Giusso, Lorenzo
Saggista e filosofo italiano (Napoli 1899 - Roma 1957). Intelligenza precoce, si occupò dei più vari campi della cultura, collaborando con numerosi quotidiani italiani come autore di elzeviri, e pubblicando anche alcune raccolte di poesia, prima di dedicarsi all’insegnamento universitario della filosofia, nonché di letteratura italiana e francese, storia delle religioni, lingua e letteratura spagnola. In filosofia simpatizzò con lo storicismo relativistico e le teoretiche dell’antiragione, della volontà, della forza vitale, in partic. con il razionalismo «vitale» e il «prospettivismo» di Ortega y Gasset, e fu attratto da Vico, come filosofo anticartesiano, rivendicatore, accanto alla ragione, del senso e della fantasia (Idealismo e prospettivismo, 1934; Spengler e la dottrina degli universi formali, 1935; W. Dilthey e la filosofia come visione della vita, 1940; Filosofia e immagine cosmica, 1940; La filosofia di G. B. Vico e l’età barocca, 1943; Lo storicismo tedesco: l’anima e il cosmo, 1947). Nel dopoguerra, superati i miti dell’irrazionalismo, si riavvicinò al cristianesimo e studiò l’Umanesimo come tentativo sincretistico di accostare il pensiero dell’antichità greco-romana e quello cristiano. Una raccolta parziale dei suoi saggi di critica letteraria è Il viandante e le statue; saggi sulla letteratura contemporanea (1ª serie 1929, 2ª serie 1942).