MASSORILLI, Lorenzo
– Nacque a Foligno il 3 giugno 1490, da Cristoforo; non è noto il nome della madre.
Proveniente da una famiglia nobile, fu avviato prima agli studi grammaticali poi a quelli giuridici, ma a diciotto anni decise di assecondare la propria vocazione religiosa ed entrò nell’Ordine francescano, cambiando il proprio nome, Lorenzino, in Lorenzo («ingresso fratrum […] minorum / unica de multis littera dempta mihi est»: Aureum sacrorum hymnorum opus, Foligno, G.S. e V. Cantagalli, 1547, c. 106v). Indossato il saio degli osservanti, proseguì gli studi di retorica, filosofia e teologia per sette anni, fino a quando fu chiamato a insegnare e a predicare. Mancano punti di riferimento precisi per seguire in dettaglio il primo periodo della sua attività. Nel gennaio 1524 appare come testimone in un atto notarile rogato nel convento di S. Francesco del Monte a Perugia. Durante il capitolo provinciale del gennaio 1532 fu designato guardiano della Porziuncola, mentre nella congregazione capitolare che si tenne nello stesso anno a Messina sotto la presidenza del ministro generale Paolo Pisotti, e in cui fu stabilita l’istituzione di dodici studi generali, fu designato lettore a Perugia.
Nella sua opera poetica il M. fa esplicita menzione di un viaggio in Palestina, ma non precisa in che veste e in che periodo egli intraprese il pellegrinaggio ai luoghi santi; la circostanza risulta comunque del tutto credibile, se si pensa che ai francescani era affidata la custodia di Gerusalemme. Il soggiorno in Terrasanta potrebbe essere collocato fra il 1515 e il 1524 o fra il 1533 e il 1538, perché in questi due intervalli di tempo non risultano testimonianze sulla biografia del M., mentre prima e dopo queste date la sua attività all’interno dell’Ordine è meglio documentata e tale da rendere poco verosimile un viaggio lungo e impegnativo.
Dal 28 luglio 1538 al 14 maggio 1541 ricoprì la carica di ministro provinciale dell’Ordine in Umbria, e con questa carica il 29 sett. 1539 presenziò alla consacrazione della chiesa di S. Maria Maddalena di Borgo San Sepolcro. Il 15 apr. 1543 divenne guardiano del convento di Monteripido a Perugia, mentre il 25 apr. 1544 fu commissario visitatore della provincia di Firenze, incarico documentato nel capitolo tenuto a Poggibonsi sotto la presidenza del ministro generale Giovanni da Calvi. La carriera del M. all’interno dei minoriti fu comunque saldamente imperniata nella provincia serafica dell’Osservanza francescana, tanto che dall’aprile 1544 al 1546 fu eletto guardiano della Porziuncola, nel 1546 custode della provincia umbra, nel 1547 prima guardiano del convento di S. Bartolomeo a Foligno e in seguito definitore nel capitolo generale di Assisi. Il 14 maggio 1550 fu nuovamente eletto ministro provinciale per l’Umbria, carica che mantenne fino al 15 nov. 1553.
Dopo questa data non sono note altre notizie fino al giorno della morte, avvenuta il 4 genn. 1560 nel convento di S. Bartolomeo a Foligno.
Nel gennaio 1547 fu stampato nell’edizione in ottavo, elegante e ariosa, l’Aureum sacrorum hymnorum opus, ambizioso progetto di poesia religiosa e unico testimone dell’attività letteraria del M. se si escludono i distici elegiaci scritti come accompagnamento e lode alla fortunata opera del minorita Bartolomeo di Castello, De unione animae cum supereminenti lumine (Perugia, G. Cartolaro, 1538). La raccolta di poesia sacra, dedicata al cardinale Rodolfo Pio da Carpi, è composta da cento inni di cento versi, distribuiti in quattro libri che riuniscono venticinque composizioni ciascuno e sono divisi per genere metrico: esametri, distici elegiaci, strofe saffiche minori e sequenze ritmiche. All’interno di ogni libro gli argomenti degli inni sono organizzati secondo un chiaro ordine gerarchico, seppure più elastico rispetto al rigore numerologico che sovrintende alla struttura della raccolta: narrazione della vita e dei misteri di Cristo, narrazione della vita e dei misteri mariani, agiografie, meditazioni sui sacramenti e su temi spirituali prevalentemente ascetici. Al di fuori di questo schema, il libro si conclude con un Autoris ad librum phalecium carmen che ribadisce una programmatica distanza da qualsiasi argomento profano.
Il linguaggio poetico del M. si mantiene solenne e paludato. Gli inni narrativi aspirano a una composta classicità, mentre gli inni meditativi e dottrinari lasciano maggiore spazio a richiami biblici o liturgici. Nei primi due libri, complice l’uniformità metrica, il dettato arriva a ricalcare interi emistichi virgiliani e a riutilizzare formule ovidiane; nel quarto libro, in cui sono radunati i versi ritmici in rima, riecheggiano toni e clausole della poesia cristiana mediolatina, con una prevedibile preferenza per gli inni liturgici della tradizione francescana. L’assunzione consapevole di rigidi vincoli formali impedisce alla poesia del M. di liberarsi da contorsioni e forzature compositive, e sono pochi i momenti in cui negli inni risuonano genuini accenti poetici. Probabilmente la presenza di numerosi componimenti a tema mariano, la celebrazione dei crismi sacerdotali e la frequenza delle composizioni agiografiche poterono assumere anche una implicita funzione antiprotestante.
Fonti e Bibl.: Chronologia historico-legalis Seraphici Ordinis fratrum minorum S. patris Francisci, Neapoli 1650, pp. 253, 271; L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Romae 1650, p. 161; L. Jacobilli, Bibliotheca Umbriae…, Fulginiae 1658, p. 175; M. Faloci Pulignani, L’«Opus aureum» di fra L. Massurilli, in Miscellanea francescana, II (1887), p. 59; Antonio da Stroncone, L’Umbria serafica, ibid., VII (1898), pp. 26, 76; IX (1902), p. 17; G. Abate, Inni e sequenze francescane, ibid., XXXVII (1937), pp. 120-122; XXXVIII (1938), pp. 471-475; Id., La casa dove nacque s. Francesco d’Assisi nella sua nuova documentazione storica, ibid., XXXX (1940), pp. 493, 497 s.; G. Cremascoli, Sull’opera poetica di L. M., in Francescanesimo e società cittadina: l’esempio di Perugia, a cura di U. Nicolini, Perugia 1979, pp. 163-214; L. Canonici, I francescani nell’Umbria, I, Storia della provincia serafica (1208-1991), Assisi 1991, pp. 90, 96, 260; C.M. Piastra, La poesia mariologica dell’umanesimo latino. Repertorio e incipitario, Spoleto 1994, ad ind.; La poesia mariologica dell’umanesimo latino, a cura di C.M. Piastra, Firenze 2002, pp. 240-251.