NALDINI, Lorenzo
– Non è noto l’anno di nascita di questo scultore originario di Firenze, ricordato da Vasari in calce alla Vita di Giovan Francesco Rustici, pubblicata nel 1568.
Oltre a menzionarlo tra i membri della Compagnia del paiuolo, la brigata di artisti che si riuniva nella bottega fiorentina di Rustici alla Sapienza, Vasari narra che «Lorenzo Naldini cognominato Guazzetto» (Vasari [1568], V, 1, 1984, p. 487) seguì il suo maestro in Francia allorché questi lasciò Firenze dopo la cacciata dei Medici, nel 1528. Mozzati (2008, p. 344) ha proposto di identificare la famiglia del Guazzetto con quella dei Naldini, già Rinaldeschi; quest’origine spiegherebbe anche il nome di «Laurens Regnauldin» sotto cui Naldini figura nei documenti d’archivio francesi (de Laborde, 1877-80; Grodecki, 1986).
Lo stesso Vasari riporta che Naldini «ha in Francia molte cose lavorato ottimamente di scultura» (V, 1, p. 488), ammettendo però – come per Rustici – di non avere maggiori informazioni sulle opere eseguite in terra straniera. Naldini sarebbe rientrato a Firenze nel 1540, ma avendo trovato le sue case «fuor della Porta a San Gallo» rovinate in seguito all’assedio del 1529, avrebbe fatto ritorno in Francia assieme alla madre. Nella biografia del Rosso Fiorentino (Giovanni Battista di Jacopo), lo stesso autore menziona Naldini come aiuto del pittore nella realizzazione degli stucchi e dei rilievi nelle sale del castello di Fontainebleau, eseguiti entro il 1540 (anno di morte del Rosso).
Le notizie riportate da Vasari sono state confermate e ampliate sulla scorta dei documenti ritrovati in Francia che attestano la presenza di Naldini tra Parigi e Fontainebleau e le diverse commissioni da lui ottenute. Inconsiderazione del numero di documenti che testimoniano il coinvolgimento di Naldini nelle operazioni di fusione del bronzo, Tommaso Mozzati (2008, p. 345) ha ipotizzato che lo scultore, appena arrivato in Francia, abbia assistito il suo maestro Rustici nell’esecuzione del cavallo bronzeo per il monumento equestre di Francesco I, mai portato a termine dopo la morte del re (1547).
A partire dal 1534 e fino al 1550 è menzionato in qualità di «peintre et imagier florentin» nei Comptes des bâtiments du roi (de Laborde, 1877-80), per lavori eseguiti nel castello di Fontainebleau, prima sotto la regia del Rosso Fiorentino e poi sotto quella del bolognese Francesco Primaticcio. In particolare, collaborò alla decorazione a stucco nelle camere del re e della regina (tra il 1534 e il 1537) e riparò figure e tavole di corallo nei cabinets di Francesco I. Analoghi interventi di riparazione eseguì sulle copie in bronzo delle sculture antiche del cortile del Belvedere in Vaticano, fuse a Fontainebleau sotto la direzione del Primaticcio sulla base dei calchi realizzati a Roma entro il 1541; i bronzi erano già compiuti nel 1543, anno entro il quale Naldini riparò anche il modello in cera utilizzato per la copia del Laocoonte. L’intervento sui bronzi sarebbe dunque posteriore al breve rientro a Firenze che Vasari data al 1540. Un documento del 1542 attesta la partecipazione di Naldini alla decorazione del distrutto jubé della chiesa parigina di St-Germain-l’Auxerrois, sotto la direzione dell’architetto Pierre Lescot e in collaborazione con lo scultore Simon Leroy, incaricato di scolpire sei angeli su modelli di Naldini (de Laborde, 1877-80, II, p. 282). Nel 1543 lo scultore risiedeva a Parigi nel faubourg St-Germain; nello stesso anno gli vennero commissionate da Bénigne Leserre, presidente della Chambre des comptes di Digione, alcune statue in terracotta, non identificate (Grodecki, 1986, n. 635). Nel 1561 è ancora documentata la collaborazione di Naldini al cantiere di Fontainebleau, per l’esecuzione di sculture in legno destinate al giardino della regina (de Laborde, 1877-80, II, p. 49). Risalgono al 1565-66 i pagamenti per sculture in marmo e storie in cera, da tradurre in bronzo – di nuovo sotto la guida del Primaticcio – per la tomba di Enrico II, morto nel 1559 (ibid., pp. 119, 128, 183): tuttavia i rilievi bronzei non furono mai eseguiti (cfr. Bresc-Bautier, 2004, p. 34). Alla data del 1568, Vasari lo ricorda ancora vivente e attivo come scultore.
