ZARAGOZA, Lorenzo
(o Saragossa)
Pittore nato in Aragona a Cariñena nel sec. 14° e morto nel 1406 a Valencia.Contemporaneo di Pere Serra e considerato dal re Pietro IV il Cerimonioso (1336-1387) il miglior pittore della città di Barcellona nel 1373 (Rubió i Lluch, 1908-1921, II, p. 166), Z. continua a essere definito (Gudiol Ricart, Alcolea Blanch, 1986, p. 60) una delle incognite principali della storia della pittura del Trecento di Catalogna e di Valencia.Nonostante sia abbondantemente documentato, si può individuare soltanto una sua opera: l'ormai scomparso retablo di Jérica con la Vergine, S. Martino e S. Agata, databile documentariamente agli anni 1395-1396 e fino al 1936 conservato nella cappella maggiore della chiesa di Santa Agueda la Antiqua di Jérica, comunemente nota come chiesetta di San Roque. Tale attribuzione (Pérez Martín, 1934) è stata confutata da José i Pitarch (1979-1981; 1986), che non riconosce una corrispondenza del tutto convincente tra la documentazione fornita da Pérez Martín e lo stile pittorico che si nota nelle tavole di Jérica (delle quali l'Ar. Mas di Barcellona conserva ottime fotografie), di forme internazionali troppo avanzate e sviluppate. Recentemente Heriard Dubreuil (1987, I, pp. 99-104) ha preso di nuovo in considerazione la possibilità di attribuire a Z. il retablo della Vergine di Jérica. Secondo lo storico francese esistono molte altre opere europee di questo stesso momento cronologico (ca. 1395) che concordano pienamente con gli aspetti formali del retablo, per cui - concordando con Soler d'Hiver (1982) e con Post (1930-1935, VI, 2, pp. 572-580) - ha sostenuto la tesi di Pérez Martín. Secondo Heriard Dubreuil l'artista poté ammirare le novità internazionali prodotte in Europa in quel momento, accessibili soltanto ai pittori di corte, essendo egli stesso al servizio di Pietro il Cerimonioso, re amante dell'arte come pochi altri.Il trono della Vergine di Jérica ricorda quello che appare in un affresco fiorentino attribuito al Maestro di S. Martino in Mensola e datato 1387 (Firenze, Mus. dell'Opera di Santa Croce); nella scena con S. Martino e il povero, posta nel retablo a sinistra della Vergine, il cavallo e il povero con un bastone sono simili agli stessi personaggi che compaiono nel Breviario di Carlo V, realizzato tra il 1364 e il 1370 (Parigi, BN, lat. 1052, c.412v), così come S. Martino è accostabile al medesimo santo del trittico di S. Martino a Carcheri, dipinto dal Maestro del 1399. Evidentemente le forme citate del Maestro del 1399 sono estremamente affini a quelle della tavola di Jérica, per cui, se Boskovits (1975) colloca il trittico di S. Martino intorno al 1400, non sembra tanto incongruente la posizione sostenuta da Heriard Dubreuil (1987) riguardo al retablo spagnolo. D'altra parte si potrebbero stabilire confronti tra le tavole di Jérica e il retablo di fra Bonifacio Ferrer, o dei Sacramenti, attribuito a Gherardo Starnina e realizzato nel 1396 (Valencia, Mus. de Bellas Artes). Tutto ciò costituisce, in definitiva, un'ipotesi complessa, ma possibile, d'accordo questa volta con l'esposizione dello stesso argomento fatta Camón Aznar (1966).Secondo José i Pitarch (1979-1981; 1986), invece, il periodo durante il quale Z. visse a Valencia (1374-1406) risulta troppo lungo e ricco di contratti per pensare che gli si possa attribuire solo il retablo di Jérica. Al contrario, lo studioso ha proposto una nuova equazione, in qualche modo sorprendente, che consiste nell'attribuire a Z. tutta l'opera che la critica è andata via via considerando come del Maestro de Villahermosa del Río, pittore che prende il nome dai retabli (di S. Lorenzo, S. Stefano, dell'Eucaristia, del Giudizio universale e della Vergine) che si conservano nella chiesa parrocchiale di questo centro. Si adegua a tale teoria un ampio catalogo di lavori scaglionati lungo l'ultimo terzo del 