MABÍLĒS (Μαβίλης), Lorenzo
Poeta neogreco, nato nel 1860 ad Itaca, da famiglia di origine spagnola, morto il 29 dicembre 1912 a Driskos. Studiò ad Atene e in Germania, dove per molti anni attese alla filologia e alla filosofia, entusiasmandosi per Kant e Schopenhauer, dal quale derivò il suo pessimismo. Tornato a Corfù, visse lontano dalle cariche pubbliche fra i libri e amici e discepoli del Solomos, avendo a maestro il Polylas. Patriota, prese parte alle insurrezioni di Creta e alla guerra turco-greca del 1897, restando ferito: arruolatosi volontario nel corpo dei garibaldini italiani nella guerra del 1912, fu ucciso a Driskos.
Le sue opere, di cui ben poche erano state pubblicate in riviste (raccolte soltanto nel 1915, Alessandria d'Egitto; seconda ediz., 1923), constano in gran parte di versioni poetiche dal tedesco (ballate di Uhland, Schiller, Bürger), dall'inglese (Saul di Browning, Prometeo slegato di Shelley, Parisina del Byron), dal sanscrito (episodio di Nalo e Damayanti), dal latino (Eneide) e dall'italiano (Il Sabato del villaggio del Leopardi, La morte di Ermengarda del Manzoni, I Sepolcri del Foscolo). Delle poesie originali la parte migliore sono i sonetti, una cinquantina, in cui effonde i suoi filosofemi, esalta l'amor patrio, celebra l'eroismo e gli amici, descrive le bellezze incantevoli della sua isola: alcuni di essi sono fra i capolavori della lirica neogreca. Seguace della lingua popolare, a difesa di essa pronunciò un coraggioso discorso alla camera dei deputati nel 1911.
Bibl.: C. Brighenti, L. M., in Ann. R. Lic. Ariosto, Ferrara 1928.