Young, Loretta (propr. Gretchen)
Attrice cinematografica e televisiva statunitense, nata a Salt Lake City (Utah) il 6 gennaio 1913 e morta a Los Angeles il 12 agosto 2000. Rappresentò la bellezza femminile nell'accezione più romantica, grazie ai grandi occhi azzurri e ai capelli ramati che contornavano i lineamenti delicati, celando tuttavia dietro l'aspetto soave una volontà di ferro che l'aiutò a difendere ostinatamente la propria autonomia lavorativa, consentendole di costruire una sfolgorante carriera, entrata nella storia dei primi cinquant'anni del cinema americano. Assai dotata per la commedia brillante e per il melodramma, nel 1948 vinse un Oscar per The farmer's daughter (1947; La moglie celebre) di Henry C. Potter, e fu nuovamente candidata all'ambìto premio nel 1950 per Come to the stable (1949; Le due suore) di Henry Koster.
Giunta a Hollywood all'età di quattro anni, e spinta da una madre ambiziosa a recitare fin da bambina insieme al fratello e alle due sorelle, iniziò ad apparire sugli schermi all'età di cinque anni e successivamente prese parte con i suoi fratelli a The sheik (1921; Lo sceicco) di George Melford, con Rodolfo Valentino, prima di recitare, ormai adolescente, in Naughty but nice (1927; Birichina, ma simpatica) di Millard Webb. Lavorò in decine di film di vario genere, proponendo un tipo di donna amabile e schietta, efficacemente contrapposta a una vamp sensuale ma ingrata (Jean Harlow) nel film Platinum blonde (1931; La donna di platino) di Frank Capra. Gli anni duri della depressione le consentirono di affrontare ruoli più drammatici: in particolare, impersonò con Spencer Tracy una coppia di giovani innamorati proletari nel toccante melodramma A man's castle (1933; Vicino alle stelle) di Frank Borzage, ma la sua raffinata bellezza rifulse anche in molti film di grande richiamo spettacolare, come The crusades (1935; I crociati) di Cecil B. DeMille e Ramona (1936) di Henry King, in cui recita accanto a Don Ameche il ruolo di una meticcia. Formò una stupenda coppia con Tyrone Power in numerose commedie brillanti, che la videro spigliata e spesso ironica, ma sempre onesta e diretta, tra cui Love is news (1937; L'amore è novità) di Tay Garnett e Second honeymoon (1937; Mia moglie cerca marito) di Walter Lang, e in un fastoso melodramma storico, Suez (1939) di Allan Dwan, in cui è l'imperatrice di Francia. Poco a suo agio nel film d'azione Four men and a prayer (1938; Il giuramento dei quattro) di John Ford, tornò al genere brillante con Eternally yours (1939; Eternamente tua) ancora di Garnett, con David Niven, che fu un altro dei suoi partner abituali. Il clima inquieto del dopoguerra incoraggiò il fiorire del genere noir che, segnato da una profonda misoginia, le precluse di fatto qualsiasi forma di partecipazione, tranne l'unica incursione nel perturbante The stranger (1946; Lo straniero) di Orson Welles, in cui le è comunque riservato il ruolo positivo di un'ingenua provinciale che scopre con sgomento di aver sposato un criminale nazista. Dopo i riconoscimenti ottenuti con The farmer's daughter, nel ruolo di una governante svedese, fu eccellente nella commedia surreale The bishop's wife (1947; La moglie del vescovo) di Henry Koster. Si volse poi al melodramma, genere incentrato sulla rappresentazione della difficile condizione femminile negli USA nei tardi anni Quaranta, fornendo notevoli prove in The accused (1949; Delitto senza peccato) di William Dieterle, in cui è un'insegnante che uccide uno studente per non farsi violentare, e in Cause for alarm (1951; La lettera accusatrice) di Garnett, nel ruolo di una donna vessata da un marito patologicamente geloso. Fu la prima diva di Hollywood a intuire le potenzialità del mezzo televisivo e, lasciato il cinema, condusse dal settembre 1953 al giugno 1954 il programma A letter to Loretta, cui seguì il più ampio The Loretta Young show (1954-1961), in cui introduceva e spesso interpretava teledrammi, riscuotendo un successo tale da vincere tre Emmy Awards (nel 1954, nel 1956 e nel 1958).