14° e i primi cinque anni del 15° secolo. In questo caso sarebbe opera di Z. la Madonna del Latte proveniente da Santa Caterina de Torroella de Montgrí (Barcellona, Coll. F. Godia), tavola che secondo Sanpere y Miguel (1924) verrebbe a essere la più antica di Z., tuttavia ancora nell'ambito di una cronologia barcellonese, tra il 1363 e il 1374. A questa si aggiungerebbero la Madonna del Latte proveniente da Albarracín presso Teruel (Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya) - e Z. è documentato a Teruel e a Calatayud nel 1366 -, e un'altra Madonna del Latte, molto ritoccata, conservata a Saragozza (Mus. de Bellas Artes).José i Pitarch (1979-1981, pp. 115-116) ha compilato un catalogo di opere valenciane di Z. estremamente vasto e con non poche differenze di qualità e perfino di stile; secondo lo studioso questo potrebbe essere in parte dovuto al fatto che alcune tavole sarebbero state prodotte in una grande bottega in cui, oltre al maestro, avrebbero lavorato molti aiutanti. Il catalogo proposto da José i Pitarch include ancora: una Madonna del Latte proveniente da Penella (Valencia, Mus. Catedralicio-Diocesano); i resti di un retablo di S. Luca della Corporazione dei carpentieri di Valencia (Valencia, Mus. de Bellas Artes); una Natività oggi a New York (Hispanic Society of America); un retablo della Madonna del Latte, S. Chiara e S. Antonio proveniente da Xelva (Barcellona, Mus. d'Art de Catalunya); una Madonna del Latte, scomparsa dalla chiesa del Salvador di Valencia; un retablo di S. Pietro, di cui si conservano solo due scene (già San Paolo del Brasile, Coll. Wallace Simonsen); un retablo, oggi perduto, di Santa Agueda di Castelnovo (Castellón); i citati retabli della parrocchiale di Villahermosa del Río; una tavola della Madonna del Latte (Barcellona, Coll. Muñoz); e infine il retablo maggiore della Vergine della chiesa di Collado de Alpuente, del quale oggi si conservano solo quattro tavole di una predella della Passione. Nessuna di queste opere concorda con alcun documento che faccia riferimento a Z. e naturalmente si può e si deve parlare di differenze di fattura formale tra di loro. Benché il complesso appartenga stilisticamente al Gotico italianizzante dell'ultimo quarto del sec. 14°, esistono differenze tra le Madonne del Latte citate - quella di Torroella de Montgrí, per es., presenta un tratto più sottile e maturo di quello della Madonna di Penella -, o tra queste e i pannelli, per es., del retablo di S. Luca di Valencia (Soler d'Hiver, 1982). Si tratta di un momento in cui si estendeva sia in Catalogna sia a Valencia il potente influsso pittorico della bottega dei fratelli Serra, con figure e volti dalle espressioni serene, spesso con colorazioni vivaci.José i Pitarch (1979-1981, p. 35) ha citato i contratti di un retablo di S. Maria e S. Agata firmati da Z. a Jérica, per duecento fiorini (15 marzo 1394) e ha raccolto due documenti in rapporto con il retablo - in pratica un pagamento che il maestro ricevette dai giurati di Jérica (settembre e dicembre 1395) -, ma insiste nel non mettere affatto in rapporto la suddetta documentazione con il retablo della Vergine, S. Martino e S. Agata di Jérica. In realtà, se si accettasse l'alto grado di concordanza esistente tra il documento citato e il retablo di Jérica, sarebbe tutto molto più facile e risulterebbe anche possibile ridurre le riserve stilistiche dei critici più scettici, tra cui emerge soprattutto lo stesso José i Pitarch (1979-1981, p. 41), che arriva perfino a ipotizzare che il retablo di Jérica non sia mai stato dipinto, con una eccessiva forzatura del dato, poiché, come si è detto, si sa che Z. percepì la paga di duecento fiorini stabilita nel contratto.Bisognerà pazientare perché nuovi documenti di archivio possano dimostrare meglio quale delle proposte finora formulate sia la più credibile, anche se fino a oggi si