MANCINI, Lorenzo
Nacque a Firenze il 18 ag. 1776, dal conte Pietro e da Adola Ridolfi Fedini da Ponte. Dall'età di sei anni studiò privatamente latino, francese, geografia e storia, per accedere nel 1785 al seminario fiorentino, da dove si trasferì dodicenne nel collegio Cicognini di Prato.
Nel 1794 fece ritorno nella casa paterna, dove rimase fino al matrimonio con Clarice de' conti Barbolani da Montauto (1803), e continuò gli studi ai quali si sarebbe dedicato per tutta la vita. Oltre ad attendere alla matematica, apprese quasi interamente da autodidatta il greco, l'inglese, il tedesco e lo spagnolo, potendo così avvicinarsi alle letterature classiche e straniere anche attraverso una fervida attività di traduttore. Nel 1824 pubblicò L'Iliade italiana ovvero Traduzione epica dell'Iliade d'Omero (Firenze), versione completa che faceva seguito a due lavori apparsi rispettivamente nel 1813 e nel 1818, relativi l'uno ai primi otto canti del poema e l'altro ai primi dodici. Per quest'opera il M., espostosi inevitabilmente al confronto con i maggiori traduttori omerici del vasto panorama neoclassico, ricevette varie critiche, come attestano, fra gli altri, i pareri espressi da V. Monti in alcune lettere e le recensioni apparse nella Biblioteca italiana.
Principalmente veniva contestato al M. l'uso dell'ottava, che condiziona la traduzione con l'obbligo della rima, a differenza del verso sciolto, adottato nelle versioni omeriche sia da Monti sia da I. Pindemonte e considerato più adatto a riprodurre le prerogative dell'esametro. In polemica con i suoi detrattori, il M. scrisse una Lettera in difesa della sua traduzione in ottava rima dell'Iliade, pubblicata dalla Biblioteca italiana come premessa al Saggio inedito di traduzione parimenti in ottava rima del cav. V. Monti, relativo al primo libro dell'Iliade, con a fronte la versione del M., penalizzata ulteriormente dal confronto diretto.
Nonostante i dissensi, il M. si mantenne fermo assertore della rima, avvalendosene anche per le successive traduzioni: Il saggio sopra l'uomo d'A. Pope. La lettera d'Eloisa ad Abelardo del medesimo autore. L'elegia sopra un cimitero campestre di T. Gray (Firenze 1825); i due volumi de La Georgica e l'Eneide di Virgilio (ibid. 1837), in cui figura anche un componimento in versi polemicamente dedicato ad A. Caro; Il Paradiso perduto di G. Milton (Firenze 1842); L'Odissea di Omero (ibid. 1846), relativa a diciotto canti del poema; il Canto nuziale di Cajo Valerio Catullo (ibid. 1847). Dedicatosi inoltre alla traduzione di egloghe ed epistole latine di F. Petrarca, il M. ne pubblicò alcune in Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto (I-III, Milano 1829-34), raccolta di componimenti con versione italiana a fronte, curata da D. Rossetti.
Corrispondente dell'Accademia Tiberina di Roma nonché pastore dell'Accademia dell'Arcadia, il M. fu eletto nel 1833 socio residente dell'Accademia della Crusca e dette alle stampe le sue Lezioni accademiche dette nelle pubbliche adunanze dell'Accademia della Crusca (Lucca 1835), due dissertazioni con cui inaugurò una serie di interventi, editi fino al 1844, nei quali espose le proprie posizioni puristiche in materia di lingua: Del modo che tennero i latini nel tradurre i greci, e gl'italiani nel volgarizzare i primi e i secondi (Firenze 1839); Del linguaggio poetico (ibid. 1840), pubblicata insieme con i dieci Sonetti astronomici. Considerazioni diverse sulla pronunzia delle lingue dotte e del nostro volgare (ibid. 1842); Della necessità della morale nella letteratura (Lucca 1844). Il M. si servì di alcune delle Lezioni per dare piena espressione al proprio spirito polemico; unitamente a quella del 1839, apparvero gli Scherzi in rima d'un accademico della Crusca, riediti quattro volte in differenti versioni fino al 1845. Oltre a raccogliere singoli componimenti poetici contro letterati prevalentemente contemporanei quali V. Alfieri, A. Manzoni, T. Grossi e F. Cassi, gli Scherzi dettero luogo a polemiche più ampie e per l'arroganza dei toni causarono al loro autore la disapprovazione di letterati come G. Giusti e A. Vannucci.
