TROTTI BENTIVOGLIO, Lorenzo
– Nacque ad Alessandria nel 1633, secondogenito di Paola Cuttica e del conte Gian Galeazzo Trotti (1599-1684).
Il padre fu un celebre condottiero al servizio della Corona di Spagna dalla quale ottenne rilevanti incarichi (fra i quali quello di governatore di Pavia) e prestigiosi riconoscimenti, fra cui l’abito dell’Ordine equestre di Santiago.
Esponente della nobiltà lombarda – Alessandria apparteneva allora allo Stato di Milano – che aveva costruito le proprie fortune nell’esercito della monarquía católica, fra le cui fila militarono anche gli altri due figli di Gian Galeazzo, Carlo Gerolamo e Antonio (v. la voce in questo Dizionario), Lorenzo venne avviato alla vita ecclesiastica.
Percorse una rapida e brillante carriera nell’amministrazione dello Stato pontificio, dove ricoprì molteplici incarichi spesso legati alle fortune degli esponenti della famiglia Chigi, che nel 1655 aveva espresso il romano pontefice Alessandro VII. Fra il 1658 e il 1659 lo si trova infatti (in qualità di vicelegato a Tivoli, prima, e di vicegovernatore a Benevento, dopo) a essere il più stretto collaboratore di due nipoti di Alessandro VII, i cardinali Flavio e Agostino Chigi, ai quali il papa aveva assegnato il governo delle due città. Nominato governatore di Norcia nel 1660, Trotti nel 1661 passò – sempre con il medesimo incarico – a Orvieto. Nel 1663 si trasferì a Bologna, dove rimase un anno in veste di vicelegato, e nel 1664 andò a ricoprire la carica di vicegovernatore a Fermo, dove si mise nuovamente a servizio del cardinale Flavio Chigi, che si ritrovava alla guida della città marchigiana.
I buoni rapporti stabiliti con i familiari e le clientele di Alessandro VII contribuirono all’elevazione episcopale di Trotti, il quale nell’ottobre del 1666 ricevette l’ordinazione e la nomina ad arcivescovo della diocesi in partibus di Cartagine. Tale promozione precedette di poche settimane la nomina a referendario della Segnatura apostolica e a nunzio apostolico presso la corte del granduca di Toscana, avvenuta il 20 novembre 1666. La permanenza a Firenze si protrasse poco più di un anno. Nell’aprile del 1668, infatti, giunse un nuovo, prestigiosissimo incarico: quello di nunzio a Venezia.
La missione diplomatica presso la Serenissima durò un triennio, essendosi conclusa nell’aprile del 1671. In questo periodo Trotti dovette seguire le vicende legate alla soppressione (decretata dal nuovo pontefice, Clemente X, il 6 dicembre 1668) delle congregazioni dei canonici regolari di S. Giorgio in Alga, dei gesuati e dei gerolimini, e alla riallocazione delle loro risorse e strutture presenti nel territorio della Repubblica. Seguendo le indicazioni pontificie, Trotti dispose che le rendite degli istituti soppressi venissero impiegate a sostegno della dispendiosa guerra che Venezia stava conducendo contro i turchi per la difesa di Candia.
Terminato l’incarico presso la nunziatura di Venezia, il 12 dicembre 1671 arrivò la nomina all’arcidiocesi di Pavia. Tale promozione avveniva in un momento di forti tensioni fra le autorità spagnole e l’arcivescovo di Milano (il cardinale Alfonso Litta, una cui nipote era moglie del fratello di Trotti). Ciò non impedì tuttavia al nuovo vescovo di avviare un articolato programma di governo della sua Chiesa, di cui condusse direttamente la prima visita pastorale (1674-81), delegando ai vicari foranei la seconda (1683) e la terza (1686). Dalle visite emerge l’immagine di una diocesi nella quale «l’economia rurale dà segni di ripresa, nelle campagne le parrocchie riparano i danni, i fedeli curano e abbelliscono le chiese, tornano ad essere numerosi i legati per messe e attività di assistenza e istruzione»: nel territorio diocesano si vede così «crescere la domanda di servizi sacerdotali» e le confraternite «farsi più attive e anche più numerose» (Toscani, 1995, p. 301). In questo quadro complessivamente positivo, anche sotto il profilo dei rapporti con il potere civile, Trotti non rinunciò mai ad «affermare e differenziare il ruolo ecclesiastico rispetto alle altre autorità cittadine» (Negruzzo, 2015, p. 62): ne sarebbe un indizio la sua indisponibilità a presenziare, secondo tradizione, agli atti accademici di competenza del vescovo in qualità di cancelliere dell’Ateneo di Pavia. Dal canto suo Trotti riservò particolare impegno alla preparazione del clero, destinando al seminario le risorse di molti legati e i beni dei ‘conventini’ soppressi a seguito dell’inchiesta di Innocenzo X (1650). Inoltre, il vescovo affidò un ruolo significativo nella formazione spirituale degli ecclesiastici e dei laici ai lazzaristi (la congregazione della Missione fondata da Vincenzo de’ Paoli), che nel 1680 introdusse a Pavia – dove nel 1695 chiamò anche i camilliani –, facendone il perno della sua azione missionaria. Agli ultimi anni del suo episcopato risale il ritrovamento (1° ottobre 1695) delle reliquie di s. Agostino nella cripta della basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro. Pur risiedendo abitualmente a Pavia, Trotti si recava spesso a Roma per prendere parte ai lavori della congregazione dei Vescovi e dei regolari, di cui per iniziativa di Innocenzo XII era divenuto segretario.
Morì il 30 settembre 1700 nell’Urbe, dove venne sepolto nella chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli. Le sue spoglie furono successivamente traslate a Pavia.
Fonti e Bibl.: E.A. Cicogna, Delle iscrizioni veneziane, II, Venezia 1827, p. 286; L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Roma 1912, p. 266; Hierarchia catholica medii aevi, IV, Padova 1967, p. 136, V, 1952, p. 306; Legati e governatori dello Stato Pontificio (1550-1809), a cura di C. Weber, Roma 1994, pp. 142, 156, 246, 266, 315, 323, 404; X. Toscani, La Chiesa di Pavia in età moderna, in Storia religiosa della Lombardia, XI, Diocesi di Pavia, a cura di A. Caprioli - A. Rimoldi - L. Vaccaro, Brescia 1995, pp. 301 s., 344; G. Signorotto, Milano spagnola. Guerra, istituzioni, uomini di governo, Milano 2001, pp. 184, 246; S. Negruzzo, Il vescovo-cancelliere fra atti accademici e presenze rituali, in Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia, II, 2, a cura di D. Mantovani, Milano 2015, pp. 61 s.