deve riconoscere l'innegabile peso della documentazione fornita da Pérez Martín (1934). Ciò nonostante, in attesa che la storiografia su Z. incontri la posizione critica e interpretativa più corretta, è opportuno ricordare quali sono state le principali attestazioni documentarie su cui si basa l'attuale conoscenza dell'attività pittorica di Lorenzo Zaragoza.Il più antico documento finora noto relativo a Z. è del 9 dicembre 1363 quando, figurando già come cittadino di Barcellona, riceve una somma come acconto per il retablo e il tabernacolo da dipingere per la chiesa di Castellnou de Bages, nella diocesi di Vic. Di quella stessa epoca è un atto di riconoscimento che il pittore rilascia a un certo Pere de Riusec. Il 16 luglio 1364 egli firma il contratto per un retablo di S. Gabriele e S. Antonio per la chiesa maggiore del castello di Cagliari; altri documenti del 16 settembre e del 30 dicembre 1364 mettono di nuovo Z. in rapporto con l'opera di Cagliari. Il 2 agosto 1364 rilascia un atto di riconoscimento a un tal Francesc Olivera; il 25 febbraio 1365 firma un accordo per realizzare il retablo maggiore della chiesa parrocchiale di Santa Maria de Cardedeu (Barcellona). Il 19 giugno 1365 riceve un pagamento per il retablo di S. Giovanni Battista e S. Martino eseguito per il priore del convento della Mercè di Barcellona. Il 4 aprile 1366 si fa riferimento al contratto per dipingere un retablo della Vergine in cui interviene una certa Beatriu, moglie del tesoriere del re Bernat d'Olzinelles. L'11 aprile 1366 Z. fa un deposito di ottanta monete a favore del pittore valenciano Simó de Puig. Il 22 settembre 1366 dà una procura a suo fratello Pascual Zaragoza. Il 12 ottobre 1366 riceve un pagamento per il retablo della cappella della Corporazione dei sarti della chiesa dei Carmelitani di Barcellona. Il 23 dicembre 1366 la regina Eleonora ordina di pagare Z. per un retablo di S. Nicola destinato alle Francescane di Calatayud e per un altro di S. Caterina per le Francescane di Teruel; il 1° gennaio 1367 figura ancora documentato in rapporto ai retabli di Calatayud e di Teruel. Il 20 gennaio 1367 è citato in un documento reale "in domesticum et familiarem nostrum". Il 15 giugno 1367 riceve venti libbre dal cappellano del re Arnau de Carbasi come acconto di un retablo non meglio identificato. Il 1° marzo 1368 firma con la nobile María de Cayet un contratto per un retablo non specificato. Il 27 aprile 1368 sottoscrive un impegno con Bernardo, parroco di Tagamanent (Barcellona), e altri notabili del luogo per la realizzazione di un retablo anch'esso non specificato. Il 2 agosto 1368 dà una procura al causidico Arnau Huguet. Nell'aprile del 1369 riscuote un pagamento per il trasporto di un retablo che la regina aveva donato alle Francescane di Teruel. L'11 marzo 1370 riscuote cinque libbre come acconto delle trentacinque pattuite per dipingere il retablo maggiore di Santa Eulàlia de Provençana presso Barcellona. Il 14 agosto 1372 viene pagato per diverse opere pittoriche che realizza negli appartamenti della regina del palazzo minore di Barcellona. Il 3 gennaio 1373, come s'è detto, Z. è considerato dal re Pietro il Cerimonioso il miglior pittore di Barcellona, in relazione alla valutazione che deve fare di un retablo di Domingo Valls ad Albocàcer (Castellón). Il 20 marzo 1373 firma a Barcellona il contratto per il retablo della cappella di Santa Maria Magdalena, commissionato dalla Corporazione dei sarti. Il 1° novembre 1373 è noto come pittore di Barcellona e riscuote diciotto libbre per i dipinti della tomba di S. Susanna a Maella (Saragozza). Il 14 novembre 1374 il Comune di Valencia chiede a Z. di tornare in quella città; questo induce a pensare che in precedenza, in data non nota, né documentata, Z. avesse già risieduto a Valencia. Il 28 novembre 1374 il pittore giura di stabilire la sua residenza a Valencia. Il 