Stante l’assenza di opere riconducibili con sicurezza a Naldini, a oggi sono state avanzate solo alcune proposte di attribuzione fondate su considerazioni stilistiche. Bresc-Bautier (ibid.) ha suggerito che possa essere l’autore del bassorilievo bronzeo raffigurante il Passaggio del Granico, conservato al Louvre (ma proveniente da Fontainebleau), ipotizzando che si tratti di una prima idea per i rilievi della tomba di Enrico II. Scailliérez (2004) ha avanzato l’ipotesi di una collaborazione tra Naldini e Simon Le Roy nei rilievi in pietra con i quattro Evangelisti dell’altare della cappella del castello di écouen (oggi a Chantilly, Musée Condé), databili all’inizio del quinto decennio e stilisticamente prossimi a quelli eseguiti nel 1544-45 da Jean Goujon per il jubé di St-Germain-l’Auxerrois, ma ugualmente influenzati dalla maniera del Rosso Fiorentino. Infine, Sénéchal (2007, pp. 249, 256 s.) ha proposto il nome di Naldini per un Combattimento di cavalieri in marmo (già sul mercato antiquario) e per il leonardesco Cavaliere nudo su cavallo impennato in bronzo del Rijksmuseum di Amsterdam, entrambi affini al Passaggio del Granico del Louvre. È invece ormai concordemente assegnata a Rustici la figura bronzea giacente del monumento funebre del conte Alberto III Pio da Carpi (Parigi, Louvre), per la quale il nome di Naldini era stato proposto come alternativa da Dimier (1900, p. 123) e da Middeldorf (1975).
Non si conoscono il luogo e la data di morte di Naldini, avvenuta, probabilmente in Francia, nei primi mesi del 1568.
L’ultimo documento relativo all’attività di Naldini in Francia rappresenta anche un termine post quem per l’anno della sua morte: risale infatti al 1567 il contratto col quale lo scultore s’impegnava a eseguire il monumento al principe Carlo di Borbone, in collaborazione col fonditore Mathurin Chevallier, suo genero (Roy, 1930; Grodecki, 1986). Un atto notarile del 9 maggio 1568 informa che a quella data Naldini era già deceduto e che la commissione del monumento passava pertanto ai fratelli Pierre e François Lhereux. L’anno è appunto quello della pubblicazione delle Vite vasariane, ove Naldini risulta ancora vivente.
Fonti e Bibl.: L. de Laborde, Les comptes des bâtiments du roi (1528-1571), suivis de documents inédits sur les châteaux royaux et les beaux-arts au XVIe siècle, Paris 1877-80, I, pp. 89, 94, 96, 99-102, 104, 106-107, 115, 197, 202-203; II, pp. 49 s., 119, 128, 183; C. Grodecki, Documents du minutier central des notaires de Paris. Histoire de l’art au XVIe siècle (1540-1600), II, Sculpture, peinture et gravure, broderie, faïence et émaillerie, orfèvrerie et joaillerie, armes et armures, Paris 1986, nn. 635-637; G. Vasari, Le vite… (1550-68), a cura di P. Barocchi - R. Bettarini, Firenze 1976, IV, p. 488; V, 1, 1984, pp. 481, 487 s.; L. Dimier, Le Primatice, Paris 1900, ad ind.; M. Roy, Le tombeau du prince Charles de Bourbon, 1568, in Gazette des beaux-arts, s. 6, IV (1930), pp. 103, 111 s.; U. Middeldorf, On some portrait busts attributed to Leone Leoni, in The Burlington Magazine, CXVII (1975), p. 88; J. Cox-Rearick, The collection of Francis I: royal treasures, Antwerp 1995, pp. 285, 288, 326 s., 353; G. Bresc-Bautier, Les sculpteurs des bâtiments du roi sous Henri II, in Henri II et les arts. Actes du Colloque international, Paris-Ecouen… 1997, a cura di H. Oursel - J. Fritsch, Paris 2003, pp. 121, 128-130; Id., Les sculpteurs de Primatice, in Primatice, maître de Fontainebleau (catal.), a cura di D. Cordellier, Paris 2004, pp. 31, 33 s.; C. Scailliérez, in Rosso. Le Christ mort (catal.), Paris 2004, p. 29; P. Sénéchal, Giovan Francesco Rustici 1475-1554. Un sculpteur de la Renaissance entre Florence et Paris, Paris 2007, ad ind.; T. Mozzati, Giovanfrancesco Rustici. Le Compagnie del paiuolo e della cazzuola. Arte, letteratura, festa nell’età della Maniera, Firenze 2008, ad ind.; M. Minning, Giovan Francesco Rustici (1475-1554). Untersuchungen zu Leben und Werk des Florentiner Bildhauers, Münster 2010, ad ind.; Id., «Che tutto sia messo ne l’oblivione». Giovan-francesco Rustici in Francia, in I grandi bronzi del battistero. Giovanfrancesco Rustici e Leonardo (catal.), a cura di T. Mozzati - B. Paolozzi Strozzi - Ph. Sénéchal, Firenze 2010, pp. 195, 207; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, p. 336.