Nelle prime due edizioni degli Scherzi (Firenze 1839 e 1843), il M. rivolse i propri strali contro V. Monti: lo contestò non soltanto come traduttore (Intorno alla versione in ottava rima della metà del primo libro dell'Iliade, composta da V. Monti l'anno 1824), ma anche come linguista (La proposta del Monti), riferendosi all'omonima critica montiana verso il nuovo Vocabolario della Crusca (Verona 1806-11), cui il M. aveva collaborato. Nella seconda edizione degli Scherzi, consolidando le allusioni contenute nella lezione accademica del 1842, il M. pubblicò Al sig. Giovanni Gherardini preteso riformatore della scrittura italiana, condannando il filologo milanese per la raccolta lessicografica Voci e maniere di dire additate ai futuri vocabolaristi (I-II, Milano 1838-40) e per la riforma ortografica proposta nella Lessigrafia italiana (ibid. 1853), che il M. giudicò troppo conforme all'etimologia e lontana dall'uso. Infine, nella quarta parte degli Scherzi (Parigi 1843), rovesciò le proprie contumelie sull'Arnaldo da Brescia (Marsiglia 1843) di G.B. Niccolini: benché lontano, in quanto cattolico, dal laicismo repubblicaneggiante della tragedia, la sua avversione per Niccolini, poi ribadita nella lezione del 1844, parve particolarmente inopportuna giacché rivolta a un altro accademico della Crusca.
Dotato di vasta cultura, il M. figurò fra i partecipanti al primo, al terzo e al settimo congresso degli scienziati italiani, svoltisi rispettivamente a Pisa nel 1839, a Firenze nel 1841, e a Napoli nel 1845.
Il M. morì a Firenze il 7 genn. 1848, nel periodo in cui era intento a proseguire la traduzione dell'Odissea.
Di lì a poco fu commemorato dal fratello Giuseppe, arcivescovo di Siena, in Cenni biografici su L. M. (Firenze 1848).
Fonti e Bibl.: Biblioteca italiana, ossia Giornale di scienze, lettere ed arti, XXXVI (1824), pp. 31-50, 289-321; U. Lampredi, Sopra le due traduzioni dell'Iliade fatte dal Monti e dal M., in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, XLI (1829), pp. 236-251; I. Cantù, L'Italia scientifica contemporanea. Notizie sugli italiani ascritti ai primi cinque congressi, Milano 1844, pp. 281 s.; G. Giucci, Degli scienziati italiani formanti parte del VII Congresso in Napoli nell'autunno 1845. Notizie biografiche, Napoli 1845, p. 224; G. Arcangeli, Poesie e prose, Firenze 1857, II, pp. 23-35; A. Vannucci, Ricordi della vita e delle opere di G.B. Niccolini, Firenze 1866, I, pp. 220-224; II, p. 342; V. Monti, Epistolario, a cura di A. Bertoldi, Firenze 1929-31, III, p. 316; V, pp. 76, 80 s., 100, 308; VI, pp. 66, 267; G. Giusti, Epistolario, a cura di F. Martini, Firenze 1932, I, pp. 30, 242, 290; II, p. 248; G.B. Passano, Diz. di opere anonime e pseudonime in supplemento a quello di G. Melzi, Ancona 1887, p. 2; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1973, I, pp. 73, 296, 352 s., 364, 390, 571, 619; II, pp. 53, 179; Catalogo dei libri italiani dell'Ottocento, IV, p. 2775.