1° gennaio 1375 riscuote cento fiorini per fissare la sua residenza in quella città. Il 19 dicembre 1376 si parla di un retablo di S. Giacomo Apostolo che Z. finisce di realizzare per la chiesa di Villareal (Castellón). Il 13 maggio 1377 il re Pietro il Cerimonioso esige che porti a termine il retablo di S. Apollonia per la chiesa di San Lorenzo di Saragozza. Il 3 giugno 1378 Z. riconosce di aver incassato un pagamento come acconto per il retablo di S. Narciso che dipinge per la cappella omonima nella cattedrale di Valencia. Il 26 luglio 1382 dichiara di aver ricevuto diverse somme come acconto per il retablo che dipinge per l'altare maggiore della chiesa del Salvador di Valencia; forse potrebbe aver fatto parte di questo retablo la Madonna del Latte, citata precedentemente, che sparì proprio dalla chiesa valenciana del Salvador. In data 28 febbraio 1383 esiste una documentazione relativa alla moglie del pittore, in cui egli figura come vicinus Valentie. Il 2 marzo 1383 sua moglie Caterina nomina un procuratore. Il 7 novembre 1383 lo si sollecita perché porti a termine un non meglio specificato retablo per Bernat Ordi, canonico di Valencia. Nel 1385 ottiene l'incarico per il retablo maggiore della chiesa cistercense del monastero di San Bernardo de Rascaña, o de la Huerta, nei dintorni di Valencia (noto dal 1546 come monastero geronimita di San Miguel de los Reyes). Sfortunatamente il retablo non è conservato, ma dovette essere molto importante, a giudicare dall'elevato prezzo del suo contratto, centoventi libbre, più del doppio di quello che aveva percepito nel resto dei contratti. Il 30 gennaio 1387 riscuote trenta libbre come acconto per questo retablo, probabilmente dedicato a S. Bernardo (Arciniega García, 1995). Il 31 maggio 1389 riceve varie somme per un retablo per la cappella della chiesa di Santa María del Puig (Valencia), secondo un documento pubblico del 18 luglio 1387. Il 30 luglio 1389 firma il contratto per il retablo dei Ss. Pietro Apostolo e Bernardo, davanti al blanquerio di Valencia Bernardo Miró. Il 30 giugno 1390 Z. figura insieme agli amministratori della Corporazione degli armaiuoli nel contratto che questi firmano con vari maestri ricamatori per la realizzazione di un arazzo istoriato. Il 4 settembre 1391 viene pagato per diversi lavori di doratura e di pittura delle chiavi di volta dell'edificio del Peso Real di Valencia. Il 5 aprile 1392, secondo un documento pubblico del 18 giugno 1388, riceve il saldo per un retablo di S. Sebastiano e S. Anastasia destinato alla cappella di Antoni Pujalt nella chiesa di Alcira (Valencia). Poco prima del 15 marzo 1394 firma a Jérica il contratto per un retablo di S. Maria e S. Agata per duecento fiorini che è, come è stato notato, il documento chiave. Il 7 settembre 1395 esige il primo pagamento del retablo di Jérica. Il 18 novembre 1395 fa da testimone in un documento del fusterius Vicente Serra che riceve una somma come acconto di un retablo per il convento delle Francescane di Murviedro a Sagunto (Valencia). L'11 dicembre 1395 conferma di aver ricevuto una somma come acconto del primo pagamento del retablo di Jérica. Il 25 luglio 1402 firma un contratto per la chiesa di Onda (Castellón) relativo a un retablo del Corpus Christi; lo stesso giorno riceve da Bernardo Piquer di Onda trenta fiorini d'oro come primo pagamento. Il 17 novembre 1405 ottiene un pagamento per il retablo del Salvador dipinto nel 1404 per la chiesa di Burriana (Castellón). Il 4 aprile 1406 viene citato il testamento di Z., reso pubblico il 14 aprile dello stesso anno; la notizia dimostra che il pittore era ormai morto. Ancora il 24 novembre 1445 Francesca, seconda moglie di Z., vende un alloggio che faceva parte dell'eredità del marito; in questo atto si cita un figlio del pittore, chiamato anch'egli Lorenzo Zaragoza.
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