MAITANI, Lorenzo
Architetto e scultore, nato a Siena (è ignoto in quale anno), morto nel 1330 a Orvieto. Era figlio dello scultore Vitale di Lorenzo detto Matano. Si trova ricordato in un catasto del 1290; nel 1310 fu chiamato a Orvieto e nominato capomaestro dell'opera del duomo, carica che conservò fino alla morte. Già prima del 1310 si era recato in varie riprese a Orvieto per rafforzare la costruzione pericolante della cattedrale. Interruppe il suo soggiorno orvietano nel 1317 e 1319-21 per riparare gli acquedotti di Perugia, nel 1322 per dare il suo parere sul proseguimento dei lavori del duomo di Siena e nel 1323 sulla progettata costruzione del castello di Montefalco, nel 1325 per restaurare il castello di Castiglione del Lago. Dal documento del 1310 in cui Lorenzo viene designato universalis caput magister della cattedrale orvietana risulta che egli venne incaricato di costruirne la facciata e di soprintendere alla decorazione scultorea di essa. Due disegni della facciata nel museo del duomo di Orvieto, palesemente della medesima mano, illustrano la genesi del progetto maitanesco, che da un verticalismo esagerato e frainteso, derivato dall'architettura gotica francese dell'Île-de-France, passò a una concezione più equilibrata e più consona all'esigenze dell'architettura locale. Questo compromesso tra spirito e principî estetici francesi e italiani si avverte anche nei mirabili rilievi che coprono i quattro pilastri della facciata. Del M. scultore dànno un'idea assai chiara i quattro angeli di bronzo in atto di sollevare i lembi del baldacchino che protegge il gruppo marmoreo della Madonna col Bambino collocato sopra la porta centrale, e i quattro simboli degli Evangelisti, pure in bronzo, sporgenti al disopra del cornicione che corre sui pilastri della facciata; per i modelli di queste opere il M. ricevette pagamenti nel 1325, rispettivamente, e nel 1329. Per affinità con esse si possono sicuramente attribuire al M. i rilievi delle tre zone inferiori del primo pilastro che dalla Creazione degli animali giungono fino alla Cacciata dei progenitori dal Paradiso, e i rilievi delle due zone inferiori del quarto pilastro con la Risurrezione dei Morti, l'Inferno e la schiera degli eletti e dei reprobi. Gu̇ altri rilievi, forse disegnati dal maestro, furono eseguiti da altri scultori. Il M. nei suoi rilievi, pur derivando da Giovanni Pisano non pochi particolari, ha una personalità ben definita che gli assicura un posto preminente nella scultura toscana del Trecento. Alla profonda conoscenza dell'anatomia del corpo umano, che qua e là non rifugge da un naturalismo quasi quattrocentesco nella resa del nudo, si accoppia uno squisito senso dell'euritmia lineare, rafforzato da influenze francesi, che piega a morbido fluire le vesti trasparenti e leggiere. Ed è appunto questo spirito lirico pacato e sereno che lo distingue nettamente dall'arte irruente e veemente di Giovanni Pisano e lo fa apparire come un precursore di Lorenzo Ghiberti. Appartengono inoltre alla mano del M. alcuni intagli lignei, tra cui due nobili crocifissi nella sagrestia della cattedrale, un altro nella chiesa di S. Francesco, il solenne Cristo Benedicente nel museo dell'opera del duomo. Vi si rivela particolarmente vivace e profonda l'azione della plastica francese.
Il fratello Ambrogio divenne architetto della città di Perugia dove costruì nel 1326 lo scalone del palazzo pubblico, di cui ampliò anche la facciata. Nello stesso anno lavorava alla chiesa di S. Ercolano della stessa città, e nel 1337 ricevette insieme con i nipoti Vitale, morto prima del 1356, e Antonio, morto prima del 1348, pagamenti dal comune d'Orvieto.
Bibl.: L. Fumi, Il duomo di Orvieto, Roma 1891; G. de Francovich, Lorenzo Maitani e i bassorilievi della facciata del duomo di Orvieto, in Boll. d'arte, n. s., VII (1927-28), pp. 339-72; id., Un'Annunciazione in legno di L. Maitani, in La Diana, IV (1929), pp. 171-80; A. Schmarsow, Das Fassadenproblem am Dom von Orvieto, in Rep. f. Kunstw., XLVII (1926), pp. 119-44; id., Ramo di Paganello, Siena 1928; id., Italienische Kunst im Zeitalter Dantes, Augusta 1930, pp. 125-56; E. A. Rose, The meaning of the reliefs on the second pier of the Orvieto Façade, in The Art. Bull., XIV (1932), pp. 258-76.