Corregge (attuale piazza Municipio), commissionati al F. dai padri certosini di S. Martino, dai quali dipendeva tale chiesa. In seguito al restauro della chiesa che ne ha restituito l'originario aspetto gotico, tali altari giacciono smembrati in sacrestia.
Sempre nel 1717 il F. eseguì il ritratto funebre del Reggente A. G. De Torres, che ancora oggi si può ammirare nella cappella di S. Nicola da Tolentino, nella chiesa di S. Maria della Speranza, ai vicoli di Toledo.
Si tratta dell'unico ritratto attualmente conosciuto eseguito dal F.: l'effigiato, con l'abito dell'ordine di Calatrava, emerge con vivo naturalismo da una cornice di fronde di lauro, coronata da un elegante fastigio; in un grande scudo sono riprodotti in marmi colorati i segni araldici dell'alto magistrato (cinque torri e due spade, raffigurate fra le parole "Ave Maria, Gratia Plena").
Ancora nel 1717 il F. lavorò, per il compenso di 310 ducati, ai cinque altari di marmo con predelle e fasce di bardiglio per la chiesa di S. Maria degli Incurabili.
Non si conoscono il luogo e la data di morte del Fontana.
Fonti e Bibl.: Napoli, Arch. stor. del Banco di Napoli, Banco di S. Maria del Popolo, Giornale copiapolizze, matr. 500, 16 giugno 1681, p. 332; matr. 644, 4 genn. 1698, p. 7; matr. 793, 15 febbr. 1712, p. 175; matr. 849, 3 nov. 1717, p. 1717; matr. 851, 1° sett. 1717, p. 129; Ibid., Banco del Ss. Salvatore, matr. 477, 10 maggio 1704; matr. 531, 27 nov. 1709; matr. 587, 1:8 ag. 1713, p. 17; matr. 643, 14 giugno 1717, p. 479; matr. 647, 1° dic. 1717, p. 339; matr. 646, 22 ott. 1717; Ibid., Banco dei poveri, matr. 822, 14 ag. 1705; matr. 859, 20 ott. 1708; matr. 910, 23 nov. 1713; matr. 931, 20 nov. 173; Ibid., Banco dello Spirito Santo, matr. 884, 5 nov. 1706, p. 392; matr. 884, 15 dic. 1706, p. 507; matr. 885, 8 nov. 1706, p. 434; matr. 909, 8 ag. 1708, p. 7; matr. 924, 9 ag. 1709, p. 5; matr. 1008, 7 ott. 1715, p. 184; Ibid., Banco della Metà, matr. 1383, 21 luglio 1717; G.A. Galante, Guida sacra della città di Napoli (1873), a cura di N. Spinosa, Napoli 1985, pp. 28, 39, 89; V. Rizzo, Altre notizie su pittori, scultori ed architetti napoletani del Seicento, dai documenti dell'Arch. stor. del Banco di Napoli, in Ricerche sul Seicento napoletano, Milano 1987, p. 162 doc. n. 58; L Turchetta, L'altare per S. Caterina a Formiello, in Barock in Neapel. Kunst zur Zeit der österreichischen Vizekönige (catal.), Wien 1993, p. 344 n. 120.